Centro Minerario e Miniere della Val Imperina
Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, Centro Visitatori di Rivamonte Agordino

Ammirando l'artistica ossatura e la struggente desolazione degli edifici gravemente diroccati, ed anche la suggestiva penombra all'interno del grandioso edificio dei 'Forni Fusori' mirabilmente restaurato, vengono immediatamente alla mente alcune sbiaditissime fotografie di fine ottocento che mostrano la conca e la vallata agordina orribilmente deturpate, completamente "nude" e drammaticamente senza nessuna traccia di alberi e di vita.
Quelle drammatiche foto, emotivamente "iper-realiste", mostrano l'effetto di quello che oggi sappiamo essere causato dalle "piogge acide".
Ma ancor più ci dicono di quello che non vediamo.
Ci parlano dello sfruttamento della natura, del taglio degli alberi per soddisfare l'insaziabile ingordigia del fuoco dei forni, ma soprattutto ci parlano delle migliaia di persone che in quelle condizioni disumane hanno lavorato e vissuto.
Le miniere della valle Imperina producevano soprattutto rame e secondariamente argento.
Viene spontaneo associare gli archi in penombra dentro l'enorme "pancia" del "capannone dei forni" all'immaginario mentale parzialmente concretizzato in infernali scene di films che mostrano medioevali fucine con magli, fuoco ed evanescenti figure umane deformate.
E la magia di questi ambienti, nonostante la vocazione a sede museale e l'interessante pannellistica esplicativa, è di farci percepire quei rumori infernali, grida, vampate di calore, fumi che bruciano i polmoni, evanescenti come fantasmi e duri come l'inferno di quelle giovanissime vite.
Le miniere di Rive di Agordo, probabilmente conosciute già in epoca romana, ebbero il loro massimo sviluppo nell'epopea veneziana del seicento e del settecento, diventando le più importanti d'Europa.
Non lontane le miniere del Sass Negher (Sasso Negro) presso
Campigat di forcella Cesurette da dove si trasportava il minerale a Forno di Canale (ora
Canale d'Agordo).
Altri centri minerari altrettanto famosi furono quelli del Fursil a Col (Colle Santa Lucia) dove si percorreva la
"strada della Vena" verso il Fodom e fin dai tempi romani si trasportava il minerale ai forni fusori di
Alleghe, allagati dopo la settecentesca frana che formò l'omonimo lago.
E quelli di Forno di Zoldo, Cibiana e Valle Inferna, famosi per il ferro delle spade e dei chiodi.
In lenta decadenza per tutto l'ottocento, sia per la destabilizzazione politica dopo la caduta della Serenissima e l'economia da rapina Austriaca e Italiana, e sia per la convenienza del minerale d'oltre oceano, la produzione continuò fino a metà del novecento con la direzione della Montecatini (poi Montedison), soprattutto per l'estrazione della pirite e la produzione di acido solforico.
Fin dall'inizio del secolo scorso vennero approntate delle centraline idro-elettriche ed una linea ferroviaria privata, poi anche per usi civili, a scartamento ridotto da Belluno e Sedico.
Una locomotiva restaurata si trova nel piazzale del parcheggio accanto al ponte di legno.
Il sogno "californiano" di fine ottocento, una specie di corsa all'oro, e qualcuno parlò proprio di "oro" con riferimento a Forcella Aurine, si concretizzò nell'ora abbandonato
villaggio minerario di California, nell'isolata testata della Valle del Mis.
L'abbandono totale del centro minerario di Rivamonte, sull'alveo del Cordevole, è del 1962 e la nuova vita, con il recupero a sede museale, inizia nel 1989 con l'acquisto da parte del Comune di Rivamonte Agordino.
Dall'ostello, o dal Centro Visitatori del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, sono possibili alcune passeggiate, in particolare la visita ad alcune miniere, oppure le più impegnative escursioni alla "Via degli Ospizi" o l'ancor più impegnativo trekking denominato "La montagna dimenticata".
Museo del Centro Minerario e Miniere della Val Imperina - Rivamonte Agordino
Il Centro Minerario della Valle Imperina, in comune di Rivamonte, si trova nelle immediate vicinanze di Agordo.
E' uno dei centri focali del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, parzialmente restaurato a museo e ostello e con la possibilità di visitare ambienti e luoghi minerari con interessanti passeggiate.
Nell'ex centralina idroelettrica si trova il Centro Visitatori dell'Ente Parco.
Molto suggestivi i grandiosi saloni dell'edificio dei Forni Fusori.
nota
Attenzione, con la bufera di ottobre 2018 (Vaia) sono caduti numerosi alberi lungo i sentieri, con intere zone devastate a macchia di leopardo.
Anche dopo diversi anni alcuni sentieri possono essere ancora impercorribili, o comunque con evidenti difficoltà di attraversamento di alcuni tratti.
In altri casi ci si può imbattere in lavori forestali e di ripristino.
Inoltre alcuni tratti di bosco non saranno più quelli di prima ed anche sentieri segnalati Cai potrebbero essere cambiati o deviati.
Data la situazione molto varia e in continua evoluzione e gli avvenimenti metereologici sempre imprevedibili, prima di affrontare qualsiasi percorso è sempre bene informarsi in loco circa la percorribilità dei sentieri e contattare Uffici Turistici, Gestori di rifugi, Ufficio Guide Alpine, Proprietari di attività commerciali.
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bibliografia miniere della Valle Imperina, centri minerari, Dolomiti e agordino |
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titolo | autore | edizione |
Le miniere in Valle del Biois | D. Della Giacoma, D.G. Fiocco | 2007 - Grafica Sanvitese |
La via degli ospizi. Sulle antiche tracce di viandanti in Val Corevole | T. De Nardin, G. Poloniato, G. Tomasi | 2002 - Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi |
Notizie di Vallalta e della sua miniera di mercurio, in "Matiuz Comune di Sagron-Mis (Trento)" | D. De Nardin | 2001 - Cai sezione Agordina |
La montagna dimenticata. Vie militari e antiche strade di minatori | T. De Col, M. Olivotto | 2001 - Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi |
Minatori in Val Imperina. Storia e antropologia di una comunità di Montagna - Quaderno n.15 | F.Spagna | 1998 - Museo Etnografico Provincia Belluno |
Il Castello di Andraz e le Miniere del Fursil | M.Baldin | 1997 - Marsilio Editore |
Il centro minerario di Valle Imperina e il suo recupero | W.Salton, A.Pollazzon, G.Slompo | 1995 - Giunta Regionale del Veneto |
Il complesso minerario di val Imperina, in "Archeologia industriale nel Veneto" | M.Callegari | 1990 - Silvana Editore |
Il Castello di Andraz e le Miniere del Fursil | G.Loss, V.Pallabazzer, F.Chizzali | 1989 - Feltre |
Una miniera veneta. Valle imperina dal 1866 al 1962 | M. Orlandi | 1980 - Nuovi Sentieri Belluno |
Le miniere agordine sotto il governo della Serenissima | G.Fusina | 1944 - Venezia |
Agordo e le sue scuole minerarie | U.Giuffrè | 1939 - Agordo |