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Farra di Soligo, Torri del Credazzo

Col San Martino, Torri del Credazzo

SoligoChiesetta di San Vigilio - Col San Martino (Farra di Soligo)

Un primo oratorio venne edificato tra l'XI ed il XII secolo sulla gobba del colle in splendida posizione panoramica. Era una semplice struttura, in stile 'post-carolingio', senza abside e senza torre campanaria, citata anche nel 1217 come 'Eclesia San Bosman'.

La chiesetta viene successivamente dedicata a San Vigilio, vescovo e santo molto venerato, operante nell'area ladina (Bolzano).

Venne ingrandita nel XV secolo ed abbellita all'interno con pregevoli affreschi, quindi nel XVI secolo venne aggiunta l'abside ed edificata la massiccia torre campanaria che la caraterizza e la individua anche dalla pianura sottostante, così come la vediamo anche ora.

Recentemente è stato eseguito un restauro, di dubbia fattura, al bellissimo orologio del campanile.
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SoligoTorri di Credazzo - Farra di Soligo

Si tratta dei resti del complesso Castello di Credazzo (da credaz=creta, forse riferito alla struttura terrosa delle colline circostanti) feudo dei Collalto a partire dal X secolo ed ampliato nel XIII secolo, sicuramente riedificato sulle rovine di strutture ben più antiche, forse anche romane (nei pressi di Farra passava la strada militare romana Claudia Augusta Altinate), distrutte più volte dalle furie barbariche di Longobardi, Unni ed Ungari. Farra è un toponimo tipicamente Longobardo che indicava una tribù parentale, nucleo base dell'organizzazione sociale.

Un restauro conservativo (e in parte riedificativo) è stato effettuato una trentina d'anni fa, tuttavia il castello non è aperto e non sono possibili visite all'interno, e difficoltoso risulta pure l'avvicinamento al portone d'ingresso attraverso un percorso tra i filari di vigne.

Si tratta di un 'mastio' a nord, di una 'casa torre' e di una interessante 'torre scudata a sperone' rivolta a sud, a dominare la vasta pianura del Quartier del Piave, unite da una cinta muraria che racchiude due cortili interni.

La sua storia è avvincente e articolata e lo vede legato alle peripezie delle importanti famiglie dei Caminesi e dei Collalto, entrambe dominatrici anche in città a Treviso in quel tumultuoso e barbaro periodo tra XII ed XIV secolo.

Nei dintorni sorgeva un piccolo borgo, 'Villa Credacii', di misere casupole e capanne di legno, e la chiesetta di San Lorenzo. In questo castello, nel 1243, nacque Guicellone VI da Camino, suo figlio Tolberto II sposerà Gaia figlia di Gherardo, fatto citato pure da Dante nel Purgatorio. Nel 1300 il castello, e le vaste proprietà circostanti, ritorna, chiaramente non senza vicissitudini e 'guerre' feudali, ai Collalto. Rambaldo VIII Collalto vi dimora nel 1321.

Nel 1413 divampa la guerra tra Ungari e Venezia ed il castello viene assediato e resiste tenacemente agli assalti di Pippo Spano, fiorentino, capitano di ventura al soldo degli Ungari, reduce dall'infruttuoso tentativo di assalto al Castello di Collalto. Alla fine viene espugnato e pesantemente saccheggiato e devastato con relativo corollario di violenze e stragi di soldati ed incolpevoli contadini.

Seguono quasi seicento anni di completo abbandono e rovina, fatto di silenzi e sterpaglie, ma sempre circondato dal lavoro dei contadini e allietato dai vigneti, fino al restauro degli anni '70.
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SoligoChiesetta di San Lorenzo - Farra di Soligo

Nella citazione in un atto notarile del 1210 la misera cappellina campestre risultava dotata di un cimitero, del quale tutt'ora si vede qualche resto del muro di cinta. La struttura attuale si può quindi far risalire al XIII secolo, anche se non è certamente da escludere la riedificazione di qualche manufatto molto più antico, vista la posizione altamente panoramica e strategica e la significativa vicinanza al Castello di Credazzo.

