La vallata del
torrente Fiorentina, con il principale affluente torrente Codalonga (Codalongia), tributaria di sinistra del
Cordevole, è una splendida conca con faro nel solenne e grandioso
monte Pelmo (m.3.168).
Tutt'attorno un tripudio di vette dolomitiche famose quali la Civetta, il Nuvolau-Averau ed altre meno famose ma più importanti nell'economia della vallata quali il monte Pore, il Cernera, il Mondeval, le Rochete di Prendera, il Col dela Puina, il monte Crot.
La valle è raggiungibile da uno stretto ed impervio vallone da Caprile e Alleghe oppure attraversando i passi di Giau e la forcella Staulanza.
Pur separato dalla grande piramide boscosa-erbosa del monte Pore, Col (Colle Santa Lucia) fa storia e lingua comune (il Ladino) con l'articolato territorio del Fodom ed anche con l'Ampezzano, mentre la parte alta orientale (Selva) rientra nei confini veneziani delle regole Cadorine.
Nel 1803 Col ed il Fodom vennero aggregati al Lander del Sud Tirolo, ai confini 'cadorini' della ex Veneta Serenisima Republica annessa al regno Lombardo-Veneto dell'Impero Austro-Ungarico dopo il disastro napoleonico e fino all'unità d'Italia.
I due comuni rimasero nell'impero fino allo sconvolgimento della grande guerra ed infine passarono a far parte della provincia di Belluno, sul confine dell'attuale Regione del Veneto, nel 1923.
Colle Santa Lucia (Col) |
Il nome del Comune riunisce numerose contrade con sede comunale e parrocchiale a Villagrande.
L'antico nome della località, Buchberg (Monte dei faggi), si trova in un documento del 1145 in abbinamento al sito minerario sulle pendici del monte Pore denominato Wersil o Fursil.
Le pendici orientali del monte Pore, fino al confine con il Cadore (Selva di Cadore) lungo la vallata del torrente Codalonga, e tutto il territorio di Livinallongo (Fodom), in epoca medioevale appartenevano alla Contea del Norital, dominio del Principato Vescovile di Bressanone (Brixen) per effetto dell'insediamento voluto dall'Imperatore Corrado II 'il Salico' nel 1027.
Per un lungo periodo, intervallato da problematiche ed indecifrabili faide di signorotti locali, la giurisdizione della "Bacchetta di Livinallongo" regolata dal rigido "Statuto della Bacchetta", dipese direttamente dal
Castello di Andraz
con i vari Signori formalmente vassalli del Principe Vescovo di Bressanone, che tuttavia crearono non pochi problemi giuridici al Principe Vescovo.
La vita della piccola comunità era rigidamente regolata dallo statuto e prevedeva, oltre a gravosi tributi, prestazioni d'opera nelle ricche miniere del Fursil e manutenzione della strada 'Della Vena', detta anche via del Ferro, indispensabile manufatto per il trasporto ai forni fusori, alle officine di lavorazione e al commercio del prezioso materiale.
- chiesa parrocchiale di Villagrande
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In stile Gotico alpino, arricchito dal Barocco Rococò, esisteva già nel 1200 come raccontano le leggendarie storie legate alla dedizione a Santa Lucia.
Un primo documento certo, del Principe Vescovo Alberto, è datato 1336.
Altri documenti attestano dei restauri e rifacimenti barocchi con la facciata ingentilita dal nobile portale e dal prezioso rosone.
Del 1600 i lavori a stucco in stile rococò.
Da notare il cimitero attorno alle mura perimetrali della chiesa, come in tutta l'area non soggetta ai dettami napoleonici che obbligarono lo spostamento cimiteriale fuori dal contesto urbano.
- palazzo Ghizzali-Bonfadini
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Caratteristico per le imponenti inferriate, risale al 1612 e fu sede amministrativa delle Miniere del Fursil.
Un maso ai piedi del monte Pore, denominato Fursil, fu donato dal Principe Vescovo Hartmann al convento di Novacella (Agostiniani), dallo stesso fondato alcuni anni prima.
Leggenda vuole che un frate scoprisse l'esistenza di ricchi filoni di Siderite Manganesifera, dalla quale si estrae ferro particolarmente indicato per lame e spade e lavorazioni per materiale 'tecnico' pregiato poco soggetto all'arruggimento per via del manganese.
Il pregiato ferro era noto come "Ferro dell'Agnello" per via del sigillo del Principe Vescovo di Bressanone e nell'attività commerciale si distinse la Serenissima Repubblica, con una specie di trattato d'appalto.
La chiusura delle miniere avvenne nel 1753, non estranei i gravi problemi ambientali (piogge acide...) e la dilapidazione del bosco per la legna dei forni fusori situati a Selva, Andraz, Valparola e Caprile.
Un tentativo di riutilizzo avvenne in epoca 'autarchica' (1938-1942), ma il costo estrattivo e la lavorazione non erano più concorrenziali.
- casa Piazza
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L'abitazione dei Conti Piazza, gastaldi del piccolo ma ricco paese, risale al 1585.
Lo stemma è ancora visibile sulla facciata della casa che si trova sulla destra salendo verso la chiesa.
Area linguistica-culturale Ladina riconosciuta dalla Legge 482/1999.
Vedi approfondimenti Ladinia e i Ladini del Sella.
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Selva di Cadore e la Val Fiorentina |
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Museo Civico della Val Fiorentina "Vittorino Cazzetta" - Selva di Cadore (Belluno)
Il museo civico 'Vittorino Cazzetta', con un nuovo allestimento, comprende tre sezioni: una geo-paleontologica, una archeologica e una protostorica-storica.
Di particolare interesse è la sepoltura mesolitica di un cacciatore del VI millennio a.C. completa del corredo funerario, un calco della superficie di un masso rinvenuto ai piedi del Pelmetto, dove sono visibili piste di più di un dinosauro, oltre delle testimonianze epigrafiche, sia originali sia in copia, come la stele preromana rinvenuta sul monte Pore e le iscrizioni confinarie rupestri del monte Civetta.
Inoltre sono presenti pergamene di epoca medioevale che trattano di storia locale e una bel rilievo lapideo di un leone marciano sedente.
web: www.museoselvadicadore.it
orari apertura
- mattino 10.00-12.30 pomeriggio 15.00-18.30 (dal 16 dicembre-gennaio-febbraio-marzo-luglio-agosto- fino alla seconda domenica di settembre)
- mattino 10.00-13.00 (aprile-maggio-giugno-dalla seconda domenica di settembre-ottobre)
- pomeriggio 15.00 -18.30 (1-15 dicembre)
- chiusura: lunedì (eccetto il mese di agosto) e il mese di novembre
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- escursione rifugio Città di Fiume, forcella Forada, ghiaione del Pelmo, Staulanza
- giro del Pelmo-Pelmetto: Staulanza, f.lla Val d'Arcia, rif. Venezia, Staulanza
- escursione rif. Aquileia, rif. Città di Fiume, alpe Prendera, f.lla Ambrizzola, Mondeval
- escursione passo Giau, f.lla Giau, Mondeval, cima Lastoi de Formin