Stabie, Monte Artent, Col Moscher - Stabie di Lentiai
Quella del monte Garda e del monte Artent è l'ultima e la più articolata e lunga delle dorsali che scendono dal versante nord del monte Cesen, prima della violenta spaccatura del canal del Piave, profonda faglia di separazione dal monte Grappa.
Tra il Garda e l'Artent il colletto di congiunzione è uno stretto crinale con versanti boscosi molto ripidi verso la Piave e la valle del Rimonta, poi la dorsale si allarga e addolcisce a formare il Pian de Coltura e gli alti ripiani di San Gervasio, Colderù e Stabie-Canai, per scendere alla piana della Valbelluna a Lentiai.
Tutto l'articolato settore della sinistra Piave della Valbelluna, digradante dalle prealpi trevigiane-bellunesi del Cesen-Col Visentin, è molto interessante e dai paesaggi particolarmente dolci, allo stesso tempo con ampi spazi di prati ben coltivati e sani boschi misti ben tenuti, segno di una vitalità ancora genuina, legata alla terra e non devastata dalla cultura industriale e dal turismo di massa.
I numerosi colmi montuosi, intervallati da pianori prativi con simpatici e graziosi borghi rurali, si prestano particolarmente ad escursioni in mountain bike anche di notevole impegno per la lunghezza e i dislivelli, nonché ad interessantissime escursioni e semplici passeggiate che ispirano serenità e dolcezza.
E' il modo corretto per 'scoprire', è proprio il caso di sottolineare la parola, questi luoghi un po' snobbati e fuori moda (per fortuna vien da dire), molto più complessi e ricchi di tesori naturalistici di quanto si possa immaginare sfiorandoli velocemente per le strade di fondovalle.
Luoghi particolarmente indicati per la frequentazione autunnale, per le ampie visioni e gli sfolgoranti colori del bosco e, soprattutto, in primavera per le immense fioriture prative, spettacolari le distese di narcisi.
Dalla piccola piazza di Stabie (m.530) ritornare per un centinaio di metri in direzione di Lentiai e salire, sulla destra, al cimitero.
Poco dopo lasciare l'asfalto, prendere il sentierino erboso che scende a sinistra e attraversare un prato recuperando un tratturo al margine inferiore del bosco arrivando all'asfalto presso Canai (m.510).
Salire, verso destra, per la stradina asfaltata abbastanza ripida e a tornanti fino ad un bivio con un crocefisso e l'indicazione per Le Fosse.
Dirigere a sinistra per un breve tratto pianeggiante su stradina sterrata, poco dopo inizia la lunga e faticosa salita che ci condurrà all'Artent.
La stradina diviene via via più ripida e a tratti cementata, seguire ai vari bivi la traccia principale sempre in salita.
Ad un bivio nel bosco si prende sulla destra un breve ripido tratto di sentiero per sbucare ad una piccola radura, dove si svolta a destra e si prosegue per una buona traccia in ripida salita nel bosco.
Si esce ad una stradina forestale dove si prosegue verso sinistra, sempre in ripida salita e con alcuni tratti cementati, fino ad un bivio con cumulo terroso nel mezzo, dove si prosegue per la stradina di sinistra.
Dopo un breve tratto di leggera salita un grande faggio multiplo che si aggira con un tornante per proseguire per la salita sterrata fino ad una valletta umida con un tratto pianeggiante, dove sulla destra si risale il canalino di scolo della valletta.
E' l'ultimo tratto di faticosa salita, dapprima su traccia ripida e fondo sassoso molto umido, quindi sentiero più accentuato e prati che preannunciano il colmo del monte Artent (m.1.180).
Il monte è un colmo prativo circondato da boschetti e un paio di baite, a fianco la stradina sterrata proveniente dall'agriturismo al Baioch (Baiocco) che conduce al monte Garda e all'omonima malga.
Si prosegue per la stradina sterrata fino al colmo più alto di questa parte di dorsale, il Col Moscher (m.1.230), poco dopo un ovile sulla destra.
Il panorama è vastissimo a 360 gradi e spazia su tutta la Valbelluna, la conca di Feltre, le dolomiti bellunesi-feltrine e tutta la catena delle prealpi trevigiane-bellunesi, dal Cesen al Col Visentin, ed anche sul lato orientale del massiccio del Grappa.
Si recupera, destra, la strada che scende senza indecisioni alla volta di Stabie.
La discesa è lunga e a tratti ripidi con fondo cementato, ma di certo non noiosa grazie alle belle visioni sul canal del Piave, il dirimpettaio monte Tomatico (massiccio del Grappa), il sottostante monte Miesna e la conca di Feltre.
E purtroppo anche sulla vasta area industriale nelle vicinanze di Busche.
Il percorso ispira tuttavia dolcezza e serenità.