Monte Fior e Castelgomberto - Melette di Foza
Campi di battaglia e trincee sul monte Fior-Spil (m.1824) e il monte Castelgomberto
Su queste balze infernali combatteva e moriva la 'mejo' gioventù europea. Testimone di quei tragici avvenimenti Emilio Lussu nel suo libro 'Un anno sull'Altipiano', drammatico resoconto di avvenimenti in questi spaventosi luoghi.Ispirato al libro il film "Uomini contro", di Francesco Rosi.
Introduzione storica
Tra il Castelgomberto, il Fior e il Valbella, oltre la val Frenzela, correva la linea di massimo arretramento e di massima resistenza italiana a giugno 1916, sulla spinta della Offensiva di Primavera, la Strafexpedition.Il Castelgomberto-Fior-Melette divenne un invalicabile baluardo che bloccò l'avanzata che mirava alle discese nel Canal di Brenta, e di conseguenza verso Bassano, per la Marcesina e Enego e per la val Frenzela e Valstagna.
Il settore delle Melette era definito "la chiave degli altipiani".
L'importanza dell'avanzata tra il 5 e il 9 giugno, da parte austriaca, è sottolineata dalla presenza sul campo dell'Imperatore Carlo.
A pianificare la sanguinosissima battaglia di sfondamento fu personalmente il generale Conrad.
A malga Slapeur fu poi insediato il comando Bosniaco.
La linea del fronte arretrò sull'Ortigara-Zebio-Assa con la successiva ritirata austriaca che razionalizzava la linea imperiale, vista l'impossibilità di sfondare verso la pianura veneta.
Tutto il settore delle Melette venne nuovamente occupato dagli austriaci con l'avanzata del novembre 1917, che ridisegnava, raddrizzandola, la linea del fronte anche sugli altipiani, dopo la disfatta di Caporetto e l'arroccamento italiano sul Grappa.
Il monte Fior divenne fondamentale nel bloccare per qualche giorno l'offensiva austriaca, permettendo l'arroccamento del grosso delle truppe a sud della val Frenzeala. Vi furono atti di grandissimo eroismo.
La massima resistenza italiana si ritirò sulla linea dei "Tre Monti", a sud di Gallio oltre la val Frenzela, dove fu fermata l'ultima offensiva con una delle più grandi battaglie d'artiglieria campale della Grande Guerra.
Ancor oggi tutto questo settore è punteggiato di cippi commemorativi, piccoli monumenti, lapidi, resti di cimiteri e sepolture sparse.
Il Castelgomberto si affaccia a dominare la piana di Marcesina, bellissimo scorcio paesaggistico, ed è caratterizzato da una imponente bancata calcarea che si presenta come una muraglia verso nord-ovest, da dove provenivano gli attacchi austriaci. Da questa struttura, forse, il toponimo 'Castel'.
Venne perciò traforato e scavato di trincee a formare una specie di invalicabile fortezza. Sotto la modesta cima un labirinto di gallerie di servizio.
Il monte Fior-Spil, più elevato e di poco più a sud, domina in maniera spettacolare l'opposto versante che va dalla piana di Asiago-Gallio alla profonda val Frenzela alle propaggini dell'altopiano verso il Canal di Brenta e il Grappa. Le bancate rocciose di calcare, trovandosi a quota più bassa, riemergono nella cosidetta 'Città di Roccia', mentre il colmo di cima si presenta come una regolarissima gobba erbosa.
Non essendoci ostacoli naturali in superficie, le trincee vennero scavate con un particolare e regolare disegno, a U rovescia quasi da manuale e difficile da vedere altrove, in modo da cercare protezione dai tiri diretti e nello stesso tempo contrastare gli assalti all'arma bianca.
Nei due periodi cruciali di arroccamento sul Fior-Spil i belligeranti si trovavano trincerati a poche decine di metri sui versanti del colmo erboso, come ancora si può ben apprezzare. Vennero scavate gallerie di attraversamento del dosso erboso, alcune delle quali visibili (con estrema prudenza).
E' proprio su queste trincee che combattè Emilio Lussu, come ricordato nel suo famoso libro. Un luogo, quindi, assolutamente da visitare per poter cogliere la pienezza di quelle parole.
Per l'escursione al monte Spil-Fior e Castelgomberto vedi la scheda:
