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la guera granda - la grande Guerra d'Europa - prima guerra mondiale

All'epoca la grande guerra veniva chiamata 'La guerra d'Europa', solo successivamente si affermarono denominazioni quali Grande Guerra (Guera Granda a livello popolare) e, soprattutto, Prima Guerra Mondiale.

premessa e principali fasi della grande guerra nel triveneto

Gli austro-ungarici, tra il 1914 e il 1915 erano impegnati nel fronte Russo. Sul fronte italiano, fino ad allora con l'Italia 'neutrale', contavano nella cintura delle fortezze attorno a Trento per fermare eventuali avanzate italiane, con un ridottissimo numero di soldati.
Il fronte delle Dolomiti era addirittura praticamente sguarnito, ma ben presto venne attrezzata una linea difensiva arretrata rispetto al confine, contando sulle favorevolissime dorsali montuose del Lagorai e delle Dolomiti di Sesto.
L'Italia entrò in guerra con baldanza e incoscenza, convinta di una facile vittoria in breve tempo, già pensando all'annessione del Trentino e della Venezia Giulia, nonostante le trattative e l'offerta austriaca di concedere quei territori in cambio della neutralità italiana.
  • 24 maggio 1915 - entrata in guerra dell'Italia e 'guerra dei forti' nell'altopiano di Asiago e negli altipiani trentini
  • giugno 1915 / agosto 1917 - dodici battaglie del Carso
  • maggio/giugno 1916 - spedizione austro-ungarica 'offensiva di primavera' (detta Strafexpedition, spedizione punitiva), sull'altopiano di Asiago, Valdastico-Pasubio
  • giugno 1916 - arresto dell'offensiva di primavera sul Novegno e sul versante sud dell'altopiano di Asiago
  • luglio 1916 - arretramento austro-ungarico nell'altopiano sulla linea Ortigara-Zebio-Assa
  • 1916/1917 - arroccamento nei fronti dolomitici (Dolomiti Ampezzane, Col di Lana, Marmolada, Lagorai) e prealpini (Pasubio/Altipiani)
  • 1916/1917 - guerra di posizione nelle Dolomiti e Lagorai, 'guerra delle mine' nelle Dolomiti e sul Pasubio
  • giugno 1917 - offensiva italiana e grande battaglia dell'Ortigara
  • 24 ottobre 1917 - disfatta di Caporetto
  • novembre 1917 - ritiro da tutto il fronte Dolomitico e dal Lagorai
  • novembre 1917 - arroccamento sul Grappa e sulla Piave
  • fine novembre 1917 - battaglia d'arresto sul Grappa
  • novembre/dicembre 1917 - offensiva austro-ungarica sull'altopiano di Asiago e battaglie dei Tre Monti
  • giugno 1918 - offensiva austro-ungarica principalmente sul Grappa nota come Battaglia del Solstizio
  • ottobre 1918 - battaglia della Vittoria italiana, attraversamento del Piave nella zona del Montello
  • 3 novembre 1918 - armistizio di Villa Giusti a Padova
mappa generale prima guerra mondiale mappa generale prima guerra mondiale
inquadramento generale dei teatri degli avvenimenti in Europa e nel Triveneto
la guera granda (1914-1918)
inquadramento generale
28 giugno 1914E' il drammatico giorno dell'assassinio, a Sarajevo, dell'Arciduca d'Austria-Ungheria Francesco Ferdinando. Il cerino che fa esplodere la prima guerra mondiale
28 luglio 1914L'Austria dichiara formalmente guerra alla Serbia. E' "Guerra d'Europa".
30 luglio 1914Appoggio Russo alla Serbia
1 agosto 1914La Germania entra in guerra contro la Russia
3 agosto 1914La Germania dichiara guerra alla Francia
4 agosto 1914L'Inghilterra dichiara guerra alla Germania
6 agosto 1914L'Austria dichiara guerra alla Russia
12 agosto 1914La Francia dichiara guerra all'Austria
23 agosto 1914Il Giappone dichiara guerra alla Germania
settembre 1914Battaglia di Masuri e sconfitta Russa ad opera dei Tedeschi
6/12 nov 1914Battaglia della Marna e sconfitta Tedesca ad opera Francese
febbraio 1915Manifestazioni e scontri di interventisti in varie città d'Italia
marzo 1915L'Austria promette all'Italia la cessione del Trentino
26 aprile 1915Impegno italiano di affiancare la triplice intesa (Francia, Inghilterra e Russia)
7 maggio 1915Affondamento del transantlantico americano "Lusitania" da parte di un sommergibile tedesco e conseguente coinvolgimento americano nella grande guerra
24 maggio 1915Entrata in guerra dell'Italia. Dal forte Verena, sull'Altopiano di Asiago, viene sparata la prima cannonata in direzione del forte Busa Verle al Vezzena
maggio 1915Battaglia dell'Isonzo
settembre 1915I Tedeschi occupano la Polonia e la Lituania, già territori Russi
5 ottobre 1915La Bulgaria si schiera con gli Imperiali Austro-Tedeschi
autunno 1915Offensiva Italiana sul Carso, seguiranno una serie di sanguinosissime, ed inutili, battaglie
febbraio 1916Battaglia di Verdun con in Tedeschi che perdono, sulle linee di difesa francesi, oltre 700.000 soldati
mag/giu 1916"Offensiva di primavera" la spedizione punitiva contro l'Italia, conosciuta come Strafexpedition
9 agosto 1916Truppe italiane occupano Gorizia
25 agosto 1915L'Italia dichiara guerra all'Impero Tedesco
27 agosto 1915La Romania entra in guerra a fianco dell'Intesa
22 novembre 1916Muore l'Imperatore d'Austria-Ungheria 'Checco Beppe', gli succede il nipote Carlo I
feb-mar 1917Rivoluzione russa (la Russia esce dalla guerra)
15 marzo 1917Lo Zar delle Russie, Nicola II, abdica
6 aprile 1917Anche i lontani Usa entrano in guerra a fianco degli Anglo-Francesi
24 ottobre 1917Disfatta italiana di Caporetto
novembre 1917Arresto sul fronte del Piave-Cima Grappa fino alle vittoriose controffensive italiane
3 marzo 1918Trattato di pace di Brest-Litovsk tra Russia e Germania. La Russia perde la Polonia orientale, i territori del Baltico, l'Ucraina e la Finlandia
21 marzo 1918Offensiva Tedesca sul fronte occidentale ai danni francesi
30 marzo 1918I Francesi, appoggiati dagli Americani, bloccano i Tedeschi sulla Marna
ottobre 1918Gli alleati Franco-Anglo-Americani liberano il Belgio e mettono in crisi la potenza militare tedesca
21 ottobre 1918Offensiva italiana dal Piave e decisivo attacco a Vittorio Veneto, gli imperiali sono alla disfatta
28 ottobre 1918Insurrezione in Cecoslovacchia contro l'Impero
30 ottobre 1918Si dimette il governo Austriaco
3-4 novembre 1918Armistizio tra Italia e Impero Austro-Ungarico
9 novembre 1918Il Kaiser Guglielmo II abdica, nasce la repubblica di Germania
12 novembre 1918Proclamazione della Repubblica Austriaca e smembramento dell'Impero Austro-Ungarico
la guera granda (1914-1918)
cronologia generale dei principali avvenimenti nel triveneto
24 maggio 1915

Entrata in guerra dell'Italia
La prima cannonata viene sparata dal forte Verena (Asiago), tuttavia il grosso dell'esercito italiano si trova schierato sul fronte del Carso
maggio/giugno 1915

Guerra dei forti negli altipiani
Breve, ma intensa e scoppiettante, la guerra di cannonate tra le fortezze degli altipiani veneti e trentini. In poche settimane, e decine di migliaia di colpi, le fortezze di entrambi i contendenti vengono demolite. Relativamente pochi i morti, dovuti principalmente ad improvvisate azioni offensive della fanteria italiana nel settore del Verena e di Rovereto
16 giugno 1915

fronte Carsico
Gli italiani conquistano il monte Nero
23 giugno 1915
18 agosto 1917

Dodici battaglie del Carso
Inutile mattatoio di 100.000 uomini. Si combattava ancora con concezioni tipicamente medioevali, i comandanti di entrambe le parti erano ancora personaggi dell'austera accademia ottocentesca che non consideravano minimamente le nuove tecnologie motorizzate e la potenza di fuoco devastante delle cannonate
1916

