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Duomo di Venzone

Venzone - Carnia, Friuli

Venzone (Vençon in Furlan), salotto tra le mura e città della lavanda

La cittadina è nota soprattutto per essere stata uno dei principali luoghi del terremoto del Friuli 1976, con epicentro nei pressi del monte San Simeone (m.1506) proprio dirimpettaio a Venzone e non lontano da Gemona del Friuli.

La sua storia ha radici antichissime, trovandosi in strategica posizione lungo importanti vie, alla congiunzione tra la valle del fiume Tagliamento e la valle del Fella o Canal di Ferro, non lontano dallo sbocco in pianura presidiato da Gemona del Friuli.
Fu uno dei transiti della preistorica Via dell'Ambra, tra il mar Baltico e Aquileja, snodo e punto di raccordo con le civiltà mediterranee.
L'antico tratturo venne potenziato e 'infrastrutturato' dai romani e divenne la via Iulia Augusta che da Aquileja dirigeva a Iulium Carnicum (Zuglio) e ai passi Monte Croce Carnico e Tarvisio, quindi ad Auguntum (Lienz) e Virunum (Klagenfurt) e verso il Norico (Austria, Salisburgo, Germania). Via che qualcuno ipotizza si sdoppiasse proprio a Santa Lucia di Venzone.
Naturale, quindi, che fin da tempi antichissimi l'insediamento fosse vocato a presidio militare.

Venzone, dichiarata monumento nazionale e aderente al circuito dei "Borghi più belli d'Italia", è l'unico esempio nel Friuli di città fortificata dell'epopea comunale trecentesca. E' stata quasi interamente fedelmente ricostruita dopo il terremoto, riportandola allo splendore medioevale.

La storia si articola in numerose interessanti fasi:

preistoria e storia antica

Come già accennato, era luogo di transito sulla via dell'Ambra, freqentato dai Celti (500 a.C.) e poi dai romani lungo la via Iulia Augusta (nome coniato nel 1800).
Uniche tracce sono i reperti archeologici riguardanti il Castrum romano, nell'area ora occupata dal Duomo. Ipotizzabile un villaggio già allora fortificato.

dominazione Carolingia (776-952) e periodo feudale

Il territorio friulano è fortemente marchiato dalle terribili ondate di invasori: dagli Unni (che distrussero Aquileia) ai Quadi ai Marcomanni ai Visigoti agli Ostrogoti ai Longobardi ai Franchi Carolingi agli Ungari.
Solamente i Longobardi s'insediarono pacificamente e con un 'progetto di civiltà' creando il primo ducato con sede a Forum Iulii (Cividale del Friuli), mentre è dovuta ai Carolingi l'organizzazione della struttura feudale e il radicamento del Cristianesimo, con la creazione della Marca di Verona e Aquileia, sfociata nelle nomine di Vicari Imperiali e la costituzione di Principati Vescovili.

I primi documenti riguardanti l'antico borgo sono una citazione Carolingia del 923 delle 'Clausas de Albiciones' o 'Clausa de Abintione', che fa ipotizzare il toponimo poi storpiato in Avenzone, e un diploma dell'imperatore Ottone III del 1001 che concedeva i vasti e ricchi territori di pascolo, allo sbocco del Canal del Ferro, al Patriarcato di Aquileia.

mappa di VenzonePatriarcato di Aquileia (1077-1348)

Nel 1077 il territorio alla congiunzione tra il Fella e il Tagliamento è assorbito dal Patriacato e s'impone fin da subito come sondo strategico e di controllo per i traffici commerciali, oltre che per la difesa della pianura friulana.
Il feudo, denominato Terra di Venzone, viene affidato alla potente famiglia Mels che ne rafforza il prestigio ottenendo il riconoscimento di Comune nel 1247 e istituendo un importante mercato settimanale, frequentato anche dai contadini delle alte valli.
Di quel fulgido periodo l'esigenza di creare un vero e proprio sistema difensivo, con la costruzione, attorno al borgo, di una doppia cinta muraria inanellata da un fossato alimentato con l'acqua del torrente Venzonassa. L'opera fu voluta da Glizoio de Mels nel 1258 e doveva comprendere una serie di opere accessorie importanti tra le quali ben 5 castelli (probabilmente sui ruderi di opere feudali) posizionati nelle alture circostanti, in posizione strategica a controllo dei transiti in valle.

Nel 1335 il feudo, comprendente anche Gemona, venne ceduto a Giovanni Enrico da Gorizia.
Poco dopo Bertrando di San Genesio dovette procedere con le maniere forti ed espugnare la cittadina per riportarla nel dominio del Patriarcato di Aquileia. Lo stesso Bertrando, divenuto patriarca, nel 1338 consacrò il nuovo Duomo.
Un decennio dopo altro passaggio di mano e la cittadina si ritrova sotto il protettorato imperiale nel ducato di Carinzia del duca Alberto II d'Austria.
Con la bolla pontificia di Bonifacio IX del 1391, Venzone acquisisce il titolo di Pieve parrocchiale, distaccandosi dalla Chiesa Matrice di Gemona.

