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ex forte di Punta Corbin

Roana, Robàan - Altopiano Asiago Sette Comuni

ex Forte di Punta Corbin a Tresché-Conca (Roana - Altopiano Asiago 7C)

III settore -Asiago- dello sbarramento Agno-Assa
area operativa della I^ Armata - gen. Brusati
V Corpo d'Armata - gen. Zappoli
34^ Divisione - gen. Oro
IX Reggimento Artiglieri da Fortezza


Imponente apparato fortificato Italiano risalente alla I^ Guerra Mondiale, abbastanza ben conservato, visitabile esternamente e, in parte, internamente.

Colpisce per l'ardita posizione sopra uno sperone roccioso a picco sulla Val d'Astico a 1.096 m. slm.
Il forte domina un lungo tratto della parte mediana della Val d'Astico ed offre ampie visioni verso l'altipiano di Tonezza del Cimone ed il Monte Cimone caratterizzato dal ben visibile monumento-ossario.

E' una specifica tipologia fortificata secondo i canoni più 'moderni' della guerra di posizione di inizio secolo.
Il disegno è molto articolato, funzionale e razionale, molto curato, come curati sono i dettagli architettonici costruttivi. Davvero bello ed elegante nelle sue concezioni, sebbene si tratti di deprecabili opere militari che hanno sperperato montagne di soldi e inghiottito giovanissime vite umane.
Nell'inutile follia di una guerra, probabilmente evitabile.
Un canone ispirato a concetti ancor 'medioevali' di sistemi di protezione, radicati negli ingegneri e strateghi militari prodotti delle accademie ottocentesche.
Una specie di 'nave corazzata' ancorata sopra una montagna, autosufficente ai propri bisogni e collegata al fondovalle di Pedescala con una grande teleferica, che ben presto si trovò fuori luogo in una guerra che fu di posizione, ma anche a tratti estremamente dinamica, soprattutto per l'incredibile evoluzione tecnologica dei sistemi di armamento.
Costruito tra il 1906 ed il 1911, sul luogo di una più vecchia postazione d'artiglieria da montagna, sparò con scarsi risultati alcune cannonate verso il Forte Luserna 'avversario' diretto della cintura fortificata austriaca durante la primissima fase della grande guerra, nei giorni immediatamente successivi all'entrata in guerra con i primi colpi partiti dal forte di Cima Verena, fase denominata 'la guerra dei forti'.
Sostanzialmente non venne mai utilizzato in battaglia. I cannoni vennero smontati e riutilizzati su affusti da campagna in prossimità del fronte. Nelle cupole vennero sistemati dei tronchi d'albero che effettivamente ingannarono l'avversario facendogli credere che la fortezza fosse operativa.
Subì qualche colpo di grosso calibro d'artiglieria, in particolare dal 'Barbara' da 380 posizionato a Millegrobe di Luserna, nel maggio 1916 per spianare il campo alla 'Spedizione di Primavera' successivamente denominata Strafexpedition (spedizione punitiva).

Originariamente era armato con 6 cannoni da 149/A (A=acciaio), con gittata massima di 11 km., posti sotto cupole girevoli in acciaio di 14 cm di spessore, totalmente inadatte a sopportare esplosioni di proiettili di grosso calibro a tiro parabolico, come fu reso evidente nel disastro del forte Verena.
Quattro vecchi pezzi ottocenteschi da 87/B (B=bronzo) su affusto rigido e altri da 75/27, erano posizionati sulle casematte ed in postazioni da campagna, disponeva inoltre di alcune mitragliatrici, trincee e postazioni di fucilieri per la difesa ravvicinata.
Verso la Valdastico si affacciava con un osservatorio coperto e al centro delle cupole vi era una torretta blindata d'osservazione, girevole e retrattile, per il puntamento dei cannoni.
Sul fronte esposto al nemico la struttura si articolava in un profondo fossato in controscarpa, battuto da una caponiera a cofano in calcestruzzo, con fessure per mitragliatrici antiuomo.
La guarnigione si componeva di circa 150 artiglieri specializzati da fortezza.
Pur in posizione piuttosto arretrata dal confine, doveva difendere da eventuali invasioni attraverso la Val d'Astico, con un gioco di squadra con l'altrettanto inutile forte di Cima Campolongo di Rotzo, l'ancor in fase costruttiva forte di Campomolon di Tonezza e la Caserma Ratti in Valdastico.