Costruzione della strada Cadorna
Con geniale intuizione Cadorna previde la possibilità di cedimento del fronte orientale e l'accorciamento del fronte con perno sul monte Grappa
1 gennaio 1916

inizia la 'guerra delle mine'
Mina austriaca sul Piccolo Lagazuoi
6 aprile
17 aprile 1916

Col di Lana
Mina austriaca e contromina italiana
maggio/giugno 1916

Strafexpedition
Spedizione punitiva, decisa a sfondare sugli altipiani trentini e veneti per prendere alle spalle la grande sacca verso il bellunese ed il Friuli. Fu una delle più grandi battaglie della storia, in cui si fronteggiarono un milione di uomini.
giugno 1916

Arresto della strafexpedition
Controffensiva italiana sull'altipiano di Asiago che costringe gli imperiali ad arroccarsi sulla linea Ortigara, Zebio, Interrotto, Val d'Assa, Tonezza, Pasubio
11 luglio 1916

la guerra nelle Dolomiti
Mina italiana sul Castelletto (Tofane)
17-23 settembre 1916

'guerra delle mine'
Mine e contromine sul Cimon di Tonezza
autunno 1916

Guerra di posizione e delle mine
Inumani, ed inutili, massacri tra l'Ortigara, il monte Zebio ed il Pasubio
14 gennaio 1917

anno nuovo nella 'guerra delle mine'
Mina austriaca sul Piccolo Lagazuoi, ne verranno fatte esplodere altre quattro nel corso dell'anno prima della ritirata di Caporetto
10-29 giugno 1917

tragedia sull'Ortigara
Battaglia per il tentativo di conquista dell'Ortigara, finisce con una carneficina di 36.000 morti
luglio-ottobre 1917

'guerra delle mine'
Ultimi atti della guerra in Dolomiti e Lagorai: ancora mine sul Piccolo Lagazuoi, sulla Marmolada, sul Sief-Col di Lana e Colbricon
fine settembre 1917

apoteosi della 'guerra delle mine'
Esplosione di dieci mine austriache in successione, con risposta di mina italiana. Nuova mina italiana il 22 ottobre
ottobre 1917

XII battaglia dell'Isonzo
Gli austro-ungarici affiancati dai più valorosi reparti tedeschi, usando nuovissime tattiche e dinamismo affidato a reparti motorizzati, sfondano 'in valle' la linea italiana. Tra i valorosi comandanti tedeschi si fa notare E.Rommel che poi diverrà famoso, anche grazie all'esperienza qui acquisita, come 'la volpe del deserto'
24 ottobre 1917

Caporetto
L'evento più disastroso della storia militare italiana. Un milione e mezzo di uomini allo sbando
27/31 ottobre 1917

Tagliamento
Si abbozza una drammatica, ma totalmente inefficace, difesa sul Tagliamento
9 novembre 1917

Dimissioni di Cadorna
Cadorna paga la sconfitta di Caporetto, viene sostituito da Armando Diaz che concepisce un nuovo tipo di tattica, la 'difesa elastica'. Cadorna, ancorato ad una concezione risorgimentale di guerra di posizione e ad una rigorosissima strategia, lascia a favore di un comandante dinamico anche se piuttosto indeciso. Tuttavia le geniali intuizioni strategiche di Cadorna, che previde il Grappa come cardine di una eventuale ritirata, definito per questo 'la trappola di Cadorna', salvano l'Italia dal perdere la guerra
novembre 1917

Ritirata sul Grappa
Le truppe di montagna che combattevano sul fronte dolomitico scendono lungo il Piave e vengono dirette sul Grappa
novembre 1917

Arroccamento sul Grappa
Perso l'attimo decisivo, da parte austro-ungarica, per attraversare la Piave si passa ad una guerra di posizione ed assalti per la conquista del Grappa. Da parte italiana, nel frattempo, venne fortificata e rinforzata la cima e le dorsali laterali
novembre/dicembre 1917

battaglia d'arresto sul Grappa
Quella che doveva essere una battaglia per rallentare l'avanzata imperiale si trasforma in una riscossa italiana. Fu una svolta epocale soprattutto 'filosofica e psicologica' dei soldati italiani che ora combattevano per un ideale di patria
novembre 1917

Offensiva sull'altipiano di Asiago
Conrad non demorde ancora dall'idea di sfondare il fronte sugli altipiani per dilagare in pianura. Attacchi e contrattacchi si susseguono ininterrottamente fino a gennaio 1918
dicembre 1917

Offensiva austro-ungarica sul Grappa
Nonostante le avverse condizioni climatiche si tentarono gli assalti alle ben posizionate geograficamente, ma ancora incerte e fragilissime, postazioni italiane. Presa dell'Asolone e del Pertica
24 dicembre 1917

'guerra delle mine'
Nuova, impressionante, mina austriaca devasta il 'Dente' italiano del Pasubio
21 gennaio 1918

'guerra delle mine'
Botta, e risposta italiana con mina sul 'Dente' austriaco in Pasubio
2 febbraio 1918

'guerra delle mine'
Botta, e risposta austriaca con mina sul 'Dente' italiano in Pasubio. Il botta e risposta prosegue ulteriormente con altri paurosi botti il 13 febbraio, il 24 febbraio, il 5 marzo fino all'apocalisse del 13 marzo con l'espolsione di 500 quintali di polvere sul Dente italiano
15-25 giugno 1918

Battaglia del 'solstizio'
Grande azione offensiva austro-ungarica. Fu l'ultima ondata, disperata, del grande esercito imperiale ormai alla fame. Gli Stati Uniti supportano con rifornimenti l'esercito italiano
settembre 1918

Concezione della battaglia offensiva
Con gli imperiali allo sfacelo ed i sempre più evidenti motivi di conclusione della guerra, il governo italiano insiste sul Comando Supremo per una offensiva volta a riconquistare il Veneto ed il Friuli in modo da non trovarsi in una situazione ambigua al tavolo delle trattative di pace
24-29 ottobre 1918

Battaglia decisiva
Tra il Grappa ed il Piave l'esercito italiano sfonda e sbaraglia definitivamente quello che era, allora, il più grande esercito ed il più grande impero del mondo. Gli italiani entrano a Vittorio Veneto. Crolla militarmente, politicamente ed economicamente un impero con 700 anni di storia. Non fu nemmeno a questo punto, nonostante tutto, una vittoria scontata, gli imperiali si difesero eroicamente fino all'ultimo
3 novembre 1918

La guerra è vinta
Reparti italiani entrano a Trento e a Trieste
3 novembre 1918

Armistizio che entra in vigore, di fatto, il 4 novembre
Viene firmato a Villa Giusti alla Mandria, periferia di Padova. Fine delle ostilità tra numerose polemiche, i soldati austro-ungarici sono lasciati allo sbando tra il Grappa e gli Altipiani

i preparativi Austro-Ungarici negli Altipiani

Costruzione della strada da Caldonazzo ai forti del Vezzena e di Luserna.

Costruzione della teleferica da Caldonazzo (ferrovia) a Monte Rovere (Lavarone). Durante la guerra fu sviluppata con diversi tronconi fino alla località di Campo Gallina (tra Bocchetta Portule e il Bivio Italia, dove si trovava il comando austriaco nella fase della guerra di posizione sull'Ortigara). Funzionò ininterrottamente per tutta la durata della guerra. Venne demolita nel 1920.

Costruzione dei forti "Verle" poco sopra il passo Vezzena, lo "Spitz" di Cima Vezzena (detto l'occhio dell'altipiano), il "Luserna", il "Belvedere" di Lavarone, il "Cherle", il "Sommo Alto" e il "Serrada" a Folgaria. Furono voluti dal generale Conrad che ne seguì personalmente le fasi di progettazione e di costruzione. Servivano alla difesa strategica di Trento e per preparare il terreno ad una possibile invasione verso la pianura veneta.


Le fortezze austriache vennero costruite con le più moderne tecnologie all'epoca disponibili. Molto curata la disposizione architettonica ai fini tattici, soprattutto contro gli assalti di fanteria, e il materiale da costruzione impiegato, con abbondante uso di cemento armato con travi in ferro adatto a resistere a granate da 280 mm.
Si trovavano in posizioni dominanti sfruttando le caratteristiche naturali del terreno roccioso, nel quale erano in gran parte scavati i locali più delicati. Erano tutti dotati di cupole girevoli in acciaio con inseriti modernissimi cannoni molto precisi anche se non molto potenti (105 o 120 mm.), adatti alle battaglie ravvicinate.

