Bus del Buson del torrente Ardo alla Schiara, Case Bortot Bolzano Bellunese, Dolomiti Bellunesi
Il Bus del Buson (Buson de la S'cesora) è una forra fossile del torrente Ardo, scavata sullo zoccolo meridionale del grande castello dolomitico della Schiara.
La 'Madonnina del silenzio' ci attende nel fondo dei meandri di questo buio e spaventoso budello, scavato tra le viscere dei fitti strati di biancone dalle tumultuose acque del torrente Ardo durante le alterne fasi delle grandi glaciazioni.
Una frana costrinse il torrente a cercarsi, a poche decine di metri di distanza, un altro sbocco cosí la potentissima, incessante ed implacabile forza dell'acqua scavò la spaventosa forra che tutt'ora convoglia le acque che scendono dal versante sud della grande Schiara, la montagna che domina Belluno.
Il Bus del Buson, rimasto senza quel tremendo motore che lo scavava e mangiava, ma che gli donava vitalità, è il testimone fossile di quei millenni lontani, ma non smette di stupirci.
E non smette di affascinarci con quelle emozioni inarrivabili che solo gli spettacoli della natura sanno donarci.
Il silenzio è assoluto ed assordante, ma si ha quasi la percezione di sentire il sordo rumore dell'acqua che scava quella galleria in alcuni punti larga poco più di una bracciata e nella quale la luce fatica a farsi vedere.
visitare il Bus del Buson
Il percorso è facile e privo di pericoli, purché non si esca dal sentiero tracciato.
Faticosa, comunque, la risalita alla mulattiera nel ritorno.
Richiede circa un'ora e mezza ed è consigliabile a tutti, anche ai bambini se tenuti rigorosamente sotto controllo.
Si deve raggiungere il parcheggio dove inizia il sentiero per il rifugio VII Alpini alla Schiara.
Da Belluno, semaforo vicino alla stazione ferroviaria, in direzione nord a raggiungere Bolzano Bellunese (anche autobus urbani)(5 km.).
Proseguire verso il centro abitato, anziché seguire per la strada principale che svolta a sinistra, al primo bivio proseguire diritti, lungo la valle dell'Ardo, seguendo le indicazioni per la frazione di Gioz e i vari cartelli.
Subito dopo il ponte sul Medon la strada diventa strettissima ed in fortissima salita, occorre prudenza e perizia nella guida.
La stradina termina al parcheggio di Case Bortot (agriturismo), con pochi posti auto e difficoltà di manovra.
Dal parcheggio prosegiure, ora a piedi ovviamente, per la mulattiera per il rifugio VII Alpini, camminando per una decina di minuti.
Si perviene ad un primo bivio che si tralascia per proseguire ancora verso il noto rifugio.
Poche centinaia di metri dopo, ad una curva verso sinistra proprio dove la mulattiera si restringe a sentiero, un piccolo cartello di legno su di un albero indica (attualmente mancante) la traccia di sentiero che scende con decisione verso il fondo della forra del torrente Ardo (non avventurarsi per altre tracce!).
Si scende molto ripidamente per la traccia di sentiero fino ad arrivare ad una specie di valletta completamente invasa da una esuberante vegetazione in prevalenza di noccioli, dove si dirige più decisamente verso destra.
Dopo poche centinaia di metri, quasi a sorpresa, compare l'ingresso della forra.
La si può percorrere tutta, circa duecento metri, fino a sbucare in un ripido costo boscoso.
Si piò uscire dalla forra verso sud e, dopo un tratto di ripidissima discesa, risalire molto faticosamente verso il sentiero delle Case Bortot.
Poco dopo l'inizio della risalita si trova un bivio, prendere il sentiero (più ripido) di destra (cartellino indicante Case Bortot).
Questo sentiero di ritorno è più difficile ed impegnativo di quello della discesa e presenta alcuni tratti su ripidi pendii erbosi e boscosi.
Nel caso non si sia sicuri (o con bambini) è meglio tornare a ritroso per lo stesso percorso dell'andata.
Non azzardare altre soluzioni, ci aspetta, inevitabile, la ripida salita per riguadagnare la mulattiera.
Calcolare almeno un'ora e mezza per l'andata ed il ritorno e la visita, con calma, della forra.
Importante: assolutamente non avventurarsi fuori dal sentiero segnalato, vi sono salti di roccia e strapiombi spaventosi.
Percorso decisamente sconsigliabile durante il disgelo primaverile o dopo (e durante ovviamente) temporali o piogge.
Il fondo della gola, pur non presentando pericoli, è sempre molto umido e scivoloso.
Il
sentiero d'accesso è stato recentemente sistemato ed ora è ben praticabile e sicuro, sono state messe anche alcune staccionate.
Nel periodo estivo, da qualche anno nello spettacolare antro roccioso, un vero teatro naturale, vengono organizzati concerti e manifestazioni teatrali.
Vedi nel sito dedicato programmi e locandine.
informazioni
vedi anche
Per i fotografi: il sole riesce a fare capolino tra i meandri della forra tra le due e le tre del pomeriggio e solo per pochi minuti.
Per fare foto nella forra del Bus del Buson è necessario il cavalletto, l'interno è molto scuro e sono richiesti tempi anche di 1/10 o mezzo secondo, non sufficente il flash incorporato nelle fotocamere tascabili.