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ex Forte Verena a cima Verena (m. 2015) - Mezzaselva di Roana
III settore -Asiago- dello sbarramento Agno-Assa - costruzione 1912/1914 -
Quattro cannoni 149/A sotto cupole blindate e numeroso ed articolato armamento vario anche in postazioni esterne, in particolare le batterie di cannoni posizionate nelle due spalle del monte, il Verenetta e il Rossapoan.
Come tutti i forti italiani era costruito da un buon spessore di cemento magro impastato con ghiaia grossolana, ma senza armature in ferro.
Ad aggravare la qualità costruttiva fu anche un lavoro non del tutto a norma con il capitolato d'appalto, causa qualche speculazione.
Una soluzione molto 'economica', vista la grave crisi finanziaria del tempo.
La costruzione, a fronte delle mastodontiche granate da 305, 380 e addirittura da 420, si rivelò assai fragile ancor prima di essere pienamente operativa.
Ancor più fragili erano le cupole girevoli d'acciaio a protezione dei cannoni, piuttosto basse, completamente inadatte a sopportare i tiri parabolici, pensate per le concezioni ottocentesche dei tiri diretti, che evidentemente qui non potevano subire.
Il valore aggiunto del Verena era nella stupenda posizione geografica, molto alta rispetto ai dirimpettai forti Vezzena e Luserna, quindi, teoricamente, difficilmente centrabile.
Ma questo aspetto fu prontamente smentito.
Soprannominato il 'Dominatore dell'altopiano', sparò il primo colpo -24 maggio 1915- che sigillò l'ingresso dell'Italia in guerra.
Fu l'unica fortezza che svolse un ruolo importante e destabilizzante coadiuvata dalle potenti batterie di cannoni posti nelle immediate vicinanze.
Operò da protagonista con tutta la potenza di fuoco nel pirotecnico primo mese di guerra denomitato 'la guerra dei forti'.
Il forte fu colpito numerose volte con gli Skoda da 305 piazzati sul Vezzena e a Millegrobe e quasi completamente distrutto.
In particolare un proiettile fortunosamente penetrò nel foro di una cupola divelta, forò il primo pavimento e scoppiò nella parte più interna del manufatto provocandone lo sventramento.
Nell'episodio perirono una cinquantina di soldati.
Subito dopo il primo mese di combattimenti e nell'inverno 1915/16 venne rudimentalmente restaurato, ma non svolse più ruoli di primo piano.
Venne nuovamente preso di mira e praticamente demolito durante le fasi preparatorie alla Strafexpedition.
Con la 'spedizione di primavera' (Strafexpedition) venne occupato dalle truppe austriache fino al termine del conflitto ed utilizzato come osservatorio.
Ora i ruderi sono visitabili e si trova sulla stazione di arrivo della seggiovia del Verenetta.
E' raggiungibile, in bici o a piedi, con una bella stradina sterrata che sale alla Croce del Civello e al Bivio per malga Quarti.
Circa due ore, a piedi, da malga Campovecchio.
Per la visualizzazione satellitare interattiva installa il programma Google/Earth (se non già installato), scarica il file zippato da download e apri il file .kmz o .kml Le traccie in formato .gpx richiedono un apposito programma di gestione gps e possono essere installate su smartphone e navigatore
da Roana (Altopiano dei Sette Comuni) raggiungere la frazione di Mezzaselva, dalla chiesa si dirama (indicazioni) la strada che sale alle località sciistiche del Centro Fondo Campolongo di Rotzo e comprensorio sciistico del Verena, percorrendo tutta la strada, a tratti in ripida salita, si perviene al grande piazzale Verenetta.
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