anello cicloturistico nella pianura Bassa Veronese: Legnago, Cerea, Valli Grandi Veronesi
Legnago, Angiari, Cerea, Castelnovo Bariano - giro cicloturistico nella Bassa Veronese dalle Oasi Naturalitiche di Cerea alle Valli Grandi Veronesi
Un ampio giro in bicicletta nella bassa pianura veronese, tra i fiumi Adige e Po, dove possiamo vedere diversi aspetti peculiari e contrastanti di questo vasto territorio.
Dall'area a ridosso dell'argine dell'Adige, molto rigogliosa di vegetazione, alla classica campagna della bassa veronese, fittamente e ordinatamente coltivata e tuttavia abbastanza abitata e con alcuni insediamenti industriali.
Una svelta panoramica tra le cittadine di Legnago, Angiari e Cerea, ricche di storia, di arte e antiche ville di campagna, prima di inoltrarci nel 'mare di campi' ultimo lembo polesano.
Legnago fu importante piazzaforte militare per tutto l'ottocento, faceva parte del cosidetto "Quadrilatero", con Verona, Mantova e Peschiera, dove s'infransero le grandi battaglie napoleoniche e delle guerre d'indipendenza.
Cerea, importante centro agro-industriale nel secolo scorso ed ora pieno di centri commerciali, proprio in centro urbano ha interessanti aree naturalistiche, come l'Oasi Le Vallette, il paleo-alveo del Menago splendidamente riqualificato, dove sono stati rinvenuti importanti reperti preistorici.
Lasciati i centri urbani ci addentriamo verso il Polesine, al confine con la provincia di Rovigo e il fiume Po, dove percorriamo lunghi rettilinei alla volta di Bergantino, ormai a ridosso del fiume Po.
Giro di boa e dirigiamo nuovamente verso Legnago, attraversando il cuore delle Valli Grandi Veronesi.
Gli insediamenti abitati sono scarsissimi, in compenso passiamo o costeggiamo numerosi canali, anzi veri e propri fiumi, come il Menago, Tartaro, la Fossa Maestra, il Canal Bianco e numerosi altri.
Vastissime estensioni coltivate ad agricoltura estensiva, campagna aperta senza alcun riparo, con la sensazione di trovarsi in luoghi lontani.
Infine percorriamo l'incredibile pista ciclabile da Torretta a Legnago attraversando tutte le Valli di Legnago.
Una pedalata che possiamo definire 'interessante', pur con strade non proprio 'belle' come tra Angiari e Cerea e luoghi potenzialmente splendidi ma in degrado come lo 'Stradon della Marchesa' (sec.XVII) da riqualificare dalle schifezze attualmente presenti.
E a patto di non intimorirsi per l'interminabile rettilineo tra Cerea e Bergantino, lungo una strada asfaltata monotona e un po' pericolosa.
Ci permette di conoscere le caratteristiche di questa parte di territorio veneto altrimenti incomprensibili e dimenticate.
giro cicloturistico delle Valli Grandi Veronesi nel dettaglio
A
Legnago partiamo dal grande parcheggio lungo l'argine (zona circolo Auser-Aido) e saliamo sulla ciclopedonale dell'argine dell'Adige.
Risaliamo lungo l'argine del fiume alla volta di Angiari.
Il tratto è molto bello, alberato, e frequentatissimo da runners e bikers locali.
Dopo un paio di piacevolissimi chilometri di riscaldamento prendiamo una stradina sulla sinistra (piccolo cartello) che scende tra i campi e porta in centro ad
Angiari.
Dalla chiesa prendiamo (sinistra) il viale principale e raggiungiamo la strada provinciale, che attraversiamo e attraversiamo pure il ponte sul canale per recuperare una stretta pista ciclabile che corre lungo il canale, verso nord-ovest.
Attraversata una strada, alla seconda, via Risaie, svoltiamo a sinistra e ci addentriamo verso la campagna.
Percorriamo la strada secondaria tra belle campagne fittamente coltivate e insediamenti industriali per sovrapassare la superstrada TransPolesana e, alla successiva grande rotonda, prendere la strada di sinistra.
Poco dopo arriviamo al pregevole insediamento di
villa Dionisi-Tacoli, già in comune di Cerea, attorniata da un vasto giardino e belle campagne, con numerose rogge d'acqua.
Un breve rettilineo e giungiamo ad un caratteristico ingresso ad un lungo viale alberato, dove lasciamo la strada asfaltata.
