La villa è una delle massime espressioni architettoniche del vicentino, compendio del modo di vivere 'in villa' (villaggio, campagna) della nobiltà seicentesca e settecentesca.
Un grande ed elegante edificio padronale, funzionale alla conduzione dell'attività imprenditoriale agraria, attorniato da edifici di servizio alle esigenze agricole, barchesse con depositi, cantine, laboratori artigianali, stalle, fienili e ricoveri attrezzi.
Il territorio, al tempo, era famoso per la lavorazione della canapa ed anche per la bachicoltura.
Fu commissionata all'insigne architetto Francesco Muttoni dal nobile Giovanbattista Fracanzan e costruita attorno al 1710, con vaghi richiami all'architettura palladiana nella facciata principale e con rifiniture barocche.
La famiglia era di origine umbra, da Città di Castello, stabilitasi nella zona già nel XIV secolo diede molti importanti funzionari alle istituzioni vicentine.
Con le vicissitudini ottocentesce, sia familiari che politico-amministrative legate al regno lombardo-veneto e all'unità d'Italia, la vasta proprietà terriera e la villa passarono per eredità ai conti Orgian-Piovene fino all'attuale proprietà della contessa Francesca Giusti Piovene.
Grandioso il parco, con un viale di un chilometro che s'allunga verso la campagna e giardini nel retro (con un sottopasso sulla strada) che un tempo s'inerpicavano nel colle fino ai resti del Castello dei Pilio, che si trova in perfetta congiunzione geometrica.
Monumentale il porticato ad uso agricolo, la cosidetta Barchessa, tra gli archi della quale si trova ora un interessante museo del lavoro agricolo, con trattori e laboratori artigianali.
All'interno della villa padronale spicca l'interesse per la cucina, una specie di piccolo museo e macchina del tempo che ci fa rivivere l'ambiente di quasi trecento anni fa con tutti gli attrezzi usati nel passato.
Nel piano nobile vi sono le 'cineserie', cosa molto alla moda a fine settecento.
Anche il Napoleone fu incuriosito da tanta bellezza e valore..., si fermò a pernottare una notte (un classico... ormai in quasi ogni cittadina veneta Napoleone pernottò) e per fortuna non ebbe tempo per portarsi via... qualche ricordino.
La villa, anche se non direttamente coinvolta, è nota per le vicende di Paolo Orgian (1580-1613), residente in paese e figlio di Elena Fracanzan.
Il giovane nobiluomo voleva disporre di una povera contadina, Fiore Bertola, sguinzagliando i suoi Bravi per il rapimento, sventato per l'intercessione del frate Ludovico Oddi con azioni contro i sopprusi dei potenti.
Il processo per l'accaduto, e per numerosi altri atti violenti e cafoni, tenutosi a Venezia (1605/07 - con condanna e morte in carcere nel 1613), fu avvenimento 'mondano' molto noto all'epoca, corredato da ampio materiale documentale e arrichito di spaccati di vita seicentesca che sembrerebbero coincidere con l'ispirazione di Alessandro Manzoni riguardante il romanzo 'Fermo e Lucia', poi divenuto famoso col titolo 'I Promessi Sposi'.
E' tuttavia da mettere in evidenza che queste 'pratiche', sopprusi verso i contadini e 'pretese' sulle belle fanciulle popolane, erano piuttosto diffuse nelle campagne padane del seicento e settecento, come pure gli ampi spaccati di storia contadina e vita vissuta.
Situazioni e ambienti comuni in tutto il territorio veneto fino ad inizio novecento.
Villa Fracanzan-Piovene a Orgiano (Vicenza) è visitabile tutte le domeniche da marzo a novembre.
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edito dal Comune di Orgiano.