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Piccole Dolomiti, Alto Vicentino

Valdagno Recoaro Schio, Alto Vicentino

Passo del Zovo, Monte Scandolara Monte Civillina, Valdagno Schio Recoaro Terme

Escursione attorno al passo del Zovo e al Monte Scandolara

Facile escursione che richiede circa quattro ore e che si sviluppa in 400 metri di dislivello. Indicata in primavera e sconsigliata durante il periodo di apertura della caccia. Parcheggio a fianco dell'Osteria del Zovo.

Dal passo del Zovo (m.634), nei pressi del quale si trova un bel capitello ed il roccolo di Contra' di Zovo di Novale, tralasciare la prima stradina sulla destra (nord) che s'inoltra nel bosco in direzione del Civillina e per la quale si farà ritorno.
Scendere, invece, per la provinciale in direzione Valdagno per qualche centinaio di metri dove all'incrocio verso destra si dirama una strada asfaltata in salita e con le indicazioni stradali di Civillina, Contrade Castrazzano e Sette Fe'. Si segue questa stradina asfalta per un paio di chilometri, fin dove, dopo un curvone sul versante nord-ovest con vista sulla sottostante Recoaro Terme, sulla destra si trova un secondo serbatoio d'acqua con vasca esterna (il primo lo si è superato dopo circa un chilometro) e dove sulla destra si dirama una stradina sterrata in salita.

Seguire pressoché integralmente la stradina, tralasciando alcune diramazioni secondarie, fino a giungere sulla sommità della depressione della cresta del monte, dove si trova un ampio slargo prativo e dove sulla destra si trova l'erbosa cima Rossati Alti (m.887), coronata da un ripetitore telefonico.
Il panorama si apre amplissimo e permette di vedere le vallate dell'Agno e Leogra, il Monte Summano, l'Altopiano di Asiago, Schio, Thiene e una vasta porzione delle pianura vicentina.

Ridiscesi brevemente si prosegue per la stradina ora meno importante e poco più che una mulattiera. Si può osservare un bel roccolo. Superati alcuni capanni di cacciatori la mulattiera si riduce a sentiero e prosegue in leggera salita costeggiando la lunga e boscosa cresta del monte Scandolara tenendosi sempre sul versante di Valdagno.
Si arriva ad un bivio di sentieri, proprio appena sotto il culmine di vetta dello Scandolara (m.949) che si può raggiungere ad un centinaio di metri. Dal bivio (nessuna indicazione, quindi prestare un minimo di attenzione nell'imboccare il giusto sentiero) si deve prendere il sentiero che scende verso destra, direzione nord-est, verso il sottostante passo del Colombo che separa lo Scandolara dal Civillina e che s'intravvede tra i rami del fitto bosco. E' il tratto relativamente più impegnativo dell'escursione. Il sentiero scende abbastanza velocemente con numerosi tornanti, non presenta alcun pericolo, è semplicemente ripido e pochissimo frequentato.

Si sbuca sullo slargo della strada al passo del Colombo (m.731), accanto numerose tracce di escavazione delle vecchie miniere. Da qui si può tornare verso il passo del Zovo, verso destra, seguendo la stradina sterrata pianeggiante e in leggera discesa lunga circa quattro chilometri.

Avendo tempo a disposizione e voglia si può, dal passo del Colombo, prendere verso sinistra ed arrivare almeno al rifugio Fonte Civillina (m.759)(chiuso) che si raggiunge in un quarto d'ora. Da qui si può anche salire alla cima del particolarissimo monte Civillina (m.962) sia per la vecchia stradina mineraria o per il sentiero di cresta che parte proprio a fianco del rifugio.
Per ritornare al passo di Zovo si dovrà ritornare al passo del Colombo.

Il monte Civillina è stato per secoli, fin dal medioevo, uno dei più importanti centri minerari. All'epoca della serenissima si estraeva argento, oltre ai preziosi minerali di Barite (per le tintorie e concerie), Galena, Blenda, Manganese e minerali dell'Alluminio. Le ultime attività sono state dismesse nel secondo dopoguerra. Più a valle, in val del Mercanti, verso Torrebelvicino, si trova una grande cava di Caolino, in attività fino a tempi recenti.
Ancor oggi il monte Civillina è un importante punto di riferimento per gli studiosi di geologia.
Il Civillina è stato anche perno della seconda linea di difesa durante la grande guerra sul Pasubio, in questi ultimi anni è stato interessato da importanti interventi di recupero delle tracce del conflitto, inserite nel più vasto sistema dell' "Ecomuseo all'aperto della Grande Guerra nelle Prealpi Vicentine".
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