Cortile del Forte Belvedere di Lavarone.

Ora museo, è l'unico ben conservato. Interessantissima la visita per farsi una precisa idea di come erano costruite questo tipo di fortificazioni.

Altre postazioni interessanti da visitare a Lavarone sono l'ex comando austriaco sulla strada di Virti e l'osservatorio di Monte Rest.

principali fortezze austro-ungariche

i preparativi e le fortificazioni italiane negli Altipiani

Rispetto alle dirimpettaie fortezze nemiche, erano costruite con concetti più antiquati, in particolare le colate di cemento non avevano armature in ferro. Questa debolezza strutturale fu tuttavia compensata, in parte, dalle favorevoli posizioni ambientali che rendevano difficile centrarle. I forti italiani erano, generalmente, dotati di batterie di cannoni abbastanza potenti (149 mm.) su cupoloni girevoli in acciaio assai fragili, che vennero più volte traforati o rovesciati.


Forte di Cima Verena (m.2015).
Costruito tra il 1906 e il 1914 nella viva roccia in posizione strategica straordinaria, dominava la val d'Assa ed il Vezzena. Eccellente punto di osservazione, fu il dominatore incontrastato del settore per tutta la prima fase della guerra. Merita una accurata visita per rendersi conto delle devastazioni subite (stradina ciclabile, seggiovia, bar nel cortile interno). Difficile da colpire, fu l'unico che svolse un ruolo importante e destabilizzante coadiuvato dalle potenti batterie di cannoni posti nelle immediate vicinanze.
Fu demolito dalle cariche del mastodonte obice da 420 e dal cannone da 380 piazzati al Verena e a Millegrobe.

Le altre fortezze, invece, ebbero un ruolo marginale. Il valore strategico di postazioni così statiche e fragili era già superato all'inizio del conflitto e divenne del tutto inutile, per non dire ingombrante, dopo la sconfitta di Caporetto ed il nuovo tipo di concepire le azioni belliche con bocche di fuoco sempre più potenti e dimamismo sul campo.

principali fortezze italiane

Sono tutte visitabili ed interessanti per la posizione panoramica, usare prudenza e non entrare all'interno dei ruderi.

Il forte Interrotto sopra Camporovere era una ottocentesca caserma fortificata che serviva al sistema confinario assieme alle tragliate della Val d'Assa. Non ebbe rilevanza nella guerra dei forti. Fu fatto saltare dalla guarnigione nella ritirata del maggio 1916.

la 'guerra dei forti' negli Altipiani Veneti e Trentini

Alle quattro del mattino del 24 maggio 1915 viene sparata dal forte di Verena la prima cannonata contro il forte Verle e, con essa, l'Italia entra ufficialmente in guerra contro l'Impero Austro-Ungarico. Poco dopo rombano tutti gli altri cannoni dei forti italiani sul fronte degli altipiani.

Le granate che tempestano lo "Spitz" di Vezzena che non colpiscono l'aguzza cima, cadono a Levico e a Caldonazzo costringendo gli abitanti alla fuga. Contemporaneamente l'Austria abbandonò il confine in Valsugana (attuale confine tra Veneto e Trentino, poco oltre Primolano), raddrizzando la linea del fronte tra Borgo Valsugana e Levico, raccordando il sistema di fortificazioni dell'altopiano con le linee sulla catena dei Lagorai.

Distruzione e abbandono del forte Verle, in quattro giorni di bombardamenti ininterrotti fu colpito da oltre 5.000 granate, vennero sparati quasi 20.000 colpi. Il 30 maggio la fanteria italiana tenta l'assalto ma finisce miseramente intrappolata nel groviglio di campi reticolati posti a protezione della linea del fronte, e martoriata dalle cannonate del Luserna e dello Spitz.

Primo temerario tentativo di assalto anche verso lo "Spitz".

"Bandiera Bianca" sul Luserna semidemolito e preparativi di assalto italiani, ma il comando austriaco corre ai ripari sparando dal forte "Belvedere" di Lavarone, dal malconcio "Verle" nel frattempo rioccupato dalla guarnigione e dallo Spitz. Qualche giorno dopo sono fatte arrivare d'urgenza truppe scelte provenienti da altri fronti europei tamponando il momento critico.

Tentativi per annientare il forte italiano di cima Verena. Il difficile obiettivo venne colpito con gli obici da 305 posti sul monte Costalta.

principali fortezze e linea di confine negli Altipiani Veneti e Trentini

Dopo due mesi di rallentamento delle ostilità, dovuti alle riparazioni dei gravi danni subiti da ambo le parti nei primi otto giorni di tremende cannonate, all'inizio di agosto del 1915 riprende, in tutta la sua violenza, la seconda fase della guerra dei forti e degli obici. Il Verle viene di nuovo quasi completamente distrutto.
Nuova resa del Luserna, distrutto, e ammutinamento della guarnigione. Gravemente colpito anche lo "Spitz" di Vezzena. I violentissimi bombardamenti dureranno ininterrottamente per una decina di giorni.

Il 25 agosto primo assalto in grande stile della fanteria italiana contro i trinceramenti della zona del Vezzena. Sono usate ancora le vecchie tecniche di guerra ottocentesca (fucili ad un colpo e mazze uncinate ...). La difesa austriaca si avvale di soldati già reduci ed esperti dalle grandi battaglie del fronte russo. Pur con difficoltà annientano, con una carneficina, gli assalitori sull'altura del "Basson", poco più in basso del Passo Vezzena. Una strage di oltre 1000 soldati italiani, la più importante della prima fase di guerra che conterà "solamente" 1650 vittime. Pochi i morti nelle guarnigioni austriache ben appostati sui capisaldi fortificati. Medesimo fallimento anche per l'ardito tentativo di assalto allo "Spitz".

Nell'autunno il comando austriaco, in vista della progettata offensiva per la primavera 1916, decise di rendere inoffensivo il "Verena". Furono appositamente costruiti dalle fonderie Krupp quattro obici da 420 millimetri (i più grandi cannoni mai costruiti), sparavano, fino a 10 km, granate da 10 quintali alte 160 cm. Ne collocarono uno a Millegrobe di Luserna e uno a Serrada di Folgaria. Accanto ad essi furono piazzati altri obici da 320 e 305 mm. "meno potenti... ma più precisi", come il mitico "Bertha" (da cui per antonomasia vengono ora indicate in gergo le grosse pistole), o il famoso "S.Barbara" di Millegrobe che in quattro settimane di tiri scardinò dapprima la copertura del "Verena" ed infine centrò una cupola, già traforata, con una granata che esplose all'interno del forte sventrandolo. Dopo questo disastro il forte perse ogni importanza bellica, ciò nonostante per precauzione, e per i paurosi ricordi, venne di nuovo bombardato pesantemente nel maggio del 1916. Con questi terrificanti cannoni vennero anche demoliti il forte di Campolongo e di Campomolon.

Fu colpito anche l'abitato di Asiago con il "lungo S.Giorgio" da 351 mm piazzato a Calceranica di Caldonazzo, con tiro indiretto di 30 km. Aveva la canna lunga 19 metri e sparava proiettili da 7,5 q.li.


Sul fronte di Folgaria-Lavarone la situazione è molto meno rovente. Il Campomolon bombarda senza provocare eccessivi danni i forti di Folgaria, costruiti per resistere a cariche da 240 mm. La nota più rilevante sono le dinamiche azioni di fanteria del gen. Brusati il quale, disobbedendo agli ordini di Cadorna che, conscio dell'impossibilità di infrangere le fortificazioni austriache con i mezzi in quel momento disponibili, volle assaltare le prime linee nemiche anziché rafforzare le proprie e più solide seconde linee di difesa, con il risultato di facilitare i successi della Strafexpedition.

Facili successi, dovuti alle poche resistenze austriache, si ebbero nel settore del monte Pasubio, dove l'avanzata arrivò fino alle soglie di Rovereto, sul Monte Zugna e il Passo della Borcola. Tuttavia, al di là degli iniziali entusiasmi, queste azioni, nonostante l'indicazione di Cadorna di attenersi alla difensiva, costrinsero ad un difficile arroccamento su posizioni molto avanzate, con grande spreco di energie per tutto l'inverno. Non scalfirono minimamente le inattaccabili posizioni della cintura di fortezze attorno a Trento dove gli austriaci avevano saggiamente ripiegato e, per contro, non furono rafforzate adeguatamente le posizioni più arretrate ma ben più difendibili.