Il vivace periodo di splendore non durò a lungo, i castelli caddero in rovina. Complice il tremendo terremoto del 1348 e la decadenza del Patriarcato, Venzone si trovò coinvolta nelle burrascose vicende comunali soprattutto nel campanilismo contro Gemona, altra realtà comunale. Per ritrovarsi poi alleata dei Veneziani nelle dispute contro l'espansionismo aggressivo dei Carraresi, signori di Padova e perfino le incursioni degli Scaligeri.
Entro le mura si trova un palazzo che sembra appartenuto alla famiglia Scaligera e una delle Mummie (il Gobbo) dovrebbe essere un membro di tale dinastia.

Dominio veneziano (1420-1797)

E' del 1420 la 'donazione' (o secondo altri assoggettamento) di tutto il Friuli, Goriziano escluso, al nascente 'Stato da Tera' veneziano allora guidato dal doge Tommaso Mocenigo, potente (e ricchissima) realtà alla quale non si poteva sfuggire.
Bene o male il dominio veneziano garantì quasi 400 anni di prosperità, pace e ricchezza, interrotta solamente per le vicende dovute alla Lega di Cambrai, grazie all'illuminata scelta di lasciare amplissime autonomie locali.
La Patria del Friuli, con sede a Udine e un Parlamento fatto di rappresentanti delle città più importanti, clero e nobili (realtà che parzialmente si sovrapponeva al Patriarcato - vedi approfondimenti), era quasi una contea indipendente, un protettorato, che faceva riferimento a Venezia per le esigenze militari e politiche di alto livello.
La grande via di transito da e per il Nord Europa, causa anche il nuovo assetto geo-politico internazionale con la 'scoperta' delle Americhe, perse via via d'importanza, tuttavia sempre fortissimi restano i legami con l'Impero Austriaco.
In questo scenario la tranquilla e laboriosissima vita locale, fatta di contadini, pastori e malgari, montanari, abilissimi artigiani, furbi commercianti e di tante osterie e viandanti.
Infine l'uragano che sconvolse tutto il Veneto e il Friuli, abolendo definitivamente il Parlamento della Patria del Friuli, Napoleone.

Francesi, Austiaci, Italiani

Nuovi assetti politici s'impongono, anche Venzone segue le vicende dello Stato Veneto e l'assetto delineato dal Trattato di Campoformio, nulla è più come prima, si succedono Francesi, Austriaci, ancora Francesi e ancora Austriaci e poi i Savoia.
Tutti rapaci di risorse, tutti fortemente accentratori.
Ne fa le spese il popolo, che si ritrova alla fame, costretto all'emigrazione.
E poi la tragedia della Grande Guerra, inutile carneficina di giovani ragazzi.

il terremoto del 1976 e il dopo terremoto

La ricostruzione è avvenuta in maniera esemplare, utilizzando le pietre originali e riedificando con le stesse tecniche e sugli stessi disegni originali. Una ricostruzione accuratamente filologica detta 'anastilosi', realizzata in tempi relativamente brevi. Questa cura e questa dedizione è ora diventata uno degli aspetti più premianti, con importanti ritorni nel settore turistico.

La cittadina ambisce a ritrovare un ruolo lungo le nuove vie di transito, turistico/religioso in questo caso.
Di qui passa un ramo della pista ciclabile Alpe-Adria ricavata gran parte sul sedime del vecchio tracciato ferroviario della Pontebbana e il ramo denominato "Romea Allemagna" della più vasta "Romea Strata", il percorso di pellegrinaggio che dall'Europa centrale dirige a Venezia e a Roma, sulle tracce degli antichi pellegrini per la Città Eterna e per Gerusalemme.

