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Casone a Bosco di Rubano

Rubano (Padova)

Laghetto e parco etnografico di Bosco - Rubano

Un'antica ansa del Brenta abbandonata dal fiume nelle sue innumerevoli divagazioni nella paludosa pianura veneta. L'attività di escavazione della sabbia durata per decenni, ed infine l'abbandono.
Quindi il recupero ambientale di questo interessantissimo e notevolissimo sito naturalistico.

Un laghetto alimentato dalle falde acquifere superficiali, acque di risorgiva, vive, generose. Un anello, tutt'attorno, di bosco rinselvatichito naturalmente, ma di piante autoctone che ricostruiscono con precisione la struttura dei boschi della grande pianura alluvionale. Un'area a prati ed orti dati in concessione a privati e la ricostruzione fedele di una fattoria veneta e di un 'casone veneto'.

Il casone era la tipica abitazione delle povere famiglie bracciantili. In genere sorgeva sulle aree marginali dei grandi appezzamenti padronali ed ha punteggiato, per oltre un millennio, l'orizzonte della campagna veneta. Il fattore od il latifondista concedevano un fazzoletto di terra per tirare su la povera abitazione e coltivare un orticello.
E' un esempio di architettura, anzi sarebbe proprio il caso di definirla 'opera d'arte', che sfruttava in maniera mirabile le risorse che la campagna alluvionale offriva: paglia (di segale), terra per le pietre crude, frasche, latole e canne e arbusti palustri. E' senz'altro il più straordinario esempio di integrazione tra animali, uomini e lavoro, un capolavoro di efficenza bioecologica, un'opera d'arte dal design pulitissimo, funzionalissimo, semplice ed elegante.

Il casone, un capolavoro.
Bosco di Rubano Bosco di Rubano Bosco di Rubano Bosco di Rubano Bosco di Rubano Bosco di Rubano Bosco di Rubano Bosco di Rubano Bosco di Rubano Bosco di Rubano Bosco di Rubano Bosco di Rubano Bosco di Rubano Bosco di Rubano

Laghetto e parco etnografico a Bosco di Rubano

Rubano è il primo grosso comune della cintura urbana di Padova che si incontra sulla strada per Vicenza. E' abbondantemente servito di collegamenti con il centro città tramite autobus urbani e autocorriere che raggiungono pure le frazioni di Bosco e Villaguattera.

Il parco etnografico, e l'annesso laghetto, si raggiungono svoltando a destra (provenendo da Padova) al semaforo del Municipio di Rubano e proseguendo per un paio di chilometri sulla strada per il Bosco. Sulla sinistra si intravvede la distesa di campi sui quali sorge una grande casa rurale, adibita a centro visitatori e mostre, e la ricostruzione di un 'casone' veneto. Il laghetto si trova nelle immediate vicinanze.

via Valli, 2 (loc. Bosco) - 35030 Rubano (Padova)
Il parco è di proprietà del Comune di Rubano ed è gestito da associazioni cooperative: www.parcodirubano.org.

E' sorto attorno ad una vecchia cava per l'estrazione della sabbia e comprende un laghetto ed un'area verde con bosco rinaturalizzato e prati in parte adibiti a orti dati in concessione.

Il parco è dotato di strutture museali e di ricevimento, concretizzate in una fattoria didattica e la ricostruzione fedele di un tipico casone veneto. Il casone è interessantissimo ed è completamente arredato con mobilio originale e attrezzi agricoli tipici della vita contadina. E' un tuffo nell'atmosfera quotidiana di una tipica famiglia della povera campagna padovana di un secolo fa.
  • attività di educazione ambientale per le scuole
  • visite guidate per gruppi, associazioni e scolaresche
  • corsi di formazione, seminari, incontri culturali su temi di storia locale e temi ambientali
  • animazione culturale per i giovani, campi estivi ed iniziative ricreative-culturali per scolaresche
  • ristoro nella fattoria adibita a centro visite, sala da pranzo che ricostruisce fedelmente la cucina di una tipica fattoria veneta
  • sale per mostre, riunioni, convegni e corsi

Il laghetto è uno dei numerosi esempi di bacini di acqua di risorgiva, creato artificialmente quale risultato delle escavazioni selvagge del secolo scorso.
Qui infatti vi era una cava di ghiaia in una delle antiche anse del fiume Brenta, interrata già in epoca romana. L'andamento sinuoso delle anse del paleo-alveo del Brenta si può apprezzare con le foto satellitari.
Fino agli anni '60 tutta l'area era campagna aperta, minuziosamente lavorata. La cava era operativa tra gli anni '70 e '80 del secolo scorso.
Come molte altre nel padovano e nel veneziano, finito lo sfruttamento minerario, il sito è stato abbandonato e, in maniera quasi spontanea, si è rinaturalizzato. Un contributo essenziale è dovuto ad un comitato locale, che in maniera lungimirante ha visto le potenzialità naturalistiche del luogo.
L'area è stata poi acquisita, parzialmente, dal Comune di Rubano, e trasformata in parco naturalistico.