I due episodi crearono un rischio gravissimo in questo settore del fronte che costò immani sacrifici per essere recuperato dalla forza d'urto della Strafexpedition nella primavera seguente.


L'inverno del 1915, come del resto tutti gli inverni di quegli anni, fu durissimo e congelò anche le operazioni belliche.
Termina così la prima fase della guerra, caratterizzata dall'impiego di un relativamente ridotto numero di battaglioni, specie da parte austriaca, sicura delle sue imponenti opere di difesa. Da parte italiana si combatté con metodi, mezzi, spirito e concetti risorgimentali che dovettero ben presto fare i conti ed adattarsi alla "guerra moderna". Dopo l'offensiva del 1916 il forte Verle venne completamente ristrutturato e riattivato, ma ne esso ne le altre fortezze ebbero altri ruoli importanti. Fu di nuovo demolito nel dopoguerra per recuperare le armature in ferro annegate nel cemento armato.

Gli avvenimenti riprenderanno più avanti, a seguito dell'evoluzione del conflitto, con ben più imponenti stragi umane.

spedizione di primavera, la Strafexpedition o spedizione punitiva

Dopo il dissidio con l'alleato tedesco, impegnato a Verdun, il gen. Conrad decise di passare ugualmente, da solo, all'offensiva contro l'Italia come dai piani strategici proposti già nel 1905, in funzione dei quali venne anche costruita la cintura di fortezze.

Preparata per tutto l'inverno, dovette essere rinviata fino alla metà di maggio del 1916 per il protrarsi delle eccezionali condizioni invernali che contribuirono a limitare il fattore sorpresa. Fu una delle più grandi battaglie della storia: tra l'Adige e il Brenta si fronteggiarono oltre un milione di soldati. Gli austriaci piazzarono circa 1200 cannoni, di cui oltre 300 nei pochi chilometri del passo di Vezzana. Strategicamente è stato il più grave pericolo corso dall'Italia nella guerra, maggiore di quello della disfatta di Caporetto e avrebbe potuto cambiare completamente le sorti del conflitto. Il ritiro sul Piave consentì di accorciare notevolmente il fronte che s'incuneava nell'Impero permettendo una difesa più razionale. Negli altipiani, invece, gli imperiali giunsero ad un passo dall'invasione della pianura veneta, da dove avrebbero facilmente puntato a Vicenza e a Padova (sedi del comando), accerchiando tutto il fronte orientale.

Le tre lingue principali della spedizione diramarono in direzione del Pasubio, dell'altipiano di Folgaria-Tonezza e dal Vezzena verso Asiago per puntare verso Thiene e Bassano. L'imponente ondata della Strafexpedition travolse tutte le postazioni italiane e fu fermata proprio sugli ultimi spalti rocciosi. Nella Val d'Astico, sopraffatte le posizioni di Tonezza, fu addirittura occupata la piana di Arsiero, ormai già allo sbocco nell'alta pianura Vicentina. Furono fermati dall'eroica difesa approntata a tenaglia sul Monte Cengio e sul Monte Novegno-Priaforà.

Nel settore di Asiago, sono sfondate le linee sul Marcai-Manderiolo-Manazzo e sul Costesin poco sotto il Vezzena, dopo eroici e furiosi combattimenti che ritarderanno di due giorni i piani d'attacco, contribuendo non poco al rafforzamento delle posizioni italiane più arretrate. Nella ritirata italiana sono fatti saltare ed abbandonati i forti di Verena, di Campolongo e di Punta Corbin. Gli austriaci avanzano, muovendo per la Val d'Asssa e tra i boschi del Campolongo, conquistando Kaberlaba, il Lemerle e il Boscon, attorno a Cesuna e arrivano a bocchetta Paù e al monte Cengio. Più a nord, muovendo attraverso i Larici, scavalcano la Bocchetta Portule, si attestano sul Monte Zebio e sul Mosciagh, a nord di Asiago, scendono in Marcesina e occupano le Melette. Caddero pure le postazioni di Sisemol e di Val Bella, a sud di Gallio.

Il comando austriaco viene spostato nella zona di Campo Gallina (tra Bocchetta Portule e il Bivio Italia), dove viene fatto arrivare l'ultimo troncone della teleferica Caldonazzo-MonteRover.

Dopo un mese di sanguinose battaglie, a metà giugno, la grande offensiva fu bloccata a pochi passi (nel vero senso del termine) dalla vittoria tra i fitti e meravigliosi boschi a sud di Asiago, già in vista della sottostante pianura che a questo punto non opponeva altre difese naturali. L'avanzata fu tamponata con l'arrivo in massa, spesso alla spicciolata e con mezzi di fortuna, di truppe e riserve provenienti dagli altri fronti e da tutte le regioni d'Italia. Vi parteciparono anche soldati Inglesi e Francesi. Alla fine di giugno il XX corpo d'armata italiano passa alla controffensiva muovendo dai lembi più orientali dell'altipiano. Svanisce così il geniale sogno, non irrealizzabile, del gen. Conrad e il gen. Dankl, comandante dell'XI armata austriaca si dimette.

principali fasi belliche sugli altipiani



A: inizio del conflitto e prima fase della "guerra dei forti"
S: diramazioni principali negli altipiani della Strafexpedition
B: massima espansione della Strafexpedition
C: ritirata sulla linea "Ortigara-Pasubio" del 25 giugno 1916 e posizioni fino al novembre 1917

la guerra delle trincee e delle mine

Il 25 giugno 1916, vista l'impossibilità di sostenere il fronte a sud di Asiago, il gen. Conrad ordina la ritirata su una linea più corta attestata sui potenti capisaldi rocciosi delle montagne a nord dell'altipiano. Non ininfluente in questa decisione fu la disfatta che le truppe austriache subirono in quei giorni sul fronte russo, costringendo il comando a trasferirvi precipitosamente numerose truppe di riserva.

La linea di difesa aveva come capisaldi l'Ortigara e, passando per Roana e la Val d'Astico, Tonezza ed il Pasubio. Rimase pressoché tale fino alla disfatta di Caporetto, nel novembre del 1917, quando gli austriaci giunsero al fiume Piave, mentre nell'altipiano riconquistarono per la seconda volta la piana di Asiago.

Attorno all'Ortigara il terreno è molto accidentato, con grandiose doline e numerose caverne naturali che facilitarono l'opera d'arroccamento e di fortificazione di entrambi i contendenti. Gli italiani lavorarono alacremente sulle postazioni attorno Cima della Caldiera mentre gli austriaci prepararono accuratamente le linee difensive sul Campigoletti. Sull'Ortigara le prime linee si fronteggiavano a poche decine di metri e, trovandosi in posizione molto delicata, gli scavi delle trincee furono insufficienti. I lavori, iniziati già in autunno, proseguirono per tutta la primavera seguente.

Il gen. Cadorna era convinto che fosse necessario un attacco sull'altipiano dei Sette Comuni per consentire poi l'avanzata dell'esercito sull'Isonzo in direzione di Trieste.

Nella notte tra il 9 e il 10 giugno 1917, tra banchi di nebbia, pioggia, fulmini e razzi illuminanti, i cannoni tempestano le linee austriache dell'Ortigara preparando l'attacco degli alpini e dei bersaglieri che si svolgerà con l'immane ondata umana del pomeriggio e dei giorni seguenti. Le perdite assumono sempre più proporzioni drammatiche tra un assalto e l'altro per la conquista, la perdita e la riconquista di poche decine di metri tra le trincee. Per avere un'idea della violenza degli attacchi, si pensi che gli austriaci consumarono, in mezza giornata, 200 tonnellate di munizioni. Rinforzano le posizioni con l'operazione "Anna" ai comandi del col. Baszel richiamato dalla Val d'Astico ma il baluardo dell'Ortigara viene nuovamente attaccato da 10 battaglioni di alpini che riescono a spingere gli austriaci sul delicatissimo Monte Campigoletti in postazioni disperate. Si salvano dalla catastrofe con un impressionante cannoneggiamento delle posizioni sull'Ortigara, costringendo gli alpini a desistere dallo sfondare il fronte.

