Ciclabile Calalzo di Cadore, Pieve di Cadore, Cortina d'Ampezzo, Cimabanche, Carbonin, Dobbiaco
nota importante
Tutta la strada da Pieve di Cadore a Cortina d'Ampezzo è interessata da lavori di adeguamento in vista delle Olimpiadi Invernali del 2026.
In particolare nei giorni lavorativi, vi possono essere disagi, interruzioni e/o deviazioni.
Marginalmente i lavori possono interessare anche qualche tratto lungo la pista ciclabile.
Si raccomanda prudenza, pazienza e l'osservazione di quanto indicato in loco.
In bicicletta lungo l'ex ferrovia a scartamento ridotto tra Calalzo, Cortina e Dobbiaco.
Anello della 'Lunga via delle Dolomiti', rete di itinerari ciclabili tra il bellunese e il sud Tirolo.
Inutile sottolineare che si tratta di una delle più appaganti e fantastiche passeggiate con la bici che si possano compiere.
Si passa tra boschi e paesi bellissimi, attorniati dalle più belle cime dolomitiche.
Antelao, Sassolungo di Cibiana, Pelmo, Rocchette Croda da Lago, Croda Marcoira Faloria, Cristallo Pomagagnon Fiames, Cinque Torri, Tofane, Monte Piana, Tre Cime di Lavaredo, Tre Scarperi, Picco di Vallandro.
Si attraversa il Parco Naturale delle Dolomiti d'Ampezzo.
Con queste credenziali l'emozione è assicurata, non servono altre chiacchere.
Buona parte del percorso ciclabile si svolge sul sedime dell'ex ferrovia, utilizzando ponti, terrapieni e gallerie originali dello spettacolare manufatto.
La pendenza è quindi quasi costante e moderata.
Gran parte su tracciato ciclo-pedonale protetto e chiuso al traffico motorizzato.
Fa eccezione il tratto tra San Vito di Cadore e Cortina d'Ampezzo, dove la ferrovia correva dove ora è stata allargata la trafficatissima strada, pertanto si è trovata una soluzione alternativa con un percorso che scende sul fondo del Boite lungo le tracce di una antica strada regia.
Questo tratto è più 'mosso' e zigzagante, con numerosi saliscendi e qualche strappo più ripido.
Completato il tratto verso Vodo di Cadore, con un nuovo percorso (saliscendi un po' impegnativo) che evita il tratto di statale.
Il percorso è per la maggior parte asfaltato, con numerosi tratti di sterrato molto buono che non crea alcun problema.
Il tratto da Cortina a Dobbiaco, utilizzato anche in inverno come famosa pista per lo sci nordico, è quasi completamente sterrato, il sedime e i manufatti, in particolare i ponti in ferro e le gallerie, sono ancora quelli originali dei primi decenni del '900.
il percorso
La partenza ideale è dalla stazione ferroviaria di Calalzo, alla quale si può giungere anche in treno con trasporto bici, linea Venezia-Belluno-Calalzo o Padova-Feltre-Belluno-Calalzo.
Altro innesto consigliabile è da Pieve di Cadore.
Scendere la stradina accanto alla casa del Tiziano per alcune centinaia di metri dove si recupera il percorso proveniente da Calalzo.
Subito dopo s'incontra un primo spettacolare passaggio, il caratteristico ponte sopra la statale trafficata di auto.
L'orientamento è quasi banale, segnalato da numerose tabelle.
A Valle di Cadore si susseguono numerose spettacolari gallerie, tutte ben illuminate.
Il percorso si snoda con pendenze costanti e larghi curvoni intervallato dai caratteristici edifici delle ex stazioni, vagamente in stile liberty alpino.
A Borca di Cadore il paesaggio si apre in un'ampia radura con un colpo d'occhio da lacrima per le quinte rocciose dell'Antelao e del Pelmo.
Spettacolare anche il tratto dopo San Vito di Cadore fino alla folcloristica Dogana Vecchia, dove si abbandona decisamente la vicinanza della strada per scendere lungo il corso del Boite.
Questo comporta che poi si dovrà risalire per giungere in centro a Cortina.
Dalla stazione (ora degli autobus e parcheggio) di Cortina s'imbocca (di fronte ad un alberghetto) la pista.
Un buon tratto è asfaltato e molto frequentato da gente a passeggio dal centro.
Poco dopo aver lasciato l'incrocio dell'ospedale, buonissima fontana d'acqua, la strada diviene sterrata e l'ambiente più solitario e boscoso.