Sul lato nord svetta il duecentesco campanile, rimaneggiato e 'riammodernato' secondo il gusto del tardo 1800 che, diffusamente nel trevigiano, sostituì il tetto a quattro falde con merlature a coda di rondine di dubbio gusto.
Interessante una pietra d'angolo alla base con strane e misteriose incisioni.
I caratteri, non decifrati, sembra appartengano all'alfabeto runico. Si tratta di una delle cosidette 'piere dei mat' (pietre dei matti) dalle quali deriva la leggenda, fin dall'epoca longobarda, che attribuisce la vena di pazzia degli abitanti di Farra di Soligo al contatto con una di queste strane pietre.

Dal 1422 la chiesa viene sottoposta alla chiesa di Santo Stefano Vecchio di Farra.

Nel 1573 si procedette ad un sostanziale restauro e rimaneggiamento e venne ampliata l'abside. Il lavoro venne eseguito da un certo 'Mastro Zuane da Cividal' come attesta una iscrizione sul portale d'ingresso.

Tranne per i ritocchi ottocenteschi al campanile, come già accennato, tutto è rimasto intatto e originale come cinque secoli fa. Non vi sono stradine che raggiungano la chiesetta, si deve passare attraverso erbosi filari di vigne e, certamente, l'affacciarsi sul piccolo slargo erboso del sagrato è emozionante.

A cura di una associazione di volontari abitanti in zona, la chiesetta viene saltuariamente aperta la domenica e viene effettuata la manutenzione.
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SoligoUna bella passeggiata sulla "costa d'oro" del prosecco

Col San Martino, lungo la "strada del vino prosecco" (tra Conegliano e Valdobbiadene - Treviso)

L'unico modo per avvicinarsi ai tre monumenti è usare le gambe.
Il breve itinerario si presta ottimamente per trascorrere qualche ora immersi, fino al collo potremmo dire, tra i vigneti.

Da Col San Martino, partendo dalla piazzetta all'incrocio della strada per Guia (o anche dalla chiesa), si prende una ripidissima stradina asfaltata che conduce all'evidente Chiesa di San Vigilio (indicazioni), proprio in alto sopra un colle completamente terrazzato a vigneti.

Il panorama, dal recinto della chiesetta, abbraccia tutto il Quartier del Piave ed il Montello.

Si scende sul retro (tralasciando le indicazioni per il sentiero della dorsale del Pertegar), verso Pasmon, per la ripida strada asfaltata, continuando dopo un secco tornante fino ad arrivare ad un grande incrocio in mezzo a case e dietro l'imponente struttura di un grande complesso edilizio.

Svoltare a sinistra e proseguire per la strada asfaltata, ai bivi tenere sempre a sinistra (via Prosecco) fino ad un secco curvone verso destra, proprio sotto una grande abitazione rurale.

A sinistra a salire leggermente per la stradina, ora sterrata e in parte cementata, tenendo sempre la principale sul fondo della vallecola. Il paesaggio si fa via via pi&ugave; "chiuso" tra i vigneti che dominano su tutto, alla fine della stradina si arriva ad una casetta rustica (ricovero attrezzi) in vista delle Torri del Credazzo, in alto sulla destra. Si attraversa il fossato e si sale diritti per un ripido pendio in mezzo ai filari di vigne per un centinaio di metri, sbucando in una stradina dove si trova un piccolo spiazzo con panchine e tabellonistica esplicativa.

Proseguire per la sterrata, in falsopiano, verso valle per alcune centinaia di metri finché, ad una curva, sulla sinistra si stacca un tratturo in mezzo al vigneto che sale al cancello d'ingresso del Castello (chiuso, non visitabile).

Scendere tra il vigneto (sia a destra, sentiero dell'andata, o a sinistra del colmo del colle) ritornando alla stradina e proseguire puntando alla chiesetta di San Lorenzo. Ad un certo punto, tra le vigne, un piccolo cartello (prestare attenzione) indica il percorso per salire alla chiesetta. Non ci sono strade o sentieri, si passa in mezzo ai filari di vigna ed il ritrovarsi d'un colpo nel piccolo spiazzo erboso della chiesetta ci fa provare una bellissima emozione.

Per il ritorno si può ripercorrere l'itinerario dell'andata evitando la salita a San Vigilio, oppure scendere per la stradina che subito dopo diventa asfaltata e scende sulla strada tra Farra di Soligo e Col San Martino (2 km da Col San Martino).