Monumenti, opere d'arte, luoghi e cose da vedere

il Duomo di Venzone
Di forme romanico-gotiche, molto luminoso ed arioso all'interno, risale agli inizi del '300.
Probabile l'edificazione su ben più antiche strutture, forse anche di un tempio pagano, certo solo il fatto che nel luogo e sul sagrato sono state renvenute tracce e fondamenta di un Castrum romano.
Venne consacrato da Bertrando di San Genesio, Patriarca di Aquileia, nel 1338 e dedicato a Sant'Andrea Apostolo.
Il pregevole organo barocco è del 1792.
Il duomo venne più volte restaurato o ricostruito, causa i terremoti succedutesi nei secoli, fino alla pregevolissima ricostruzione per anastilosi seguita al terremoto del 1976.
le Mummie di Venzone
Sul sagrato del Duomo, la duecentesca Cappella di San Michele è la sede del Museo Permanente delle Mummie di Venzone, custodite nella cripta.
Si tratta dell'esposizione di alcuni tra gli oltre 40 corpi mummificati rinvenuti all'interno del Duomo, o all'esterno attorno ai muri, estratti a partire dal 1647 per lavori di bonifica o restauro.
La prima mummia rinvenuta dovrebbe essere un notabile Scaligero, nota oggi come 'Il Gobbo', risalente alla fine del 1300.
Le varie mummie risalgono ad epoche diverse, comprese tra il XIV ed il XIX secolo. La mummificazione è del tutto naturale ed è dovuta alle particolari condizioni ambientali che hanno permesso ad una muffa, la Hupha bombicina Pers, abbinata alla forte presenza di solfato di calcio nel terreno, di disidratare i tessuti.
Fin dal 1700 le mummie furono oggetto di 'valorizzazione turistica' ed attrassero numerosi visitatori, tra i quali viene annoverato perfino il Napoleone nel 1807. Fortunatamente il rapace requisitore di preziose opere d'arte non si accapparrò anche questi 'souvenir'.
la cinta muraria trecentesca
Probabili infrastrutture molto più antiche a difesa del borgo, reperti archeologici testimoniano l'esistenza di un Castrum romano.
La doppia cinta muraria, circondata da un largo fossato, fu voluta da Glizoio de Mels nel 1258. La cittadina fortificata doveva essere il punto focale di un vasto sistema difensivo e di controllo della viabilità medioevale, comprendente vari castelli e torri di vedetta accuratamente dislocati nei dintorni in posizioni ottimali. La doppia cinta di mura era punteggiata da 15 (o 16?) robuste torri. I muri dovevano essere alti almeno otto metri e spessi almeno un metro e mezzo, per un perimetro di circa 1300 metri. Il colore grigio dei grossi cubi di calcare a vista rendevano alla fortezza un aspetto decisamente austero e la forma massiccia e tozza dell'infrastruttura una minacciosa aureola di inespugnabile.
Le mura posano su di un irregolare terrapieno a forma di patata e fanno pensare ad un adattamento su di una 'Motta', cumulo in parte naturale specie lungo i fiumi, realizzato in epoca preistorica con l'insediamento di un villaggio fortificato, quasi sempre poi sfruttato in epoca romana quale accampamento militare (semipermanente o a volte permanente) tipicamente protetto da palizzata di legno.
Si tratta di una tipologia costruttiva ben nota specie nella pianura veneta, si pensi a Cittadella e a Montagnana (Motta-AEniana) e alle loro mura anch'esse realizzate su resti di Motte preistoriche, alternative di pianura ai Castellieri realizzati sulle colline specie della pedemontana.
Nell'angolo nord-ovest, in posizione rialzata, due torri si affacciavano a controllare il traffico sull'importante arteria stradale che scende dal nord Europa passando per il passo di Monte Croce Carnico o, ancor più facilmente, per il valico di Tarvisio. Importantissimo transito già conosciuto in epoca preistorica, poi infrastrutturato, soprattutto per esigenze militari, in epoca romana e noto come via Iulia Augusta.
Venzone è l'unico esempio di città medioevale fortificata rimasto nel Friuli.

Il terremoto del Friuli 1976 a Venzone Il terremoto del Friuli 1976 a Venzone Il terremoto del Friuli 1976 a Venzone Il terremoto del Friuli 1976 a Venzone Il terremoto del Friuli 1976 a Venzone Il terremoto del Friuli 1976 a Venzone Il terremoto del Friuli 1976 a Venzone Il terremoto del Friuli 1976 a Venzone Il terremoto del Friuli 1976 a Venzone
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Storia di Venzone e del Friuli Storia di Venzone e del Friuli Storia di Venzone e del Friuli

Venzone

Venzone si trova in provincia di Udine, a circa 35 km. a nord del capoluogo. Dalla ben più nota Gemona del Friuli dista una decina di chilometri.
Si raggiunge facilmente percorrendo la statale Pontebbana (SS13).
Venzone dista circa 65 dal valico di Tarvisio ai confini con Austria e Slovenia.
Da Venzone si può percorrere la strada della Mauria per dirigere in Cadore o risalire il Passo Monte Croce Carnico per l'Austria.
In autostrada, A23 'Alpe-Adria' (Palmanova-Tarvisio), conviene uscire al casello di Amaro-Carnia per poi ridiscendere alcuni chilometri della Pontebbana direzione Udine.
In treno nei pressi del paese vi è la stazione ferroviaria sulla linea della nuova Pontebbana, con fermate di treni locali da Udine.
Venzone può essere raggiunta percorrendo una variante della pista ciclabile Alpe-Adria, gran parte sul sedime del vecchio tracciato ferroviario della Pontebbana.
la festa della Zucca
E' una rievocazione storica in costume medioevale che si tiene all'interno delle mura il quarto fine settimana di ottobre.
la lavanda di Venzone
approfondimenti