Sentieri Natura a Mussolente
Attualmente il progetto Sentieri Natura di Mussolente comprende quattro itinerari che si svolgono sulla cerchia collinare a ridosso del paese e nella valle stessa dove si trova il paese.
Si collegano, coerentemente, anche con i Sentieri Natura di San Zenone degli Ezzelini, con un tratto comune al Colle San Lorenzo.
Ed anche con l'Oasi Naturalistica di San Daniele.
I percorsi, perfettamente segnalati, sono individuati come:
- Sentiero n. 5 'Le Roste' - privilegia il rapporto stretto tra economia paesana e l'acqua delle rogge necessaria quale motore per il funzionamento delle attività artigianali.
- Sentiero n. 6 'Le Volpere' - porta in luoghi suggestivi e ancora relativamente selvaggi, apprezzati un tempo anche dalle volpi.
- Sentiero n. 7 'Le Rorate' - si spinge verso 'Le Rive', falde collinari che annegano nei depositi alluvionali ai piedi del Grappa, zone agricole dall'aspetto d'un tempo, per fortuna ancora poco antropizzate, per poi salire al Colle San Lorenzo.
- Sentiero n. 8 'La Lugana' - dal Santuario Madonna dell'Acqua per Le Rive fino a giungere al campo di atterraggio parapendio di Semonzetto e ritorno per la valle Lugana.
I sentieri hanno tratti in comune, tuttavia sono giustificate e ben caratterizzate le differenziazioni, che meritano di essere tutte esplorate.
Chiaro che possiamo anche cucirli come vogliamo, secondo le nostre esigenze.
Come meritano di essere percorsi in tutte le stagioni.
In particolare in inverno per le atmosfere fredde, nebbiose e desaturate, molto languide e misteriose, oppure anche in giornate dal sole sfolgorante e relativamente caldo, grazie al rilievo rispetto al catino della pianura e alla protezione alle spalle offerta dal monte Grappa.
Oppure in primavera, per l'esplosione del verde e dei fiori di campo, il risveglio della natura.
La descrizione dettagliata degli itinerari è perfino superflua.
I sentieri sono
curati e segnalati in maniera semplicemente esemplare, cosa rara altrove.
Partenza/arrivo consigliata è al 'Parco Comunale Della Vittoria', vicino alla caratteristica rotonda con il monumento al lavoratore (di fronte al Municipio), di fianco alla villa Negri-Piovene.
Per prima cosa osserveremo la spettacolare e scenografica
villa Negri-Piovene, ovvia icona del paese, alta sul colle e con il monumentale scalone d'accesso.
Con il percorso n. 5 ci passeremo davanti (marciapiede) per poi salire per via Degli Alpini e raggiungere il Roccolo.
Con gli altri tre saliremo direttamente al Roccolo, posto focale e caratterizzante di tutto il grande parco al servizio della villa.
Il
roccolo è una struttura adatta ad un particolare tipo di caccia, serviva per catturare vivi gli uccelli, soprattutto per rivenderli al mercato non essendoci ancora frigoriferi e altri mezzi.
E' una forma di caccia antichissima, probabilmente praticata già in epoca romana, ma che ebbe il massimo sviluppo in epoca medioevale, come la più nobile caccia col falcone.
A quel tempo era praticata, soprattutto per sopravvivenza familiare, da contadini o roccolari specializzati per poi rivendere gli uccelli.
La caccia col roccolo è stata praticata, nei colli favorevoli dovuti soprattutto al passaggio di uccelli migratori, in
particolare nell'alto vicentino, fino alla seconda metà dell'ottocento, per poi venire vietata, come tutt'ora.
Col tempo quest'arte divenne sempre meno di sussistenza e, specie nei seicento e settecento, divenne arte nobile.
Nel senso che veniva praticata soprattutto da nobiluomini, per diletto.
Molti roccoli vennero infatti costruiti nelle proprietà nobiliari e nei grandiosi parchi di prestigiose ville, come questo di Mussolente, anche perché molto costoso mantenere la struttura e l'addetto o 'roccolaro' professionista.
Si andava al roccolo non solo per cacciare, soprattutto per 'ritirarsi dallo stress' della vita sociale..., per studiare, meditare, per bighellonare con gli amici, ed anche per scopi più galanti...
Si tratta di un insieme di siepi concentriche, l'arconà (generalmente due file poste alla distanza di due metri), composte da alberi adatti (principalmente carpini), opportunamente tagliate e da una torretta di controllo in laterizio (detta casello), a volte abbastanza complessa e a più piani.
La struttura alberata poteva quindi raggiungere un diametro di una ventina di metri.
Sul perimetro più esterno si sistemava una rete fissa che, a seconda della larghezza delle maglie, fungeva da 'filtro' per le diverse specie di uccelli. Questa rete veniva perciò chiamata 'tordara', 'fringuellara', 'frisonera', ecc. a seconda delle varie specie per le quali era adatta.
Nella cerchia più interna venivano poste gabbie con uccelli da richiamo, mentre il vuoto centrale veniva opportunamente pasturato con cibo o rami di alberi adatti.
