cicloturismo nel delta del Po - il giro dell'isola di Ariano nel Polesine
Sessanta chilometri di strada asfaltata senza nessun incrocio o attraversamento stradale, qualche rarissima automobile.
Una utopia nel Veneto del terzo millennio?
E' l'anello dell'isola fluviale di Ariano nel Polesine percorrendo integralmente gli argini del Po di Venezia e del Po di Goro.
Il Po si separa in due tronconi a Santa Maria in Punta, nel mezzo l'isola di Ariano che si allarga in una vasta campagna bonificata, quindi i due rami principali si riavvicinano fin quasi a toccarsi a
Ca' Vendramin, nei pressi del ponte che attraversa il Po di Gnocca e conduce a Porto Tolle.
E' la parte più interna del vasto cuneo del Delta, territorio che non esisteva nell'antichità, frutto di bonifiche, canali artificiali e arginature ad opera soprattutto della Serenissima.
Gli abitati principali sono, oltre ad Ariano nel Polesine, Taglio di Po, Corbola, Santa Maria in Punta e Rivà, poi solo qualche casa sparsa e molte cascine abbandonate.
Interessanti le cascine abbandonate e semi-crollate di Ca' Vendramin, ora in fase di recupero e ricostruzione.
A poca distanza il
Museo delle Bonifiche di Ca'Vendramin, ben visibile lungo la strada principale per Porto Tolle, caratteristico per l'alta ciminiera.
L'isola prosegue poi con una stretta fascia di quasi 30 km. racchiusa tra il Po di Goro e il Po di Gnocca.
Possiamo riservare questa
seconda parte per un'altra bella uscita in bicicletta.
Il percorso, tutto asfaltato tranne un paio di tratti di qualche centinaio di metri (incomprensibile il perché), non presenta alcuna difficoltà o problema, tranne il vento che, a volte, può essere un 'nemico' ed altre un 'gregario'.
I quattro passaggi delle strade principali che attraversano l'isola si sottopassano sull'argine, senza incrociarli.
Base di partenza più logica è Taglio di Po, lungo la strada Romea da Chioggia a Ravenna.
Saliti sull'argine lo si segue integralmente preferibilmente in senso antiorario.
Il paesaggio è un po' monotono, ma la pedalata è davvero piacevolissima, disintossicante e ricostituente rispetto al traffico, incroci, marciapiedi, rotonde, grandi macchinoni rombanti e prepotenti.
Un mondo d'altri tempi, sonnolento e silenzioso, una pedalata da consigliare in buona compagnia e ad una andatura calma dove sfogarsi in chiaccherate o ragionamenti impegnati, facendo sosta su qualche panchina o nei bar di paese.
Molto adatto anche per la famiglia con bambini trasportati sul carrettino.
L'occhio può posare sulle distese d'acqua e sui campi coltivati, ed alcune curiosità quali l'area archeologica di San Basilio, il piccolo campanile solitario e senza chiesa di Rivà e, sulla sponda ferrarese, il
Casello della Mesola.
A
Ca' Vendramin il museo delle bonifiche.
Il giro è particolarmente indicato in primavera, tuttavia anche il primo autunno, con le eteree nebbie a banchi, può riservare delle belle sorprese.
Nelle domeniche di prima estate dovrebbe essere abbastanza frequentato da cicloturisti, per il resto s'incontra solo qualche anziano residente del luogo a passeggio a piedi o in bicicletta.
A Santa Maria in Punta spesso vi sono feste con grandiose grigliate.