Si passa la stazioncina di Fiammes, proprio sotto le quinte rocciose di Punta Fiames.
La salita si fa leggermente più accentuata (sempre di pendenze ferroviarie si tratta), passando due spettacolari gallerie ed il ponte in ferro costruito dagli austriaci sul grande orrido.
Si giunge a Ospitale, alberghetto isolato e chiesetta, un tempo ospizio per pellegrini ed anche lazzaretto.
Ancora bosco e pozze d'acqua e si arriva a Cimabanche, al culmine della salita a 1550 metri di quota.
Cambiata regione, ora Alto Adige, si scende a Dobbiaco non prima di essere passati per Carbonin, antico luogo di villeggiatura imperiale (ora vasto complesso turistico), il lago di Landro e la famosissima cartolinesca veduta sul versante nord/ovest delle Tre Cime di Lavaredo.
da... | km | ...a | quota | km.T. | fondo stradale | tipologia |
Calalzo di Cadore | 4,5 | Pieve di Cadore | 800 | 4,5 | asfalto | ciclabile |
Pieve di Cadore | 3,5 | Valle di Cadore | 830 | 8,0 | asfalto | ciclopedonale |
Valle di Cadore | 3,0 | Venas | 850 | 11,0 | asfalto | ciclopedonale |
Venas | 4,0 | Vodo di Cadore | 870 | 15,0 | asfalto / sterrato | ciclabile / promiscuo |
Vodo di Cadore | 4,0 | Borca di Cadore | 950 | 19,0 | asfalto | pista ciclabile |
Borca di Cadore | 3,0 | San Vito di Cadore | 1.010 | 22,0 | asfalto | pista ciclabile |
San Vito di Cadore | 12,0 | Cortina d'Ampezzo | 1.220 | 34,0 | asfalto / sterrato | ciclopedonale / promiscuo |
Cortina d'Ampezzo | 13,0 | Cimabanche | 1.530 | 47,0 | asfalto / sterrato | ciclabile / pista sci nordico |
Cimabanche | 3,5 | Carbonin | 1.430 | 50,5 | sterrato | ciclabile / pista sci nordico |
Carbonin | 13,5 | Dobbiaco | 1.180 | 64,0 | sterrato | ciclabile / pista sci nordico |
la storia della ferrovia a scartamento ridotto Calalzo di Cadore, Cortina d'Ampezzo, Dobbiaco
L'idea, e uno studio di massima, di un collegamento ferroviario attraverso le vallate del Boite e del Rienza in modo da mettere in comunicazione il Tirolo (austriaco) con Venezia (regno Lombardo-Veneto), è della metà ottocento (1865), ad opera dell'ing. Locatelli.
A fine secolo l'esigenza di un collegamento comodo e sicuro con il bellunese e la Val Pusteria, si fa particolarmente sentire nella conca ampezzana soprattutto per motivi turistici, e si susseguono progetti e iniziative di sostegno all'iniziativa, tra i quali il progetto di un collegamento Dobbiaco-Cortina su strada ferrata con traino a cavalli.
E' del 1899 il progretto dell'ing. J.L.Munz per una tramvia, sempre Dobbiaco-Cortina, accanto alla strada Alemagna, costruita nel 1823.
Il governo austriaco, nel 1905, decise per un collegamento ferroviario a scartamento ridotto tra Dobbiaco e Cortina, incaricando per l'esecuzione l'ing. K.Riehl di Innsbruck, con ipotesi perfino di collegare Livinallongo e raggiungere la Chiusa di Val Gardena, innestandosi sulla Brennero.
Un progetto esecutivo venne completato nel 1909 con percorso su sede autonoma rispetto alla strada Alemagna.
Progetti e studi si protrassero fino allo scoppio della grande guerra, quando venne realizzato dagli austriaci, per scopi militari, il collegamento da Dobbiaco con un trenino da campo (Feldbahn) che raggiungeva le retrovie in località Lago di Landro.
Da parte italiana Calalzo di Cadore era già collegato a Belluno dalla ferrovia nazionale dal 1912, ma venne montato un binario 'Decauville' sulla sede stradale della statale Alemagna con partenza da Peaio dove il materiale bellico veniva trasportato con teleferica da Perarolo, realizzando un collegamento precario e non del tutto completo fino a Zuel, per il supporto delle truppe italiane che ben presto invasero la conca di Cortina.
