Sinfonia d'autunno. Le incredibili piramidi di terra di Segonzano: magia, follia o bizzarria della natura?
In un ambiente di selvaggia bellezza, la natura ha plasmato una delle sue molte bizzarrie, delle incredibili piramidi di terra.
Siamo a Segonzano, un piccolo paese tra Cavalese e Cembra, sulla valle dell'Avisio, importante affluente dell'Adige.
L'Avisio nasce dai ghiacciai della Marmolada, proprio nel cuore stesso della regione dolomitica.
La valle è chiamata dapprima Val di Fassa, poi Val di Fiemme, ed infine Val Cembra, e attraversa un territorio profondamente mutato dal lavoro dell'uomo. In questa parte bassa della valle, alle porte di Trento,
il paesaggio è una sequenza di opere e terrazzamenti per strappare alla montagna ogni minimo spazio coltivabile, pur con un intenso equilibrio degli spazi del bosco.
Non mancano tuttavia azioni più profondamente incisive dell'equilibrio naturale siamo, infatti, nella zona di estrazione del porfido e numerosissime sono le cave con impressionanti discariche di materiale di lavorazione.
La storia di queste valli è lunga e tormentata, ed è testimoniata dalla numerosa varietà di lingue e parlate e dall'infinita serie di saghe e leggende.
Ci troviamo ai margini della regione Ladina, il dialetto principale è il trentino, un dialetto del ceppo venetico, ma nelle vicinanze vi sono testimonianze di lingua Cimbra, di origine germanica.
Oltre che importanti arterie di passaggio, queste valli sono da sempre sfruttate con cave e miniere.
Poco lontano, sul Monte Calisio, vi era la più grande miniera d'argento d'Europa, fin dal tempo dei romani.
Questa è zona di contatto tra montagne di origine magmatica, la catena dei Lagorai, e i più famosi gruppi dolomitici.
A pochi chilometri da qui, a Predazzo, esisteva uno dei più imponenti apparati vulcanici dei mari tropicali durante la genesi delle grandi strutture dolomitiche.
Il nostro magico viaggio, tra queste incredibili costruzioni qui chiamate 'omeni', o anche i Camini delle Fate, inizia dal parcheggio nei pressi della grande curva proprio sotto il paese di Segonzano.
E' una breve escursione completamente attrezzata con gradini artificiali e terrazze panoramiche e con numerosi punti di sosta, ed è adatta ad essere percorsa anche con i bambini.
Il periodo più bello è senz'altro il tardo autunno, fino a novembre e dicembre inoltrato, quando i colori si sprigionano in magici e stupefacenti fuochi d'artificio,
ed è favorito dalla felice esposizione che regala giornate di tiepido sole anche in pieno inverno.
Il percorso è in ogni caso indicato per ogni stagione ed in estate la calura è mitigata dalla rigogliosa vegetazione.
Le curiose architetture sono, geologicamente, di origine molto recente e sono l'opera combinata di azioni di erosione delle acque dilavanti
su un deposito morenico lasciato dalle lingue dei ghiacciai quaternari, e sono di composizione molto particolare.
E' un impasto di terra e piccoli ciottoli di diverso calibro e di varia origine, cementati ed induriti al punto giusto per avere una certa consistenza,
ma facilmente erodibili dal dilavamento dell'acqua meteorica.
Sopra questo deposito si è adagiata una frana di grossi massi porfirici e sono proprio questi i principali responsabili di questa strabiliante magia.
Sotto l'enorme peso del masso l'aggromerato terroso è più compatto, ma soprattutto il masso, anzi il cappello,
preferibilmente dalla forma squadrata e leggermente inclinato, ha potuto riparare il terreno dall'azione dirompente della pioggia.
E' una magia delicatissima, dovuta a situazioni ambientali e combinazioni fisiche veramente particolari.
Se il cappello cade la vita della struttura è irrimediabilmente segnata e la piramide si scioglie nel giro di qualche secolo.
Di questa morte sono testimonianza i 'ruderi' di alcune piramidi senza cappello che, a fine ottocento, furono oggetto di 'tiro a segno' da parte dell'artiglieria austriaca in vena di esercitazioni.
Vale la pena di salire per il sentierino nel bosco, dopo la grande terrazza attrezzata con tavoli e panchine, e concludere la nostra passeggiata scendendo in paese (verso sinistra) per la stradina asfaltata.
Un altro esempio di struttura simile si trova sul Renon, poco sopra Bolzano, ma è un fenomeno molto raro nel resto del mondo, con pochi e ben più miseri esempi.