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Monte Piana, Tre Cime di Lavaredo, Drei Zinnen

Monte Piana, gruppo Lavaredo Dolomiti di Sesto
Monte Piana, Drei Zinnen Sextner Dolomiten

sentiero storico Museo all'aperto della Grande Guerra sul monte Piana
Freilichtmuseum I Weltkrieg Monte Piana

Monte Piana museo grande guerra, Lavaredo Dolomiti La visita all'interessante Museo all'aperto della Grande Guerra nelle Dolomiti al monte Piana (o Piano, come veniva chiamato per l'evidente conformazione) è fortemente raccomandata e permette di conoscere gli aspetti umani di come vennero condotte le operazioni belliche in alta montagna.
Probabilmente il luogo più facile e frequentato per chi desidera approfondire episodi della grande guerra nelle Dolomiti.
E' anche l'occasione per camminare sul vasto pianoro di una imponente cima dolomitica a 2300 metri di quota, pianoro circondato da grandi pareti strapiombanti, e godere di un panorama mozzafiato sul settore settentrionale delle Dolomiti, in particolare luogo privilegiato per ammirare le Tre Cime di Lavaredo.

E' una bella passeggiata che si affronta dal rifugio "maggiore Angelo Bosi" al quale conviene salire con la Jeep-Navetta, in questo modo si può dedicare maggior tempo alla visita, con estrema calma, ai vari resti di trincee e appostamenti, e ovviamente inebriarsi di tanta meraviglia paesaggistica.
E concedersi, possibilmente solitari, momenti di riflessione e meditazione. Sulla guerra, sull'eroismo umano, sui sacrifici bestiali, sulle meraviglie della natura, su quella sagoma monumentale delle Tre Cime di Lavaredo, sulla dolcezza di quel tappeto erboso un tempo ricco pascolo di pecore, devastato da assurdi lavori militari, concimato con il sangue.

Il percorso di visita è facile, vi sono numerose tracce di sentieri, ma non un sentiero obbligato.
Per i temerari in cerca di emozioni vi è la possibilità di percorrere un sentiero per esperti che si protende sulle postazioni più esposte sul margine di vertiginose pareti, sentiero in parte attrezzato con cordino metallico (ferrata).
I due punti simbolo che uniscono i due colmi di cima sono la Croce vicina all'Osservatorio Italiano e la Croce di Dobbiaco, spettacolare luogo panoramico verso la val di Landro, con il laghetto di Landro e Dobbiaco.

Sostanzialmente la cima è un vasto altipiano gobboso, che si estende in lunghezza per circa 2 chilometri, diviso a metà da una depressione, un colletto denominato 'Forcella dei Castrati' (f.lla de i Castrade).
A questa quota non vi è vegetazione arborea, ma prateria d'alta montagna con spettacolari fioriture.
Naturalmente la quota richiede un approccio consapevole: indumenti per l'eventuale freddo e vento, cappello per il sole, creme solari, abbigliamento e scarpe adatte sono necessari.


Il monte Piana è il paradigma dell'assurdità della guerra condotta tra queste montagne.
E, a maggior ragione, il paradigma dell'inutilità stessa della guerra.

Innanzitutto una guerra combattuta da uomini che, quasi tutti, non sapevano nemmeno perché e per chi stavano massacrandosi. Uomini che parlavano la stessa lingua e provenivano da paesi vicini.
All'inizio delle operazioni belliche i combattenti erano Tirolesi, Ampezzani e Cadorini, con l'unica sfortuna di trovarsi lungo un confine che, popolarmente, confine non era mai stato, se non campanilismo e tuttavia soprattutto luogo di scambio e di affari, di osmosi culturali.

Divenne confine dell'Italia ancora Sabauda che ambiva all'Unità d'Italia e che tradiva l'alleato Imperiale che, per non entrare in guerra, le aveva offerto alcuni territori in Trentino.
Gli Austro-Ungarici erano ancora impegnati nella guerra contro la Russia. Per l'Italia l'illusione di una facile vittoria e di ampie annessioni territoriali.

Qui si combatteva tra montagne difficili, i generali italiani non si spinsero con decisione oltre il confine verso Dobbiaco, dove avrebbero trovato solamente alcune decine di gendarmi doganali a sbarrare la strada di un confine praticamente sguarnito. Si accontentarono di 'liberare' Cortina d'Ampezzo.
Gli Austriaci ne approffitarono per adattare la linea del fronte sulle favorevoli creste rocciose, come il monte Piana, che divenne un vero caposaldo con anche funzione diversiva rispetto al fronte del Carso, dove puntualmente diedero la spallata di Caporetto.

