Lago di Fimon, residuo post-glaciale
Molto appagante la tranquillissima passeggiata attorno al lago.
Circa cinque chilometri su stradina sterrata chiusa al traffico.
Da compiere in un paio d'ore per gustare le luci, i colori, gli odori, l'acqua, le canne palustri, l'erba dei campi di questo che certamente è uno degli scorci più belli dei Monti Berici e del Veneto.
Il luogo è davvero affascinante e merita la visita in qualsiasi stagione dell'anno, anche (o forse soprattutto) in pieno inverno.
In estate vi sono diversi tratti alberati e comunque l'acqua è sempre un fattore di equilibrio termico.
Molto bello è oziare nell'apposito spiazzo con il muretto sull'acqua, proprio vicino ai parcheggi (panchine, pescatori, cigni).
Trovandosi praticamente alla periferia della città di Vicenza, l'unico appunto può essere l'eccessivo affollamento di persone a passeggio le domeniche (specie al pomeriggio) primaverili ed estive.
Se si ama la solitudine già il sabato o, ancor meglio, nei giorni feriali fuori stagione si rischia di non trovare nessuno.
Il lago di Fimon è un 'residuo glaciale' quaternario racchiuso nella 'Valle di Fimon' il cui unico sbocco sulla pianura è solamente nel breve tratto di congiunzione tra Santa Croce Bigolina e Lòngara, dove i depositi alluvionali hanno livellato il fondo della valletta alla grande pianura padana.
La valle è sempre stata paludosa, ma già dall'età del bronzo iniziò ad essere frequentata ed abitata.
L'opera dell'uomo in epoca storica ha determinato un progressivo consolidamento degli strati torbosi e il drastico ridimensionamento degli specchi lacustri, di cui il lago di Fimon è l'ultimo rimasto.
Nelle torbiere dei d'intorni sono stati trovati resti di animali, anche tropicali, e tracce di attività umane proto-storiche.
All'interno della valle è stato tracciato un interessante percorso archeologico.
Molto consigliabile il giro della valle con la bicicletta.
Tutto attorno la teoria gobbosa dei Monti Berici, molto rigoglisi in questo versante, dona tratti di grande dolcezza ad un paesaggio con molti insediamenti umani e grandi distese di campi coltivati nel centro della valle, ancora di terreno molto torboso.