Nuova riconquista austriaca delle trincee sull'Ortigara e sulla busa delle Pozze il 25 giugno. La situazione ora è capovolta, sono gli italiani a trovarsi in una situazione drammatica, arroccati sulla cima della Caldiera. I soldati si ritirano alla disperata, ma la valletta sotto la Caldiera è invasa dai gas asfissianti e sono completamente allo scoperto sotto il fuoco proveniente dal soprastante Ortigara. Quindi nuovo assalto italiano alle trincee dell'Ortigara. La situazione è sempre più confusa e il dramma assume proporzioni bibliche.


Terrificanti combattimenti si sviluppano lungo la linea del fronte che passava sul Monte Zebio e sul Mosciagh. Viene usata la tattica di far saltare le posizioni nemiche scavando delle gallerie e riempiendole di esplosivo. E' la cosiddetta "guerra delle mine" che, con deflagrazioni spaventose, modificò il paesaggio specie nel Pasubio e nelle Dolomiti.

La ritirata, dopo lo sfondamento sul fronte dell'Isonzo con l'abbandono di tutto il fronte dolomitico e ritiro sulla linea del fiume Piave, ebbe conseguenze notevoli anche per gli sviluppi delle operazioni sull'altipiano. Il 7 novembre l'intero fronte venne arretrato. Il caposaldo principale fu posto sul massiccio delle Melette-Monte Fior-Monte Lisser che nel frattempo erano stati attrezzati e fortificati con molta cura. Vennero rioccupate dagli austriaci le località di Canove, Camporovere e Gallio. Il forte del Lisser venne sgomberato e fatto saltare dalla guarnigione, così gli austriaci stabilirono un collegamento con Enego e la Valsugana raccordandosi al Monte Grappa. La resistenza si concentrò sul Monte Fior-Castelgomberto e il vicino Tronderecar con episodi di grande eroismo (Emilio Lussu - Un anno sull'altipiano). Il 25 dicembre anche queste postazioni cedettero e vennero occupati il Buso di Stoccareddo, il Sisemol, il Col del Rosso e il Monte Valbella. Nell'operazione gli austriaci spararono con 550 cannoni traforando a tappeto il Col d'Ecchele. Infine l'inverno, durissimo, bloccò le operazioni dei contendenti sulle proprie posizioni.

Alla fine di gennaio del 1918 nuovo, violentissimo, contrattacco della fanteria italiana alle postazioni a sud di Gallio, che nei tre chilometri di fronte, fu spalleggiata da ben 900 cannoni. Le truppe austriache resistettero sulla linea Sisemol-Stoccareddo, da cui si domina l'importante via di comunicazione della "Calà del Sasso", permettendo la discesa in Valsugana.

monte Ortigara
Ortigara - il calvario degli alpini.
Colonna con la scritta: "Per non dimenticare".
In due chilometri di trincee vi furono oltre 36.000 morti.

Ancor oggi il terreno circostante è desolatissimo, tutto traforato da trincee e crateri che trasudano una lugubre atmosfera.

da Caporetto al Piave e l'arroccamento sul Monte Grappa

In quei pochi giorni di inizio novembre, freddi e bagnati, tra Caporetto e l'arroccamento sul Grappa, gli imperiali vincono sul campo una guerra per buona parte merito di valorosi comandanti, tra i quali il giovane E.Rommel che poi diverrà famoso, che adottano modernissime tattiche di combattimento, e passano alla disfatta di un impero gran parte dovuta agli alti comandi incapaci di concepire quella rivoluzione strategica e politica, ancorati com'erano alla ormai decadente concezione di governo.

Dopo la veloce avanzata da Caporetto, con l'esercito italiano allo sfascio (un milione e mezzo di uomini allo sbando), incapace di opporre alcuna resistenza, lo scenario che si presentava, ai vincitori della XII battaglia dell'Isonzo, era una porta aperta attraverso cui dilagare su tutta la pianura italiana per raggiungere la frontiera Francese. L'Italia era sconfitta, ora si trattava di prendere alle spalle anche la Francia. Ed invece avvenne qualcosa che non solo cambiò le sorti della guerra, ma cambiò il mondo.

L'ondata si arrestò sul Piave di pianura, le indecisioni austriache permisero alle truppe allo sbando di riorganizzarsi. Le truppe di montagna italiane, addestrate alla guerra sulle Dolomiti, si ritirarono scendendo lungo la vallata del Piave e furono portate ad occupare le posizioni e le roccaforti del Grappa, straordinaria intuizione strategica di Cadorna, che in quei giorni di sconfitta venne destituito e sostituito dal dinamicissimo Diaz, l'uomo nuovo e, forse, l'uomo giusto al momento giusto anche se vi fu qualche indecisione prospettando la resistenza sul Garda-Mincio-Po'.

Monte Grappa: la trappola di Cadorna.

Perso l'attimo decisivo le truppe imperiali si assestarono tra lo sbocco del Piave in pianura ed il Feltrino. Arco del fronte, tra gli altipiani trentini ed il mare, la linea difensiva italiana si attesta sulla Cima del Grappa con le due ali strategiche ad ovest sull'Asolone, dal quale si poteva scendere direttamente a Bassano senza altri ostacoli ed aggirando il temibile imbuto del canyon della Valsugana, e ad est sul Monte Tomba, da dove si poteva dilagare sulla pianura prendendo alle spalle lo schieramento lungo il Piave, e da un saliente che puntava sulla dorsale del monte Solarolo verso Feltre, dal quale si dominavano le vallate che salgono da nord al Grappa.
In quei durissimi, anche meteorologicamente, giorni del novembre 1917 gli italiani potevano contare su postazioni sul versante sud e su rifornimenti motorizzati provenienti dalla vicina pianura grazie anche alla geniale intuizione, di due anni prima, di Cadorna che fece costruire la strada che sale alla vetta e fece iniziare le opere di fortificazione sulla cima. Viceversa gli imperiali si trovavano a combattere da posizioni completamente allo scoperto, senza alcuna opera difensiva, sul versante nord gelido ed innevato, ma soprattutto estremamente lontani dalle retrovie e con gravi problemi di collegamenti logistici. Era già evidente che la situazione era disperata, non si riusciva nemmeno a salvare i feriti che morivano abbandonati sul campo dopo giorni di agonia in mezzo alla neve.

Già a fine novembre 1917, subito dopo il primo tentativo di sfondamento di un fronte ancora fragilissimo ed incerto e nonostante la baldanza dovuta alla grande vittoria di solo qualche giorno prima, anche l'ultimo dei soldati imperiali sapeva che la guerra era irrimediabilmente persa. Non lo capirono gli alti comandi.

Per le truppe austro-ungariche fu solamente una lunga agonia durata un terribile inverno ed un anno, ma nonostante questo combatterono, sempre e comunque con estremo valore, per il loro ideale di fedeltà all'imperatore.

La linea di massima avanzata austro-ungarica, a dicembre 1917, si attesta sul Col Moschin, sull'Asolone, sul Pertica, sul Solarolo e sul Tomba-Monfenera.

I combattimenti più aspri e sanguinosi avvengono sull'Asolone e sul Tomba.

Il monte Pertica, geograficamente insignificante ma importante per il controllo della sottostante val Cesilla, fondamentale per i rifornimenti da Cismon, è preso e perso numerose volte. Essendo più basso delle altre postazioni e centrale rispetto ai tiri provenienti da tutte le parti è stato una specie di tiro al bersaglio per le artiglierie di entrambi gli eserciti, e non importava che ad occuparlo si trovassero pure i propri soldati.

gli avvenimenti finali: la battaglia del solstizio, la vittoria, l'armistizio

Per l'estate del 1918 l'Impero, ormai allo stremo e con tutte le risorse che disponeva, intenzionato a travolgere il fronte italiano proprio dove si era arenata, due anni prima, la Strafexpedition, sferrò l'ultima grandiosa ondata offensiva. Otto divisioni austro-ungariche si contrapponevano a sette divisioni italiane rafforzate da inglesi e francesi. Per tutto il mese di giugno attacchi e contrattacchi si susseguono, con violenze indescrivibili, per la conquista o riconquista dei colli a sud di Asiago e Gallio.

Nel frattempo il centro tattico dell'offensiva si sposta dall'altipiano al Monte Grappa e al Piave, dove, esauritasi la disperata spinta nemica, le truppe italiane sfondano nella decisiva battaglia della Vittoria (non di Vittorio Veneto).

