Ai sensi della Direttiva 2009/136/CE e art.122 Codice Privacy, sono presenti solo cookies tecnici di sessione e non viene eseguita nessuna profilazione utente.
Sito conforme alle linee guida W3C consortium, alla Legge 7 mar 2001 n.62, al DL.vo 30 giu 2003 n.196, alla Legge 9 gen 2004 n.4.
Questo sito non è una testata giornalistica, viene aggiornato periodicamente sulla base del materiale disponibile e in forma amatoriale.
MagicoVeneto non ha scopo di lucro, non fa pubblicità e nemmeno contiene pubblicità occulta o link nascosti o ingannevoli. Tutto il materiale disponibile è presente nel sito, non forniamo depliants, guide e mappe. Non rispondiamo ad informazioni o notizie che vanno richieste agli enti preposti quali: comuni, pro-loco, associazioni e guide turistiche, Cai, Fiab, ecc...
MagicoVeneto non è responsabile di disguidi, errori, incidenti possibili durante le escursioni, non partecipa e non garantisce date e orari di manifestazioni e avvenimenti. Pertanto declina ogni responsabilità diretta o indiretta e avverte che descrizioni, itinerari, notizie presenti nel sito vanno visti solo come indicazioni di massima per preparare le proprie uscite.
Falcade-Caviola, Canale d'Agordo, Vallada Agordina - Val Biois Belluno Dolomiti
la valle del Biois, detta "la valle con i santi alle finestre" - Dolomiti Bellunesi
La Vallada è stata frequentata fin dai tempi remotissimi da cacciatori preistorici.
Non si hanno notizie certe dell'epoca romana, pur trovandosi nella vallata del Cordevole, stabilmente abitata da contadini e, soprattutto, minatori che facevano riferimento ai forni fusori di Alleghe.
L'isolamento era causato dall'inacessibilità della valle del Biois, in gran parte paludosa nel fondovalle.
La forra che sbocca a Cencenighe era ostruita ed esisteva un grande lago, che probabilmente si estendeva fino a Forno di Canale (Canale d'Agordo).
Un altro lago doveva esistere Caviola.
I primi insediamenti stabili sono dovuti a coloni medioevali provenienti dal Tirolo o dalla bassa Baviera, valicando il docile passo San Pellegrino.
Il luogo era conosciuto come 'Selve Nere' e porta a presumere che i coloni fossero principalmente dediti allo sfruttamento silvestre e alla pastorizia.
I clan famigliari formarono numerosissime borgate sparse, con case dalla tipica struttura con il piano terra in pietra e piani sopraelevati di legno per le abitazioni e stalle e totalmente di legno per gli annessi, con una tessitura di viuzze strettissime.
Gran parte dei nomi di queste frazioni deriva dai nomi delle famiglie.
Come ad esempio Caviola, Gares, Celat, Andrich (Enrio da Sadole detto Handrig).
Altri da situazioni idrauliche o territoriali come ad esempio Valt (Wald, bosco), Pescosta (piedi della costa), Marmolada (cave di pietre-marmi),
Tabiadon (grande tabià, fienile), Piaz (Piaiaz, ripido pendio), Sadole (da Sotto il Dolà, una spaccatura del monte Franzei),
Lagazzon (allude chiaramente ad un lago o luogo paludoso), Sappade (dal dissodamento, con le zappe, del terreno - come il più famoso Sappada-Plodn).
Area a minoranza linguistica Ladino-Veneta dell'Agordino riconosciuta dalla Legge 482/1999.
Canale d'Agordo (Canal [d'Agort])
il paese natale di Papa Albino Luciani, Giovanni Paolo I
A Canale d'Agordo, un tempo principale paese della Valle del Biois chiamato Forno di Canale, la casa più bella e splendidamente affrescata è l'ex "Casa delle Regole di Pittigon", risalente al 1640, nella piazzetta in fondo al Colmel de Tancon.
La Regola era un organismo politico-amministrativo, formato dai capifamiglia, che presiedeva il patrimonio comune dei pascoli e dei boschi, con una ampia autonomia dall'amministrazione centrale veneziana.
