sentiero storico-naturalistico dell'Antica Pieve al monte Castello di Pievebelvicino
Si tratta di una breve escursione che, dalla Chiesa di Santa Maria di Pievebelvicino, Chiesa Madre della Val Leogra, sale al Monte Castello e che presenta notevoli valenze storiche e naturalistiche.
Non è, tuttavia, un percorso turistico, in quanto è un vero sentiero a tratti malagevole e ripido.
Pur nella sua brevità richiede un approccio escursionistico, soprattutto con calzature adeguate.
Luogo di riferimento è l'antichissima chiesa "Madre" della Val Leogra, la Pieve di Santa Maria, a Pievebelvicino (frazione di Torrebelvicino), che dopo anni di abbandono è nuovamente recuperata.
Punto culminante dell'escursione la cima del Monte Castello, caratterizzata da una grande Croce ben visibile da tutta la valle, dove si trovano i vasti e articolati resti dell'importante castello di Pievebelvicino e, naturalmente, da dove si può godere di una magnifica vista panoramica sulla valle e la piana di Schio e sulla cerchia di montagne, dal gruppo del Pasubio, al monte Novegno e Summano.
l'escursione in dettaglio
Partiamo dalla Chiesa di Santa Maria a Pievebelvicino (m.230) e in direzione sud dirigiamo per via Borgofuro, interessante per la fila di antiche costruzioni a ridosso del colle.
Sulla destra, dopo un centinaio di metri, troviamo una mulattiera (indicazioni) che con moderata salita e un tornate ci porta al primo punto interessante del percorso, il "Buso della Regina", una grande vasca in grotta che serviva per la raccolta d'acqua.
La grande sala, caratteristica per la volta a botte, è visibile da una porticina d'accesso.
Continuiamo per la mulattiera incrociando alcuni scavi che intercettano quello che si favoleggia fosse il "Passaggio Segreto", un tunnel coperto che doveva collegare il Castello alla Chiesa di Santa Maria.
Probabilmente questa galleria "segreta" permetteva il collegamento, in caso di necessità, tra il cortile del Castello e le due fonti d'acqua.
Giungiamo ad un altro luogo molto interessante: la "Grotta dell'acqua".
Una grande grotta naturale, esplorabile tramite un difficile accesso (solo per speleologi) che racchiude uno specchio d'acqua, a dire il vero un po' misterioso riguardo alla sorgente, vista l'altezza sul monte.
Esternemente l'accesso era racchiuso entro le mura, di cui rimangono solo modeste tracce, di una imponente torre.
Probabilmente questa torre raccordava il pianoro sovrastante, dove si trovava il castello, alla sorgente e al "Passaggio Segreto", che chiaramente partiva da qui, verso il "Buso della Regina", la vasca d'acqua sottostante.
Ora dobbiamo affrontare un tratto molto ripido di sentiero, nella fitta boscaglia, agevolato da alcuni gradini su terreno scosceso e in parte scavato nella roccia.
Una breve fatica che ci conduce al sentiero principale d'accesso al castello, sentiero che poi affronteremo in discesa.
Nei pressi del raccordo troviamo anche alcune incisioni sulla roccia, le "Scritte della Grande Guerra", dovute ai soldati che presidiavano questo strategico colle, importante osservatorio sulla valle del Leogra, via d'accesso fondamentale per le operazioni belliche sul Pasubio.
Il sentiero principale prosegue largo, ma ripido, su roccia adattata a scalini e agevolato da alcune corde fisse che servono da corrimano.
Giungiamo così, con un po' di fatica, al colmo del colle (m.380), dove ci aspetta la grande Croce che domina tutta la conca verso Schio.
La spianata del colle è molto vasta e possiamo ammirare il paesaggio collinare attorno alla Valle dei Mercanti, tutta la conca dell'alta Val Leogra con Schio e Torrebelvicino, il massiccio del Pasubio con il sottogruppo del Sengio Alto con in evidenza il monte Cornetto e il Baffelan, il "Faro" dell'
Ossario del Pasubio, e tutto il sottogruppo del Novegno-Summano.
In evidenza, un po' invasi dalla vegetazione infestante difficilmente domabile, troviamo i miseri ruderi dei quello che fu uno dei più importanti manieri dell'alto vicentino, ricchissimo, ovviamente, di leggende.
Dopo l'opportuna sosta contemplativa e meditativa possiamo riprendere il cammino per il sentiero già percorso in salita.
Tralasciato il bivio continuiamo a scendere lungo il sentiero principale, dove troviamo anche le tracce di una vasca di seportura medioevale (probabilmente un cavaliere Longobardo).
In breve siamo alla vasta radura dove si trovano i ruderi di una antica casa colonica, la "Bastia".
In epoca medioevale questo manufatto era l'accesso alla cerchia muraria secondaria, che doveva racchiudere una vasta area del colle adatta ad accogliere e proteggere i paesani in caso di necessità quali erano le frequenti incursioni di belligeranti eserciti medioevali.
La casa colonica è stata abitata fino agli anni sessanta del secolo scorso, poi è crollata quasi totalmente con l'abbondante nevicata del 2010.
Poco sotto troviamo un bivio, verso sinistra possiamo rientrare più velocemente in paese.
Proseguendo, invece, in leggera discesa per la stradina principale, e tenendo sempre la destra ai vari bivi, scendiamo nella Valle dei Mercanti, dove troviamo alcuni edifici industriali di quello che fu un importante centro minerario (l'accesso alle miniere non è ora visibile) e alcune stalle.
Giunti alla strada principale del fondovalle Leogra, troviamo una centralina elettrica e i resti di un pilone di quello che fu l'impianto della "Fune Telodinamica", reperto di archeologia industriale, un sistema di trasporto della forza motrice, dalla centrale ad acqua all'opifico della LaneRossi, in auge prima dell'invenzione dell'energia elettrica.
Seguendo l'asfalto verso destra, ai piedi del colle, ritorniamo alla Chiesa di Santa Maria.
E' d'obbligo la vistita a questa importantissima chiesa che fu la Chiesa Madre della val Leogra.
Purtroppo ora è molto spoglia, senza i reperti storici più importanti, resta la fonte battesimale recuperata e poco altro, tuttavia è importante conoscerne bene la sua storia.
L'antichissimo tempio, già di origine pagana e riciclato al Cristianesimo dal mitico vescovo San Prosdocimo, è stato più volte ricostruito, l'ultima volta nell'ottocento allorquando venne ridimensionato allo stato attuale.
Dopo la metà del novecento, sull'onda delle costruzioni sacre moderne, a poca distanza nel nuovo quartiere venne edificata la Chiesa Moderna e l'antica chiesa venne sconsacrata, abbandonata e ceduta a privati, subendo ogni genere di ingiurie.
Con il nuovo millennio, capita la memoria e l'importanza storica del tempio, l'edificio è stato recuperato e riconsacrato.
Il percorso escursionistico richiede almeno un paio d'ore, con una lunghezza di un paio di chilometri e 150 metri di dislivello.
Alcuni tratti di sentiero sono ripidi e malagevoli, solo un po' faticosi ma non difficili, richiedono calzature da escursionismo.
Non vi sono difficoltà di orientamento, agevolato da numerosi pannelli didattici molto interessanti, curati dal gruppo di lavoro degli studenti dell'Istituto "Pasini" di Schio.