Santuario della Madonna della Corona a Spiazzi di Ferrara di Monte Baldo
Il nome è attribuito dalla 'corona' di pareti rocciose che cinge il terrazzo inacessibile a strapiombo sugli abissi, a 775 metri di quota sopra la Val d'Adige.
L'ambiente è estremamente affascinante e la struttura è sicuramente tra le più ardite opere religiose.
Vi si venera la Madonna dell'Addolorata, rappresentata da una statua di pietra ritrovata fortunosamente sull'orlo dell'abisso nel 1522.
La leggenda del ritrovamento s'innesta con tragici avvenimenti avvenuti nell'isola di Rodi durante le secolari dispute tra Veneziani e Turchi e l'apparizione luminosa della Madonna in questo luogo estremamente repulsivo.
Più verosimilmente la statua venne fatta scolpire nel 1432 a spese del feudatario del luogo, certo Ludovico Castelbarco.
Una prima, modestissima, chiesetta venne inaugurata nel 1530 con la famosa e perigliosa visita del Vescovo di Verona.
Già da subito accorsero numerosissimi pellegrini ad onorare la Madonna e ad implorare grazie e miracoli che, a giudicare dall'imponente mole di ex voto, devono essere numerosi.
L'inaccessibile anfratto è stato, tuttavia, frequentato da tempi ben più remoti.
Notizie certe riferiscono di Eremiti fin dall'XI secolo.
Un successivo Romitorio dedicato alla Madonna, di cui si hanno notizie nel 1139 e nel 1437, era tenuto da religiosi legati al Monastero di San Zeno di Verona e quindi alla Commenda dei Cavalieri Gerosolimitani, detti di Rodi (da qui forse la leggenda con Rodi) e poi Cavalieri dell'Ordine di Malta.
Per fronteggiare il sempre crescente, e difficoltosissimo, afflusso di pellegrini, nella prima metà del 1600 venne edificato un vero e proprio santuario, terminato nel 1680 grazie al sostentamento dei Cavalieri dell'Ordine di Malta.
Si pose il problema dell'accesso, fino ad allora più che avventuroso e pericolosissimo, che avveniva calandosi dall'alto con un rudimentale argano oppure scendendo nel fondo del burrone aggredendo la parete rocciosa cavalcando un albero di tiglio, miracolosamente piegato da un grosso masso.
Venne costruito il ponte di pietra, detto 'Ponte del Tiglio', e scavata la scalinata nella viva roccia con i caratteristici sette capitelli che richiamano i Sette Dolori di Maria.
Numerosi sono gli ampliamenti successivi.
I principali dopo le guerre napoleoniche e nel 1899, quando venne rifatta la facciata della Basilica sulle attuali forme neo-gotiche ed innalzato l'acuto campanile.
Non sono mancati tragici incidenti, come la caduta di un grosso masso sulla casa dei frati che fece alcuni morti.
Nel 1922 venne scavata la galleria che permette un agevole accesso dal piazzale raggiunto dalla piccola stradina servita dal bus-navetta.
Tra il 1975 ed il 1978 si mette mano all'intero complesso con radicali restauri ed ampliamenti funzionali all'accoglimento dei pellegrini.
Il Santuario è nuovamente consacrato il 4 giugno 1978 e benedetto da Papa Giovanni Paolo II nella visita apostolica del 17 aprile 1988.
Vedi il sito web del Santuario che contiene numerose altre informazioni.