Nell'altipiano le posizioni vengono mantenute, a prezzo di grandi sacrifici e perdite, fino al 31 ottobre quando viene ordinato l'arretramento entro le linee del 1917. Ancora il tre novembre, in un susseguirsi vorticoso di avvenimenti, c'è l'inutile comando di ritirata alle posizioni antecedenti la guerra. Il quattro novembre, con l'armistizio, cessano le ostilità sorprendendo i soldati, in fuga disordinata e disperata, sulla strada della Fricca e di Caldonazzo (dagli Altipiani), sulla Val Cesilla a Cismon e a Feltre (dal Grappa), in Val d'Adige e in Vallarsa (dal Pasubio).

Perfino il momento della resa, 3 e 4 novembre 1918, fu motivo per cercare di lasciare il grosso delle truppe in mano italiana, quasi a voler liberarsi dell'incomodo fardello. Fu un tradimento per quegli umili soldati delle molte nazioni, soprattutto slave, riunite sotto la bandiera imperiale. L'imperatore Carlo perse la sua legittimazione morale anche tra i più fedeli tra i suoi valorosi soldati.


Gli altipiani, il Grappa, il Pasubio, completamente devastati, abbandonati dalla popolazione civile, con l'85% dei boschi maciullati, coperti da un tappeto di ferro ed esplosivi di tutti i tipi, ritrovano la pace.
Ci vorranno decenni per rimarginare le ferite inferte alla natura e agli animi.


considerazioni: l'Europa e l'Italia prima e dopo il grande conflitto

L'Europa è divisa in due grandi blocchi di potenze in attrito tra loro per interessi economici e mire espansionistiche, sia nel vecchio continente, sia per il possesso delle colonie africane ed asiatiche.

I rapporti tra l'Italia e l'alleato austriaco, nonostante gli accordi, non erano particolarmente felici. La giovanissima Italia, riunita solo qualche decennio prima, ambiva ad annettere anche i territori Trentini e Giuliani agendo da amplificatore degli spiriti risorgimentali. La nobile e decadente Austria, all'apice della sua potenza, guardava con sospetto e snobismo allo scomodo alleato ed aveva mire espansionistiche nella penisola balcanica.

Fu a causa del contrasto tra Inghilterra e Germania che il governo italiano assunse, di fatto, un atteggiamento indipendente nei confronti dei propri alleati iniziando una politica di avvicinamento a Francia ed Inghilterra. Grazie a queste abili mosse politiche, l'Italia ebbe il benestare dall'"Intesa" per l'occupazione della Libia.

La situazione portò, nel primo decennio del novecento, ad una grandiosa corsa agli armamenti, scatenando tra l'altro un notevole boom economico. La Germania arrivò a disporre del più potente ed agguerrito esercito del mondo.

28 giugno 1914

La miccia che fece esplodere il conflitto, fu il mortale attentato di Sarajevo all'erede al trono austriaco, ma i motivi principali possiamo sintetizzarli in
  • contrasto anglo-germanico: per la politica imperialistica di Guglielmo II che minacciava gli interessi coloniali inglesi
  • contrasto franco-germanico: per il desiderio francese di riprendersi i territori dell'Alsazia e della Lorena
  • contrasto austro-russo: per la politica espansionistica nei Balcani a danno dei popoli slavi, dei quali la Russia si considerava la naturale protettrice
  • contrasto austro-serbo: per l'annessione della Bosnia e della Erzegovnia
  • contrasto austro-italiano: per il desiderio italiano di riunire le terre irredente
L'invasione della Serbia, rifiutatasi di accettare pesanti condizioni, fu inevitabile.

Poco dopo la Germania dichiarò guerra alla Russia e alla Francia sua alleata. Dopo l'aggressione del Belgio, anche l'Inghilterra si unì agli alleati e, a catena, il lontanissimo Giappone che mirava ai possedimenti tedeschi in oriente.

L'Italia, temporeggiando con cavilli politici che non la obbligavano, non essendo aggrediti ma aggressori, a schierarsi con gli scomodi e teorici alleati germanici, mantenne fino l'anno successivo la propria scalpitante neutralità.

I movimenti irredentisti si facevano sempre più vivi e, ritenendo sciolto il vincolo con gli alleati, il 24 maggio 1915 dichiarò guerra all'impero austro-ungarico. L'intervento fu di gran vantaggio per l'intesa franco-russo-inglese in quanto sottrasse numerose truppe austriache dai fronti europei.

E' da tenere presente, tuttavia, che la partecipazione al conflitto, in Italia, era particolarmente sentita solo dagli intellettuali (G.d'Annunzio) ma vista con molto distacco dalle popolazioni, specie contadine.

Solo dopo la disfatta di Caporetto, 24 ottobre 1917, l'Italia intera precipita nel terribile incubo accorgendosi di colpo che il risorgimento, e con esso le guerre di stampo ancora medioevale, è finito per sempre e si trova coinvolta in una guerra totale.

Sono usate tutte le più moderne tecnologie. Fanno la loro comparsa, per la prima volta, i carri armati, le bombe a gas, i sommergibili e gli aeroplani che bombardano le grandi città della pianura come Padova e Venezia (distrutto il soffitto del Tiepolo nella chiesa degli Scalzi).

La geografia dell'Europa che ne uscì fu completamente stravolta con la creazione di nuovi stati.

L'Italia pagò un tributo di 600.000 morti e un numero indescrivibile di feriti e mutilati e altrettanto gli altri contendenti. La crisi economica e demografica si trascinò per anni e condusse poi al fascismo. La I Guerra Mondiale fu quindi una svolta epocale, dalle enormi ripercussioni psicologiche e filosofiche.

Segnò la fine del mondo romantico e illuminista evolutosi sulle strutture medioevali e, al tempo stesso, l'inizio della globalizzazione contemporanea.

Per quel che ci riguarda analizzeremo in dettaglio solamente gli avvenimenti principali che riguardano il territorio che c'interessa, dove le tracce di questo immane dramma sono tuttora molto vive e profonde.

Il fronte sull'altipiano del Vezzena fu il fulcro della prima breve fase del conflitto, denominata "la guerra dei forti".

La seconda fase vide un'imponente offensiva nel maggio 1916, la "Strafexpedition" (spedizione di primavera o punitiva), da parte austriaca. Lo scopo era di punire l'Italia per il presunto tradimento e cercare l'invasione della pianura veneta accerchiando il fronte del Carso. Tra alterne vicende che spostarono il fronte dell'altipiano di Asiago fino alle soglie della pianura, i combattimenti si attestarono sul tristemente noto monte Ortigara, sul monte Zebio e sul monte Pasubio.

Dopo la rotta di Caporetto e l'arretramento al fiume Piave, il monte Grappa divenne il cardine principale di tutta la fase finale della guerra fino alla vittoria a seguito della battaglia di Vittorio Veneto (24.10.1918).


L'armistizio fu firmato nella villa Giusti a Padova il 3 novembre 1918.
Perfino questa data fu motivo di polemica e imbrogli e la fine effettiva della guerra si ebbe il 4 novembre.

studiare la storia: studenti e insegnanti nei luoghi della grande guerra

GrandeGuerra

la guera granda - prima guerra mondiale


Spesso viene chiesto a questo sito da parte di insegnanti, in particolare delle scuole medie, di suggerire luoghi, itinerari, musei da visitare quale viaggio didattico finalizzato allo studio della grande guerra.
Crediamo fortemente che per 'capire la storia' non si possa prescindere dal vedere di persona i luoghi dove gli avvenimenti si sono svolti, oltre ovviamente allo studio dei testi. Visitare i luoghi è sempre esperienza pregnante e valorizzante, esperienza indimenticabile che spesso porta a forme di innamoramento e amore.
E' uno degli scopi principali di questo sito: far vedere per cercare di far conoscere, con lo scopo di sollecitare i visitatori a diventare fruitori reali dei luoghi mostrati. Con grande rispetto per l'ambiente, le persone e la storia e, soprattutto, con percorsi escursionistici e cicloturistici, toccasana anche per il fisico.