Colmiei (quartieri) e Vile (frazioni) de Forno di Canale, oggi Canale d'Agordo, un tempo principale centro per la lavorazione dei minerali dell'alta valle di Gares e famoso per i suoi forni fusori.
Colmel dela Pief (Pieve) e chiesa di San Giovanni Battista
Colmel de Tancon o Canton
Colmel de Medavila Rividela (casa natale di Papa Albino Luciani)
Il principale centro della vallata del Biois, Falcade dal ladino Falciade (sfalcio dell'erba, probabilmente per via della vasta conca prativa del fondovalle), è attorniato da imponenti strutture dolomitiche.
A mezzogiorno spicca la corona settentrionale della catena della Pale di San Martino, con i gruppi del Focobon ed il Mulaz, a nord le Cime dell'Auta.
Come in tutta la vallata i primi insediamenti stabili risalgono al mille con gruppi familiari che si dedicano allo sfruttamento della foresta e, secondariamente, all'attività mineraria.
La convivenza tra clan e borgate, la gestione del territorio e dei beni comuni si concretizzò in forme democratiche tramite la 'Regola' con rappresentanza di tutti i capofamiglia.
Dall'inizio del quattrocento la dominazione della Serenissima Repubblica Veneta caratterizzata, come per tutte le comunità federate, da una amplissima autonomia.
Il quattrocento e i primi decenni del cinquecento sono piuttosto turbolenti nell'intera regione veneta e avvengono numerosi fatti e devastazioni di eserciti invasori.
Del 1439 il passaggio delle truppe del duca Filippo Maria Visconti con i milanesi che s'impossessano per qualche decennio della marca veronese e di parte del Veneto nord-occidentale.
Nel 1487 è la volta delle brutalità di Sigismondo duca del Tirolo.
Nei primi del cinquecento è un continuo marciare di truppe dei collegati alla Lega di Cambrai e tra le vallate agordine e cadorine pù volte si segnalano disastri e scompiglio dovuti alle truppe austriache.
Nella vallata si fa notare per rapacità e violenza il comandante Leonardo Falzer.
Terminata felicemente per Venezia la bufera degli eserciti della Lega di Cambrai, inizia il lungo periodo di pace, ma non di tranquillità per le continue scorribande ed usurpazioni territoriali dei confinanti fassani e trentini e l'infinita contesa confinaria tra la Serenissima e la contea trentina.
Con l'invasione napoleonica Regole e contese vengono spazzate via, il territorio passa agli austriaci fino al 1866, quando è la volta del nuovo padrone sabaudo.
Attenzione, con la bufera di ottobre 2018 (Vaia) sono caduti numerosi alberi lungo i sentieri, con intere zone devastate a macchia di leopardo. Anche dopo diversi anni alcuni sentieri possono essere ancora impercorribili, o comunque con evidenti difficoltà di attraversamento di alcuni tratti. In altri casi ci si può imbattere in lavori forestali e di ripristino. Inoltre alcuni tratti di bosco non saranno più quelli di prima ed anche sentieri segnalati Cai potrebbero essere cambiati o deviati. Data la situazione molto varia e in continua evoluzione e gli avvenimenti metereologici sempre imprevedibili, prima di affrontare qualsiasi percorso è sempre bene informarsi in loco circa la percorribilità dei sentieri e contattare Uffici Turistici, Gestori di rifugi, Ufficio Guide Alpine, Proprietari di attività commerciali.
Itinerari e descrizioni riportate in questo sito devono essere visti solamente come idee di massima e premesse per programmare le proprie gite, non possono in nessun caso essere considerati quali consigli o indicazioni certe. Frequentare la montagna - escursionismo, ferrate, alpinismo - è attività potenzialmente pericolosa e chi la svolge lo fa a proprio rischio e pericolo. Quanto riportato in questo sito è stato compilato e verificato con cura, tuttavia sviste, errori o cambiamenti non tempestivamente aggiornati sono sempre possibili. MagicoVeneto non è responsabile di disguidi, errori ed inconvenienti possibili lungo i percorsi. Pertanto si declina ogni responsabilità per possibili disguidi o danni subiti dagli utenti. Si raccomanda, sempre e comunque, prudenza e attenzione valutando attentamente le proprie capacità tecniche e fisiche.