La sentinella,
il rocolaro, al nascosto nella cella superiore della torretta, con un complesso sistema di funi faceva scattare una rete superiore, lo zugolo. Veniva quindi lanciato uno spauracchio, il ludrio, un pupazzo a forma di uccello rapace, che spaventando gli uccelli che nel frattempo si erano calati a mangiare li costringeva a fuggire spaventati verso la siepe esterna.
Il roccolo di villa Negri-Piovene è interessantissimo e molto ben conservato e permette di capire perfettamente sia il contesto ambientale/sociale e sia la tecnica di cattura utilizzata.
Molto bella la struttura del casello (la torre), a più piani, probabilmente utilizzati come ripostiglio, cucina, studio/soggiorno e avvistamento/manovre, con ancora tutto suo fascino intatto, in un contesto naturalistico pregevolissimo (a differenza del Roccolo del Prete, che visiteremo più avanti).
Accanto alla torre una grandiosa e multisecolare quercia-farnia.
Il roccolo è stato restaurato nel 2018 ed ora è uno splendore.
Lasciato l'affascinante roccolo saliamo al
monte Gallo, altro posto panoramico.
Scendiamo alla strada asfaltata di via degli Alpini e saliamo al
Santuario della Madonna dell'Acqua.
Una elegante chiesa settecentesca, sulle strutture ben più antiche della Pieve medioevale danneggiate dal terremoto del 1695, dall'interno tardo-barocco-neoclassico dove si conservano numerose opere d'arte, molto bello l'organo a canne, ed esternamente dalle linee neo-classiche con quattro belle statue di angeli (forse rappresentanti le stagioni) sulla balaustra della scalinata d'accesso.
A fianco l'altissimo ed elegante campanile, anch'esso ricostruito dopo il terremoto.
Trovandosi a breve distanza dal colmo del colle Castellaro, dove in epoca medioevale esisteva un importante castello, non è improbabile che la primitiva Pieve facesse parte del complesso fortificato, poi trasformata in Santuario per il miracoloso ritrovamento della statua della Madonna avvenuto nel 1636.
vedi approfondimenti:
Dal Santuario si diramano i sentieri n.7 e n.8 che proseguono per le
Rive Lunghe, sopra la suggestiva valle Lugana con lunghe vedute panoramiche verso Romano d'Ezzelino e Bassano del Grappa.
Le Rive si aprono ad ampio panorama verso il monte Grappa e verso ovest possiamo ammirare la conca Bassanese mentre verso est l'ampia valle tra le colline Asolane e il Grappa, in particolare possiamo scorgere la Rocca di Asolo.
Poco prima del termine della stradina (n.7), ad una vecchia casa colonica, scendiamo per la campagna verso destra, davvero bellissima ed intatta, per raggiungere il fondo dell'umida vallecola dove seguire il torrente Volon fino ad arrivare alle 'Scalette' dove ritroviamo il sentiero n.6.
Il n.8, invece, prosegue dietro la casa colonica per un lungo tratturo rettilineo tra vigneti e siepi per poi sbucare nella stradina (sinistra) e dirigere verso Semonzetto al campo d'atterraggio parapendii, ritorno lungo la valle Lugana.
Dal Santuario i sentieri 5 e 6 dirigono per il cimitero per poi scendere
'Le Scalette' verso il paese.
Il n. 5 si dirama dalle scalette, scende nei pressi del negozio Eger e s'inoltra per una stradella verso la campagna sotto le Volpere e il Colle San Lorenzo.
Aggira la campagna con un ampio arco per riportarsi sull'argine del
torrente Volon (nei pressi, verso la strada principale, una vecchia ruota di mulino).
Seguendo il torrente arriviamo fino ad un altro ex mulino e poi alla strada provinciale di Asolo, dove rientriamo in paese seguendo via Monte Grappa.
Invece, dalla base delle 'Scalette', nei pressi dello
stabilimento Eger (archeologia industriale) con i sentieri 6 e 7 proseguiamo ad attraversare la strada principale di Borgo Eger, passiamo un suggestivo ponticello sul Volon e raggiungiamo, con un ampio giro verso nord, la salita del Col San Lorenzo.
I due sentieri si diramano, verso destra con il n. 6 saliamo alle '
Volpere', attraversiamo la strada alla '
Malga Verde' (noto ristorante) e scendiamo in una selvaggia valletta dove attraversiamo un ponticello di legno, luogo molto suggestivo.
Usciamo quindi su via Bonagge per rientrare in paese.
Dal bivio, svoltando a sinistra seguiamo il sentiero n.7 che ci porta sulla cima del
Col San Lorenzo con una salita ben più consistente di quelle fatte finora.
E' possibile anche una variante segnata come sentiero n. 7A.
Il colmo del San Lorenzo (la cima è più verso Liedolo) è interessante soprattutto per il vasto scavo di trincee, ultimo estremo baluardo nel caso di cedimento del fronte sul Grappa/Tomba durante la Grande Guerra.
Vi sono anche le tracce di un roccolo e rilassanti panchine con tavolino.
Scendiamo al
Roccolo del Prete, ben tenuto nelle siepi arboree, ma con il Casello malamente costruito.
Attraversiamo la strada per Liedolo e superiamo un altro colle per scendere infine verso via Ru.
Anche in questo tratto vi è una variante segnalata come sentiero 7B.
Passato l'interessante edificio dell'
ex mulino Guglielmini possiamo rientrare in paese.