Riteniamo importante sfrondare i tristi avvenimenti della grande guerra, pagati sulla pelle di tanti innocenti ragazzi soprattutto contadini da tutte le parti d'Italia e da tutti i paesi del centro Europa e Balcanici, coetanei dei ragazzi che ora frequentano le scuole superiori, da tutto l'apparato retorico mussoliniano e capire gli errori del passato che ancora ci trasciniamo e che ancora condizionano la situazione politica attuale. Dopo 100 anni è l'ora di raccontare le verità storiche, di ammettere che non c'è stata vittoria da parte di nessun contendente, ma solamente una grande sconfitta di tutti.
Un secco no, quindi, alle esaltazioni guerresche e un commosso sì al capire, al conoscere, al vedere in prima persona.
Buona parte di quei ragazzi, di ambo le parti, massacrati tra le trincee, non sapevano nemmeno perché, per chi e per che cosa erano mandati a morire. Onore e commozione per i caduti, rivisitazione generale delle 'certezze' storiche.

Ci occupiano di fotografia, non possiamo impegnarci direttamente nel guidare persone o comitive, non facciamo pubblicità ad iniziative commerciali.

La problematica di visita di studio, specie in comitiva di ragazzi, ha delle specificità.
Alcuni posti, inevitabilmente, non sono possibili in questa forma (anche se consigliabili ai singoli), pertanto indichiamo una agile tabella dei luoghi più significativi o imperdibili per la comprensione della grande guerra (almeno per quanto riguarda il fronte italiano), con le problematiche riguardanti la visita didattica.


legenda
importanza didattica dei siti :
    [A] fondamentale
    [B] importante
    [C] interessante
praticabilità :
    [comitive] raggiungibile con pullman, per gruppi guidati, breve passeggiata didattica
    [gruppi] per piccole comitive, non raggiungibile con pullman, breve escursione
    [singoli] non raggiungibile in pullman, percorsi escursionistici veri e propri, ragazzi singolarmente accompagnati

