escursione da Facen di Pedavena al santuario di Santa Susanna (Feltre, monte Avena)
Tra i numerosi segni della profonda religiosità popolare, la magia della natura esuberante, il lavoro dell'uomo, contrade 'vere' con case ancora abitate e resti di muri abbandonati, questo riflessivo sentiero ci conduce al santuario dei Santi Triburzio e Susanna, posato su di un alto pulpito nei versanti meridionali del monte Avena.
Il tardo autunno, ed anche l'inverno, sono i periodi migliori per camminare e meditare lungo queste antiche tracce.
Magari da soli e in una giornata di fredda nebbia nel fondovalle feltrino (...se vuoi patire i dolori dell'inferno... Feltre d'inverno!), con la sperata sorpresa e l'emozione di ritrovarsi accecati dal calore del sole con le cime della Valbelluna che emergono come isole.
Partendo dal centro di Facen si sale l'asfalto di via Anconetta.
Tralasciare il primo bivio, dove sul lato destro inglobato in una muretta di cemento si trova un masso inciso con croci, detto 'el sass del Diaol' di origine indecifrata e di roccia porfirica non di questa zona.
Arrivati ad un grande capitello raffigurante Madonna con Bambino e santi Vito e Modesto, si svolta a destra per salire una mulattiera.
Più in alto s'incrocia una stradina cementata (case Aste), si prosegue verso sinistra trovando un altro bellissimo capitello.
Dopo un tornante a sinistra, prima di un gruppetto di case, si prende verso destra un ripido sentiero erboso nel bosco.
S'incrociano via via altre stradine, sentieri e qualche casa sparsa, oltre ad alcuni capitelli.
La salita si fa un po' più ripida e boscosa e, dopo un'ultima rampa ripida, si sbuca d'improvviso sul pulpito dove sorge il bel santuario di Santa Susanna e San Triburzio, rappresentati in due tondi d'affresco sotto il portico del pronao.
Salita la scalinata si percorre la dorsale del colle dove s'incrocia la strada che proviene dal Col Melon (monte Avena), svoltare a sinistra dove subito termina l'asfalto e, dopo un tratto pianeggiante, ad un bivio con alcune casette si prende la stradina sterrata che scende con decisione.
Al termine della lunga discesa, ad un tornante asfaltato sulla strada che scende alla borgata Le Fiere, si prosegue diritti e subito dopo sul sentiero di destra, detto sentiero 'de
le musse' (le slitte usate per portar giù il fieno).
S'incontrano due capitelli malmessi e si sbuca sulla stradina che in breve ci riporta al primo capitello trovato in salita.
santuario dei Santi Triburzio e Susanna
La chiesetta risale al XVI secolo, secondo tradizione eretta da un eremita.
L'attuale assetto è frutto dei lavori di ristrutturazione del 1863, quando venne aggiunto il pronao in stile neo-classico.
La festa del santuario avviene l'11 agosto, quando i parrocchiani di Facen salgono a piedi, ma la riccorrenza è molto sentita in tutta la conca feltrina, con i devoti che chiedono protezione dalla 'toss pagana' (o 'toxe cativa'), la pertosse, ed anche per le puerpere e i neonati.
La devozione ai due santi, martiri romani accumulabili solamente per la data del festeggiamento, risulta attestata fin dal V secolo.
Su di essa la fantasia popolare ha ricamato leggende che vede i santi riparare nelle terre feltrine per sfuggire alle persecuzioni.
Chiedendo indicazioni a dei contadini avvennero fatti che maturarono miracolosamente copioso grano nei poveri appezzamenti di terreno, ai soldati inseguitori, poco dopo, chiedendo anch'essi indicazioni sui fuggiaschi venne risposto che erano passati... al tempo della semina.
Altra leggenda riguarda l'eremita cinquecentesco intento ad edificare il sacro edificio, la tentazione del diavolo superata invocando la protezione dei due santi ed il masso scagliato dal diavolo dove si formò la caratteristica vasca, ancora esistente, che raccoglie l'acqua piovana che diventa miracolosa.
Probabilmente il pulpito roccioso e le circostanti gobbe prative, sono stati frequentati da tempi immemorabili, lungo la via che conduceva alla cima del monte Avena dove sono stati rinvenuti interessanti insediamenti preistorici.
Un'usanza praticata fino a pochi anni fa consisteva nell'accendere fuochi votivi l'11 agosto.
Un evidente aggancio di riti pagani facilmente provenienti dal retaggio preistorico, in epoca medioevale 'riconvertiti' nella fede cattolica.
Sul luogo del santuario doveva esistere una struttura, probabilmente fortificata, di osservazione e vedetta sulla conca, in comunicazione ottica con il castello di Feltre e l'avamposto del castello del Miesna (ora santuario Santi Corona e Vittore) e con il castello di Pedavena.
Il luogo era sfruttato militarmente fin dall'epoca romana e per tutto il medioevo e venne dismesso, come buona parte dei presidi secondari, dalla Serenissima Repubblica Veneta nel 1421.
La stessa vasca d'acqua, strana e dalla forma a catino, potrebbe essere stata un bracere per le segnalazioni ottiche.
nelle foto
- capitello San Triburzio e Santa Susanna nei pressi di località Case Aste
- segni religiosi ed espressioni della natura lungo il ripido sentiero
- capitello della Madonna sotto il santuario, venerato dalle donne che desiderano concepire un figlio
- panoramica sopra le nebbie dal pulpito della vasca d'acqua
- interni ed esterni al Santuario dei Santi Triburzio e Susanna
- costruzioni nei pressi del Col Duric
- lungo la stradina in discesa verso Le Fiere
- capitelli lungo il sentiero delle 'musse' (slitte per il trasporto del fieno)