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Venezia: squero San Trovaso, campo e chiesa di San Trovaso

Gli squeri sono i cantieri dove si fabbricano le Gondole e altre imbarcazioni di piccole dimensioni dal fondo piatto tipiche della navigazione lagunare.
Interessante il nome, forse dalla parola greca "eskharion" (cantiere, scivolo per il varo) oppure la derivazione 'masticata' alla veneziana di 'squadra' nel senso di gruppo organizzato con diverse specializzazioni di lavoro, sinergico ad un risultato. Altre ipotesi indicano il nome da 'squara' l'attrezzo usato dai falegnami.

Quello di San Trovaso, lungo il rio di San Trovaso alle Zattere che sbocca nel Canale della Giudecca, è uno degli ultimi rimasti e, forse, il più caratteristico e significativo.
L'attività di questo squero è testimoniata fin dal '600, il cantiere e le case d'abitazione degli 'squerarioli' (artigiani maestri d'ascia) sono del tutto anomali rispetto al contesto urbano di Venezia.
Ricordano infatti le case di montagna cadorine, luogo di provenienza dei primi artigiani carpentieri e del legname da costruzione.

La gondola è una barca del tutto particolare. E' asimmetrica e si manovra con un solo remo propulsore.
Misura m. 10,85 di lunghezza per m. 1,40 circa di larghezza. Pesa 350 kg. ed è composta da circa 280 pezzi di legno di diversa natura.
Il ferro di prua delle gondole, detto 'fero da pròra' o 'dolfin', serve a bilanciare il peso del gondoliere.
Sotto la lama principale ha una specie di pettine formato da sei denti (rebbi) che hanno il preciso significato di ricordare i 'sestieri' (= sei zone) con cui è suddivisa Venezia. Un dente si protende all'indietro (verso il centro della gondola) ed indica l'isola della Giudecca, separata dall'omonimo canale dalle altre isole di Venezia che formano un nucleo compatto.
A volte tra i sei rebbi sono inseriti tre fregi che uniscono a due a due i rebbi, ad indicare i tre ponti sul Canal Grande: ponte degli Scalzi (Santa Lucia), ponte di Rialto e ponte dell'Accademia.
Il pezzo più pregiato, tanto da essere considerato vera e propria opera d'arte, è la 'forcola', il sostegno per il remo che può assumere diverse posizioni a seconda della manovra o della propulsione.

Costruire una gondola è opera molto difficile, tutto a mano con un disegno del tutto irrazionale e asimmetrico, richiede una grandissima esperienza.
Manovrare una gondola è altrettanto difficile.
Non tragga in inganno la facilità e l'eleganza con cui i gondolieri governano quell'imbarcazione estrememente funzionale agli stretti canali e ai bassi fondali, un solo remo è la soluzione ideale e geniale.
Manovrare una gondola è una difficile variante della voga alla veneta. Si spinge il remo in avanti stando in piedi, si deve lavorare di gambe e bacino e spingere in avanti le braccia, contemporaneamente servono rotazioni particolari (e faticose) di polso per mantenere sempre il remo in acqua, sia per l'effetto propulsivo e sia per direzionare ed equilibrare la barca.

La chiesa di San Trovaso, contrazione dei nomi dei santi Gervasio e Protasio, è a due facciate simmetriche una rivolta all'omonimo canale e l'altra che s'affaccia al Campo con un grande pozzo d'acqua al centro (e altri due poco lontano).
Tradizione vuole che i due ingressi servissero per separare le due fazioni rivali del quartiere, i Castellani e i Nicolotti, al fine di evitare risse quando si recavano in chiesa. Non a caso il ponte adiacente si chiama 'Ponte dei Pugni'.
Richiama le classiche linee palladiane tipiche di fine cinquecento quando la chiesa venne rifatta su precedenti strutture molto antiche, probabilmente del IX secolo.
L'interno è impreziosito da opere del Tintoretto e Palma il Giovane.
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