Gli avvenimenti seguiti alla disfatta di Caporetto (novembre 1917) lasciarono in mano austriaca tutto il territorio bellunese.
Dagli austriaci fu completato il tratto tra Cortina e Calalzo con l'adeguamento ad una ferrovia stabile su sede propria, a scartamento ridotto e a trazione a vapore.
Al termine del conflitto nel 1919, dopo un periodo di abbandono, si completarono i tratti precari provvisori o danneggiati e alcune opere accessorie, completando così compiutamente il collegamento tra Dobbiaco e Calalzo.
Fu inoltre aumentato lo scartamento da 0.70 fu portato a 0.95 e scavata una nuova galleria a Podestagno con dimensioni adatte allo scartamento normale.
Curiosamente per un certo periodo furono mantenuti i due scartamenti ridotti, contemporaneamente quattro rotaie, in modo da far circolare materiale rotabile di recupero.
Nel 1921 la ferrovia era pienamente operativa come collegamento civile, ma gestito dai militari, anche se i treni in transito erano pochissimi, solo una corsa ogni due giorni e nel periodo estivo.
A questi si aggiunsero alcuni convogli merci, particolarmente per il trasporto legname.
E' del 16 giugno 1921 l'inizio ufficiale del servizio sulla Dobbiaco, Cortina, Calalzo.
Causa le forti perdite economiche e l'impegnativo lavoro di continua manutenzione, la ferrovia venne dismessa dall'esercito e, nel 1923, data in gestione al Commissario ferroviario di Bolzano, che diede impulso e maggiore regolarità ai collegamenti.
Nel 1924 la gestione venne affidata, direttamente dal Ministero dei Lavori Pubblici e in concessione per 35 anni, ad una impresa privata, la SFD (Società per la Ferrovia delle Dolomiti), che rese efficente e ambito il collegamento anche con l'acquisto di nuovo materiale rotabile, in particolare 'moderne' locomotive.
Altri importanti lavori di ammodernamento vennero intrapresi nel 1927, risolvendo dei passaggi soggetti a frane e slavine.
Poco dopo la linea venne elettrificata, ma i progetti di renderla a scartamento normale non vennero realizzati.
Grande importanza assunse il collegamento durante il secondo conflitto mondiale, gestito temporaneamente dall'esercito tedesco, e nel settembre '44 vi fu un attentato partigiano al ponte di Ruvinian.
Negli anni cinquanta inizia il lento declino, sia per gli ingenti investimenti di manutenzione e sia per la concorrenza con i mezzi automobilistici, sia pubblici che privati, diretti alla famosa località alla moda, che già allora (con le dovute proporzioni) soffriva di sovraffollamento automobilistico.
Il canto del cigno si ebbe con le Olimpiadi Invernali del 1956 (già rinviate a causa della guerra).
La strada venne chiusa al traffico privato e gran parte dei turisti e atleti si avvalsero della ferrovia, che raggiunse la rispettabile cifra di 7000 passeggeri al giorno.
Chiuso il sipario sul grande avvenimento, il trasporto passeggeri ebbe un crollo, con preferenza per la motorizzazione privata.
Finanziamenti, investimenti e soprattutto manutenzione lasciarono a desiderare e numerosi piccoli incidenti lasciarono presagire quello che fu il più grave disastro della storia di questa ferrovia.
L'11 marzo 1960 parte di un convoglio deraglia nei pressi di Acquabona (appena fuori Cortina) finendo in una profonda scarpata, provocando due morti e una trentina di feriti gravi.
Fu il colpo di grazia.
Si decise per un collegamento stradale su autobus.
Nel dicembre 1961 il servizio venne ripreso, sebbene con gravi perdite finanziarie, e le corse continuarono ufficialmente fino al 23 marzo 1962, anche se alcuni convogli continuarono a transitare fino al maggio 1964, quando la tratta venne dismessa.
La tratta tra Dobbiaco e Cortina venne abbandonata ma mantenuta in quanto lontano dalla sede stradale, motivo per cui ora ci ritroviamo un percorso tutto sommato quasi intatto ma senza i binari, come intatti sono i ponti in ferro.
Molti spezzoni tra Cortina e Calalzo, invece, correndo accanto alla stretta sede stradale della statale Alemagna, furono utilizzati per l'allargamento della strada.
Fortunatamente restano le gallerie e le tratte su percorso distante dalla strada.
Per i tratti distrutti si sta provvedendo a creare la pista ciclabile su sede autonoma staccata dalla strada.