Il Corbin in parte già disarmato, come pure il Campolongo maggiormente devastato, venne abbandonato con l'avanzata austro-ungarica.
Era collegato con audaci sentieri e un sistema di trincee, tra le quali trovò la morte il noto scrittore triestino Carlo Stuparich, al sistema difensivo del Monte Cengio, dove si concentrò l'ultima disperata difesa per fermare la 'Spedizione di Primavera'.
I danni sono imputabili principalmente al sabotaggio, nei settori delle batterie di cannoni, da parte della guarnigione italiana in ritirata, mentre il resto dell'opera e le caserme rimasero sostanzialmente intatte.
Fu utilizzato dagli imperiali come deposito di retrovia nelle battaglie del Cengio. Quindi rioccupato dagli italiani a seguito della ritirata austroungarica sulle linee Assa-Ortigara.

Nel primo dopoguerra venne impiegato come caserma e zona di addestramento militare e dalla guardia forestale, e successivamente finì per essere completamente abbandonato.
Come per gli altri forti italiani, non subì le devastazioni strutturali degli anni '30 da parte dei 'recuperanti', che distrussero pressoché tutte le fortezza austriache, ma spoliazioni di attrezzature e suppellettili di ferro in quanto costruito 'in economia' con grossi spessori di cemento ed impasto di pietrame grossolano, fino a 2,5 m. per le coperture e i basamenti delle cupole girevoli d'acciaio, ma senza armature in metallo.
Una architettura costruttiva molto raffinata esteticamente, con lavorazioni e dettagli di pregio, tuttavia carente nella sostanza, anche per motivi finanziari nonostante l'immane spreco di denaro pubblico ai fini militari avvenuto ad inizio secolo.
Per i paesi del fondovalle e le contrade dell'altopiano questo enorme impegno costruttivo, concentrato in una serie di fortezze e strade di servizio, fu motivo di un piccolo 'boom' economico di inizio secolo che venne poi pagato come ben sappiamo.

I ruderi in abbandono vennero acquistati dalla famiglia Panozzo, che pazientemente nel corso degli ultimi decenni ha ripulito le strutture e operato con interventi di restauro. Pregevole soprattutto per l'aspetto di lasciare intatte e leggibili le ferite e i segni del tempo vissuto.
Nella fortezza e nei dintorni vennero girate alcune scene del film 'I recuperanti' di Ermanno Olmi nel 1969.

Nella caserma di comando è stato allestito un piccolo museo e un piccolo e simpatico bar-ristorante.

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mappa e planimetria ex Forte di Punta Corbin a Tresche Conca

ex Forte di Punta Corbin a Tresché-Conca - m. 1090

Di proprietà privata, l'ingresso è a pagamento.
La visita comprende il giro del forte e il piccolo museo con reperti bellici e numerose fotografie.
All'interno della caserma di comando e nel cortile un simpatico posto di ristoro con bar/ristorante e vendita libri storici.

apertura e informazioni

aprile, maggio, giugno: sabato e domenica
luglio, agosto: tutti i giorni
settembre, ottobre, novembre: sabato e domenica
comitive organizzate e scolaresche su appuntamento in qualsiasi giorno

orario di apertura: 10:00/18:00
contatti
famiglia Panozzo - Tresché-Conca di Roana
tel. 349.2685543
web: www.fortecorbin.it
documenti
Guida alla visita di Forte Corbin e alla sua storia - di Ilaria Panozzo - Input Edizioni
in vendita presso il forte

posizione del forte Corbin : N.45°49'59.7"  E.11°23'14.5"

Il forte si raggiunge preferibilmente con un bellissima passeggiata partendo dalla chiesa di Tresché (Roana - Altopiano Asiago).
Dalla chiesa una strada all'inizio asfaltata (indicazioni, verso sud) quindi sterrata porta al forte.
Sono circa 5 chilometri che si percorrono tranquillamente in un'ora e mezza, anche meditando e godendo i profumi e le voci del bellissimo bosco.
Consigiabile anche come percorso con la mountain-bike o per il nordic walking.

L'altipiano si raggiunge percorrendo l'autostrada 'Valdastico' uscendo al termine a Piovene-Rocchette.
Si sale poi la 'Strada del Costo' che conduce ad Asiago.
Conca è il primo paese che s'incontra appena si sbocca nei bei boschi dell'altopiano. Circa 20 km. dal termine dell'autostrada.
Entrare nel paese, tralasciando la breve circonvallazione, e all'evidente incrocio svoltare a sinistra e salire alla chiesa di Tresché, dove si possono trovare dei parcheggi.