Tutti i luoghi storici della grande guerra sono bellissimi dal punto di vista paesaggistico e naturalistico.
Molti luoghi si trovano in alta montagna e non sono praticabili nel periodo invernale.
la guera granda, Guerra d'Europa, e i luoghi più significativi
ACarso
Sacrario di Redipuglia
comitiveluogo importante e spettrale
ADolomiti
monte Piana
gruppimuseo all'aperto delle trincee, escursione dal rif. Bosi raggiungibile a piedi o con servizio jeep
BDolomiti
Lagazuoi, Col dei Bos
singolilunga galleria molto interessante, escursione impegnativa in quota, si può salire in funivia
BDolomiti
Sass de Stria
singolimuseo all'aperto delle trincee, panoramicamente straordinario, escursione impegnativa in quota
ADolomiti
Col di Lana
singoliestremamente interessante, panoramicamente straordinario, lunga escursione in quota
CDolomiti
Sacrario di Pocol di Cortina d'Ampezzo
comitivesuggestivo e molto interessante anche architettonicamente, raccoglie le spoglie dei caduti nelle Dolomiti d'Ampezzo
CVittorio Veneto
museo della Vittoria
comitivela città di Vittorio Veneto merita una visita accurata
BMontello
Sacrario Militare del Montello
comitiveinteressante anche architettonicamente, luogo base per la scoperta del Montello
Afiume Piave
Isola dei Morti
comitivequi si decise la battaglia della vittoria, un grande bellissimo parco particolarmente adatto alla visita con ragazzi
Cfiume Piave
Quero
gruppidue ossari monumentali molto suggestivi
CCaorera di Vas
Museo del Piave
gruppiinteressante documentazione, ricostruzione dell'aereo di Baracca, simulatori di volo
Amonte Grappa
Sacrario monumentale
comitiveil posto più importante da visitare, dalla cima si può comprendere la fase finale della guerra, si dominano i luoghi più importanti, bellissimo e indimenticabile se si ha la fortuna di andarci in una limpida giornata di sole
Bmonte Grappa
Col Campeggia
comitivemuseo all'aperto delle Trincee - da Camposolagna, visite guidate, combinabile con la visita alla cima
Bmonte Grappa
Col Andreon
comitivemuseo all'aperto delle Trincee - da Camposolagna, visite guidate, combinabile con la visita alla cima
Amonte Grappa
monte Asolone
gruppifu uno dei luoghi più delicati nel decidere le sorti del conflitto, paesaggisticamente bellissimo, bisogna però fare una bella passeggiata
Amonte Grappa
monte Tomba, monte Palon Castel Cesil, Mandria Meatte Archeson
gruppiescursioni più o meno impegnative
AAsiago
Sacrario Militare Leiten
comitiveluogo importante e spettrale
AAltopiano
Ortigara-Caldiera
gruppiper raggiungere i punti fondamentali bisogna fare una escursione abbastanza impegnativa, è forse il luogo più significativo e impressionante, obbligatoria la visita per gli insegnanti e singoli appassionati
BAltopiano
Kaiser Karl Strasse attorno al bivio Italia, Cima XII e Campigoletti Ortigara
singoliescursione impegnativa per le lunghe distanze
BAltopiano
monte Zebio
singolididatticamente molto interessante, difficile da raggiungere, bisogna camminare
BAltopiano
monte Cengio
gruppimolto molto interessante, fantastico paesaggisticamente, facilmente raggiungibile, con qualche precauzione è praticabile da gruppi, posti molto esposti (protetti) da praticare con molta attenzione con i ragazzi vivaci, didatticamente può sostituire la strada delle 52 gallerie al Pasubio
BAltopiano
monte Verena
singolipanoramicissima fortezza diroccata dove fu sparata la prima cannonata dell'entrata in guerra, raggiungibile in seggiovia o a piedi
BAltopiano
monte Fior
singoliEmilio Lussu 'Un anno sull'altipiano', bella escursione straordinaria nell'aspetto naturalistico
CVezzena
ex forte Busa Verle
gruppiruderi ma in bellissima posizione naturalistica facilmente raggiungibile
BLavarone
ex forte Belvedere
comitivemuseo, didatticamente straordinario, indispensabile per capire le fortezze degli altipiani
CTonezza
monte Cimone
gruppimonumento alla 'Guerra delle Mine'
CSchio
monte Novegno
gruppizona escursionisticamente molto interessante
APasubio
cima Palon Colsanto
singoliluogo fondamentale, paesaggisticamente straordinario, escursione impegnativa molto lunga
APasubio
strada delle 52 gallerie
singolididatticamente luogo fondamentale, paesaggisticamente straordinario, escursione impegnativa, posti molto esposti, non adatto ai ragazzi
per approfondimenti vedi le sezioni
iniziative, associazioni, guide che operano nei luoghi delle battaglie della grande guerra
1234nome/sedearea operativa
X XXPro Loco Fogliano Redipuglia
Fogliano Redipuglia (Go)
Sacrario di Redipuglia, Carso
X Volontari 'Amici del Piana'
monte Piana, Lavaredo
XXXXassociazione ricercatori storici '4 Novembre'
Schio (Vi)
Pasubio, Novegno, prealpi venete
Comune di Posina
Posina (Vi)
monte Pasubio, Altipiani
XXX Rete Museale Alto Vicentino
Malo (Vi)
prealpi vicentine, altipiani
X Ecomuseo della Grande Guerra
località varie
prealpi venete
XAna, Alpini sezione di Marostica
Marostica (Vi)
rifugio Cecchin all'Ortigara
XAna, Alpini sezione di Asiago
Asiago (Vi)
altopiano Asiago
XXXXassociazione 'Musei all'aperto 1915/1918 - Grande Guerra sul Monte Grappa'
Caserma San Zeno, Cassola (Vi)
monte Grappa settore Asolone, Colli Alti, Camposolagna, Col Andreon, Col Campeggia, Valle Santa Felicita
X associazione Montegrappa.org
San Zenone Ezzelini (Tv)
monte Grappa
XXAna, Alpini sezione di Possagno
Possagno (Tv)
monte Grappa settore Tomba Castel-Cesil Palon Mandria
XXAna, Alpini sezione di Paderno
Paderno del Grappa (Tv)
monte Grappa settore Meate, Boccaor, Pian di Pala
Comune di Moriago della Battaglia
Moriago della Battaglia (Tv)
fiume Piave, Isola dei Morti
X X associazione 'Da Ponte a Ponte'
Falzè di Piave (Tv)
fiume Piave, Montello
[1] - mostre, materiali
[2] - corsi, lezioni, didattica, convegni
[3] - visite, accompagnamento ed escursioni guidate, guida operante sul territorio
[4] - escursioni sociali
Escursioni ad Asiago sui luoghi della Grande Guerra di Gianni Pasquale
bibliografia storica sulla grande guerra, prima Guerra Mondiale
titoloautoreedizione
Escursioni sul Monte GrappaGianni Pasquale2023 - Editoriale Programma
Sulle tracce della Grande GuerraFabio Donetto2023 - Editoriale Programma
Escursioni ad Asiago sui luoghi della Grande GuerraGianni Pasquale2022 - Editoriale Programma
Alpini - Una grande storia di guerra e di paceS.Ardito2019 - Corbaccio
Si combatteva quiA.Franconi2018 - Hoepli
Forte Lisser. Dalla grande guerra ad oggiL.Malatesta2017 - Macchione Editore
Caporetto - Nuova ricostruzione della battagliaA.Barbero2017 - Laterza
I paesaggi della Grande Guerra dal Garda al PasubioA.Contrini2017 - Publistampa
Guida ai forti, trincee e musei all'aperto - Bolzano Trento BellunoI.Galifi2017 - Editoriale Programma
I sentieri della Grande Guerraautori vari2017 - Cai e Corriere della Sera
Novegno in guerra. Maggio-Giugno 1916Adriano Dal Prà2016 - Cai Schio
La via della Pace del CarsoE.Mazzoli, O.Ninino2016 - Cai XXX ottobre, Trieste
La Zona monumentale del San MicheleM.Mantini2016 - Guide Gaspari
Tra i monti della Grande Guerra - Dal Pasubio al passo VezzenaD.Favrin2015 - Dario De Bastiani
1915-1917 La Grande Guerra da Sappada alle Tre CimeP.Salvini2015 - DBS Zanetti
1915-1916 Kaiserjager in MarmoladaL.Girotto2015 - DBS Zanetti
Itinerari al fronteMario Peghini2015 - ViviDolomiti
Il 'Guerrone' - la nefandezza del 1915-18Gilberto Oneto2015 - Il Cerchio
Fortezza FVG - Dalla Guerra Fredda alle aree militari dismesseMoreno Baccichet2015 - EdicomEdizioni
L'alta Marca sulle tracce della Grande GuerraA.Melis2015 - Editoriale Programma
Il Piave sulle tracce della Grande GuerraA.Melis2015 - Editoriale Programma
Escursioni nei luoghi della Grande GuerraG.Pasquale, M.Rossi2014 - Azzurra Music
I sentieri della Grande GuerraGuida Cai2014 - Corriere della Sera
Dal passo Rolle ai LagoraiM.Busana, A.Manzan2014 - Itinera Progetti
Il Montello sulle tracce della Grande GuerraA.Melis2014 - Editoriale Programma
Andar per Trincee sul Carso della Grande GuerraL.Fabi2014 - Transalpina
La linea Gialla - Da Casera Razzo a Cima CaldieraR.Mezzacasa, A.Zanetti2011 - Tamari Montagna
Guida alla visita di Forte Corbin e alla sua storiaIlaria Panozzo2009 - Input Edizioni
Dalle Dolomiti al Carso, da Caporetto al PiaveL.Fabris2009 - Input Edizioni
Le tre Venezie nella grande guerra - Geografia del fronte italianoC.Meregalli2008 - Tassotti Bassano
Monte Piana 1915/17A.Fornari2008 - Danilo Zanetti
Baluardo Grappa - Il massiccio del Grappa prima e durante la Grande GuerraL.Cadeddu, E.Grando2008 - Istituto Storia Risorgimento Italiano, Treviso
Asolone, monte di fuocoP.Volpato2008 - Nordpress
La battaglia d'arresto (2 vol.)A.Guadagnin2008 - Nordpress
Da Tolmino a Caporetto lungo i percorsi della Grande Guerra tra Italia e SloveniaMarco Mantini2007 - Guide Gaspari
Sentieri di confine. L'alto lago di Garda e Lendo nella Prima guerra mondialeD.Riccadonna, M.Zattara2006 - Forti e Trincee
Itinerari Segreti della Grande Guerra nelle Dolomiti (2 vol.)D.Colli, P.Gaspari, P.Giacomel, R.Vecellio2006 - Guide Gaspari
Teatri di guerra sulle DolomitiM.Vianelli, G.Cenacchi2006 - Oscar Mondadori Storia
Il Pasubio e i suoi alpiniBepi Magrin2006 - Ana Sezione Vicenza
Guerra di mine nelle Dolomiti (5 vol.)R.Striffler2006 - Panorama Trento
La grande guerra e il Veneto dal 1915 al 1917Vanzetto, Pozzato2005 - Canova Editore Treviso
Avanti Savoia! Diari e memorie della Grande GuerraP.Giacomel2003 - Gaspari Editore
Dalle Tre Venezie al NordestE.Pittalis2002 - Biblioteca Immagine
1866-1918 Soldati e fortezze tra Asiago ed il GrappaLuca Girotto2002 - Gino Rossato
Trento città fortezzaC.Marzi, T.Borsato2000 - Persico
Trincee, reticolati e colpi di mano nella grande guerra.Basilio Di Martino2000 - Gino Rossato
Tra macerie e miserie di una regione sacrificata
Veneto 1916-1924
Bruno Pederoda1999 - Piazza Editore
Zona di guerraGiorgio Tosato1997 - Gino Rossato
Guida al PasubioG.Pieropan, L.Baldi Panorama Trento
La lunga trincea: 1915-1918, cronache della grande guerra dalla Valsugana alla Val di FiemmeLuca Girotto1995 - Gino Rossato
L'invasione del Grappa - novembre-dicembre 1917H.Liche, A.Massignani, M.Maltauro, E.Acerbi1993 - Gino Rossato
Grande Guerra - Tappe della vittoriaCarlo Maregalli1993 - Ghedina Tassotti
1917, guerra di mine nelle DolomitiR.Striffler1992 - Trento
Guida lungo la fronte austriaca e italianaAldo Forrer1990 - Manfrini
La guerra dei forti sugli altipiani 1915-1916Umberto MattaliaGino Rossato
Grande guerra (collana di 7 pubblicazioni)Carlo MeregalliTassotti Bassano
La StrafexpeditionEnrico AcerbiGino Rossato
La tragedia dell'OrtigaraUmberto MattaliaGino Rossato
1914-1918 La grande guerra sugli altipianiautori variGino Rossato
1916, le montagne scottanoGianni PieropanEdizioni Mursia
La grande guerra 1915/1918 - tre volumiWalter SchaumannGhedina Tassotti Editori
La grande guerra sul PasubioV.SchemfilEdizioni Ghedina
I forti austriaci nel Trentino e in Alto AdigeG.M.Tabarelli1988 - Temi Editrice
1914-1918 La Grande Guerra sugli AltipianiT.Liber, U.Leitempergher, A.Kozlovic1988 - Gino Rossato
Col di Lana, monte di fuocoL.Viazzi1985 - Milano
La guerra fra le rocce e i ghiacciaiG.Langes1981 - Bolzano
Sacrari Militari della I Guerra Mondiale: Monte GrappaMinistero della Difesa1977 - Arti Grafiche Garroni
Quando in Val del Biois tuonava il cannoneDario Fontanive1977 - Edizioni Turismo Veneto
Con gli alpini sulla MarmoladaA.Andreoletti, L.Viazzi1977 - Milano
Guida alle località teatro della Guerra fra le DolomitiW.Schaumann1972 - Ghedina Cortina
altre risorse, video, film e documenti nel web riguardanti la Grande Guerra
YouTube1969filmI recuperantiErmanno Olmi
YouTube1970filmUomini controFrancesco Rosi
YouTube2013videoLa Grande GuerraRai Storia
YouTube1975documentarioLa Prima Guerra MondialeRai Storia, Nicola Caracciolo
YouTube1965(5) documentariLa Grande GuerraRai Storia, Hombert Bianchi
YouTube2012videoLo scoppio della Prima Guerra MondialeRai Tre, Alberto Angela
YouTube2011videoPrima Guerra Mondiale, CaporettoRai Tre, Alberto Angela
YouTube2014videoLe nuove armi della Prima Guerra MondialeRai Tre, Alberto Angela
YouTube2013documentarioIl forte Belvedere Forte Belvedere
YouTube2013(4) videoMuseo del recuperanteOsservatorio del Brenta
approfondimenti nel web