Castello di Pergine Valsugana
A cavallo tra il bacino del Fersina e quello del Brenta, la collina pedemontana del Tegazzo è coronata dal complesso turrito del
Castello di Pergine.
La sua lunghissima e travagliata storia bimillenaria ci ricorda che è posto a dominio dell'alta Valsugana e della strada Claudia Augusta Altinate.
Il preistorico è organizzato su due cinte murarie convergenti nella torre grande sommitale, di grande interesse per la sua concezione gotica su impianto romanico, e al palazzo baronale.
Probabile l'edificazione su precedenti strutture di un castelliere preromano e/o di una torre d'avvistamento di epoca romana.
Vi misero pesantemente le mani anche i longobardi, divenne poi eloquente esempio di fortezza-residenza medioevale alpina.
Feudo imperiale fu tenuto da una nobile famiglia locale, i 'da Pergine' per l'appunto, tristemente noti per la loro sanguinarietà, si macchiarono di orribili delitti e nefandezze.
Nel XIII secolo fu usurpato dai potentissimi Conti del Tirolo, quindi conquistato da Ezzelino da Romano e dai 'da Carrara' signori di Padova, fino a che il Cardinale Bernardo Clesio non lo riscattò nel 1531.
Tranne sporadici passaggi di mano a capitani Imperiali, appartenne al vescovado Trentino, che lo affidò a diversi nobili fedelissimi (tra i quali i Wolkenstein), fino ai primi anni del ventesimo secolo quando, con la soppressione del principato e dopo un perido di abbandono e depauperamento, fu venduto ad una società tedesca che lo utilizzò come centro studi.
Le sue vicissitudini comunque non terminarono, il centro studi ospitò il poeta indù Jiddu Krishnamurti, che nel 1925 venne proclamato 'il nuovo Budda', trascinandosi una schiera di adepti ai quali dettò i suoi teoremi teosofici.
Il semi-diroccato maniero divenne luogo di magie e polo di attrazione spirituale.
Una bionda signora americana, appassionata di scienze occulte, sognò un tenebroso castello incantato e partì per la meta ignota
e, dopo diversi mesi di peregrinazione per mezza Europa, per un puro caso si trovò a passare da queste contrade ed immediatamente riconobbe le forme del maniero.
Si insediò nella comunità e fu oggetto di evocazioni magiche con apparizioni di entità evanescenti tra i fumi del camino...
Avvenimenti non particolarmente 'graditi' dalla popolazione della cittadina che si prodigò in numerose manifestazioni di protesta.
Dopo la seconda guerra mondiale venne acquistato dal Comune di Pergine e successivamente ceduto a privati nel 1956, che lo restaurano destinandolo a ristorante-albergo.
Quello che maggiormente affascina il visitatore casuale di CastelPergine, oltre naturalmente alla straordinaria posizione panoramica, è la particolarissima atmosfera decadente e leggermente surreale creata da queste strutture che 'profumano' di vecchio,
di originale, di profondamente 'vissuto', con tutti i segni della vecchiaia e delle manipolazioni ancora ben leggibili, nonostante le pesanti trasformazioni barocche e i restauri moderni.
I restauri evidentemente sono stati condotti con vera intelligenza, non hanno concesso nulla a sovraelementi impropri, lasciandoci intatta la sobrietà e il minimalismo scomodo delle cose vere.
Oltretutto in un constesto ambientale veramente pregevolissimo e intatto.
In poche parole, ci si inebria interamente del fascino di un 'vero' castello medioevale.
E', in fondo, quello che veramente cerchiamo nell'ammirare un castello, nel desiderio di trovare mistero e scoperta.
Ma che quasi mai troviamo, annegato tra restauri, rifacimenti, barocchismi, raffinatezze varie, contesti ambientali totalmente stravolti, stravolgimenti d'uso del tutto impropri.
Stravolgimenti che vanno dall'asettico museo all'elegantissimo, esclusivissimo albergo ristorante.
approfondimenti
bibliografia Pergine Valsugana e Alta Valsugana |
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titolo | autore | edizione |
Guida di Pergine Valsugana | autori vari | 1995 |
I Castelli del Trentino - vol.II | Aldo Gorfer | Ed.Saturnia - Trento 1987 |
Cenni di storia della Valsugana | Carlo Ferrari | Biblioteca Cominale - Borgo Valsugana, 1983 |
Attualmente il Castello di Pergine è di proprietà privata ed è adibito a ristorante-albergo che, con le sue sale da pranzo, occupa la 'sala del trono' e quella 'del giudizio', mentre nel mezzanino c'è la stanza degli strumenti di tortura e la spaventosa prigione del 'supplizio della goccia'.
Al primo piano è visibile la cappella gotica di Sant'Andrea.
Ospita mostre personali di artisti contemporanei ed eventi musicali.
E' chiuso nei periodi invernali (vedere informazioni nel sito).
Vi si accede in automobile da Pergine fino al piccolo parcheggio sotto la cuspide sommitale del colle.
Fantastica la breve passeggiata attorno alle mura che richiede almeno una ventina di minuti.