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Monte Piana museo all'aperto della grande guerra
sentiero storico Museo all'aperto della Grande Guerra sul monte Piana
doveMisurina di Auronzo di Cadore (Belluno), al confine con Dobbiaco (Bolzano)
montemonte Piana (o monte Piano) (m.2320), gruppo Lavaredo Dolomiti di Sesto
logisticala salita al rif.A.Bosi si può fare con la Jeep-Navetta (in stagione: giugno-ottobre)
parkMisurina (m.1750)(parcheggi tutti a pagamento) - coord. N.46°35'02.5" E.12°15'13.8"
luoghiMisurina, rifugio 'maggiore Angelo Bosi', monte Piana, Comando italiano, forcella dei Castrati, postazioni austroungariche, croce di Dobbiaco, Cappella degli Eroi
motivistorici (museo all'aperto della Grande Guerra), paesaggistici, fotografici
quandosempre, se possibile evitare i mesi di luglio e agosto per il troppo affollamento
lunghezzaMisurina, rif.Bosi - 5 km. pendenza media 10%
anello sull'altopiano sommitale del monte Piana, circa 6 km., non vi è un percorso obbligato
discesa dal rif.Bosi a Misurina circa 5 km. anche con scorciatoia
tempi3 ore (con calma) il giro dell'altopiano del monte Piano, soste escluse
orientamentobanale
quotam.1750 Misurina / m.2200 rif.Bosi / max.m.2325 monte Piana
dislivello200 m. circa per l'anello sul monte Piana, 450 m. discesa a Misurina
tipologiasentieroni molto frequentati e facili, possibile un sentiero parzialmente attrezzato lungo il bordo dei precipizi
segnaleticatabelle varie, grandi pannelli didattici
difficoltàfacile escursionistico (Cai=E) il sentiero storico, escursionisti esperti (Cai=EEA) il sentiero attrezzato
esposizionenessuna sul sentiero storico, vertiginoso il sentiero attrezzato
pericolinessuno lungo il sentiero storico
ricoveri rif.Bosi (m.2205)(tel.0435.39034) - coord. N46°36'38.1" E12°15'4.3"
rif.Auronzo (m.2235)(tel.0435.39002) - coord. N.46°36'43.7" E.12°17'45.4"
rif.Locatelli (m.2405)(tel.0474.972002) - coord. N.46°38'13.0" E.12°18'38.0"
nordic walkingpoco adatto
joggingno
ciaspolesì, spettacolare, itinerario consigliato e segnalato
mtbno, è espressamente vietato
downloadwaypoints, traccia Gps e itinerario interattivo Google/Earth dell'escursione al monte Piana - Tre Cime di Lavaredo
cartografiaFoglio 010 Dolomiti di Sesto / Sextener Dolomiten - Edizioni Tabacco Udine - 1:25.000
informazioni
gps walk ciaspe
ricognizioneGianni - ottobre 2013
considerazioni
  • Misurina, Lavaredo e, di conserva, anche il monte Piana, sono luoghi frequentatissimi, a buon diritto e per ovvie ragioni trattandosi di cardini delle meraviglie dolomitiche, per di più particolarmente tagliati su misura per il turismo di massa
  • per un approccio più 'soft' e maggiormente 'intimo' è giocoforza andarci in periodi fuori stagione, in particolare dalla metà settembre a tutto ottobre e fino alle prime spruzzate di neve, specie nei giorni feriali, è il periodo autunnale dell'esplosione dei colori, sicuramente il momento migliore
  • il rifugio Bosi è privato e rimane aperto anche in ottobre (controllare nel sito), ed è pure attivo il servizio jeep-navetta (a pagamento, a scanso di equivoci)
  • i parcheggi a Misurina sono tutti a pagamento, forse fuori stagione si trova qualcosa gratis
  • la salita al rifugio A.Bosi (circa 5 km.), su ripida stradina strettissima e asfaltata, è tassativamente vietata alle biciclette e, ovviamente, alle auto private
  • la salita al rifugio Auronzo è su strada a pagamento (casello), gratis per le biciclette, ma evitare le ore e i giorni turistici per non morire asfissiati
  • per la visita al "Museo all'aperto della Grande Guerra" al monte Piana, la logistica più raccomandabile (per chi è un minimo abituato alle camminate) è salire al rifugio Bosi con la jeep-navetta, effettuare con la massima calma la visita al vasto altopiano sommitale, soffermandosi sui manufatti e guardando con ammirazione al fantastico panorama che ci avvolge, fare un buon ristoro al rifugio Bosi, scendere a piedi verso Misurina, dapprima per la stradina asfaltata (non ci sono alternative) e poi per una variante-scorciatoia
  • per i fotografi, pernottare al rifugio Bosi per fotografare al tramonto, di notte e all'alba, è sicuramente una gran bella esperienza, indimenticabile per chi non conosce bene le Dolomiti