Il viale, come indica il cartello segnaletico del comune di Cerea, è lo "
Stradon della Marchesa", pista ciclopedonale purtroppo attualmente molto trascurata e malmessa.
Percorendo il viottolo tra rami cadenti, erbacce, ed anche discariche di inerti e qualche immondizia, sbuchiamo ad una strada asfaltata locale e proseguiamo verso sinistra.
Poco dopo lo scenografico ingresso ad un'altra prestigiosa villa (villa Cattarinetti detta 'il Piatton')(attualmente in restauro).
Superata una prima linea ferroviaria, dirigiamo verso Cerea dove superata un'altra linea ferroviaria ci troviamo all'ingresso del vasto
parco fluviale "le Vallette", un tempo alveo del fiume Menago, praticamente in centro urbano a
Cerea.
Percorriamo le ciclopedonali lungo tutto il grande parco.
Al centro uno scenografico sinuoso ponte di legno taglia tutta la vasta piana paludosa e permette interessanti scorci panoramici.
Pannelli didattici illustrano le vicende del tratto fluviale rinaturalizzato e informano degli scavi archeologici.
Proseguendo lungo il canale attraversiamo la strada regionale e il centro commerciale con vasti parcheggi.
Giungiamo (sempre diritto) alla zona Scuole e Impianti Sportivi, oltre i quali recuperiamo l'area naturalistica e proseguiamo per una stradina erbosa lungo l'argine del canale.
Più avanti, sulla destra, una stradina porta (strada senza uscita) alla "Motta Tombola", insediamento preistorico come denota il termine "Motta", ma non c'è niente da vedere trovandosi in zona privata chiusa da cancello.
Proseguendo lungo il canale in breve giungiamo all'ingresso dell'
Oasi Naturalistica Palude Brusà, vasta area paludosa, interessante.
Lasciata l'oasi percorriamo il viale sterrato e sbuchiamo ad una strada asfaltata locale dove proseguiamo diritti, sempre costeggiando il canale e l'area protetta.
Stiamo praticamente già addentrandoci nelle Valli Grandi Veronesi e gli insediamenti abitativi divengono rari.
All'incrocio di
Menago (bar-osteria) proseguiamo diritti.
Ci aspetta un lunghissimo rettilineo di strada asfaltata, poco trafficata ma le poche auto corrono disperatamente.
Superiamo la ex ferrovia Ostiglia (progetti per completare la nota pista ciclabile Treviso-Ostiglia, già realizzata fino a Grisignano di Zocco) e il piccolo borgo rurale di
Santa Teresa in Valle.
Ancora lunghi rettilinei, due ponti di canali (Menago Fossa Maestra e Canalbianco), al terzo ponte, alcune case attorno appena prima dell'incrocio sulla regionale "Eridano", prendiamo verso sinistra la vecchia strada lungo il canale (
via Arginino).
Più avanti ci costringe ad attraversare la strada e poi, come fosse una pista ciclabile, s'inoltra nella campagna verso la località Malpassiaggio.
Qui volendo possiamo fare una digressione e raggiungere il centro di
Bergantino, a pochi passi dal fiume Po, ora siamo in provincia di Rovigo.
A
Malpassiaggio svoltiamo a sinistra, riattraversiamo la strada Eridano e diritti, via Bugno, alla volta di Arella Cavo Bentivoglio, dove alla decisa svolta verso destra della strada principale proseguiamo diritti per via Arella e Gorgo Giare.
Ad un bivio a T, svoltiamo a destra per via Torretta (verso sinistra il Gorgo Giare, che tralasciamo) ed ora proseguiamo per stradina d'argine sterrata e a volte anche un po' fangosa e malmessa, tra campagne isolate e qualche vecchia casa diroccata (Bosco Tartaro).
La zona è indubbiamente interessante e ci lascia una sensazione di distanza e isolamento da qualunque centro abitato.
Dopo alcuni chilometri sbuchiamo ad una strada asfaltata, nei pressi dell'impontente
ponte sul Canalbianco a Torretta che attraversiamo e subito dopo svoltiamo a destra, attraversiamo un altro ponte e troviamo un ristorante 'natante' sul fiume e nelle vicinanze un parco, purtroppo attualmente pare in abbandono e con erbacce, con resti di chiuse vinciane su di un tratto evidentemente interrato di fiume.
Accanto al ponticello sulla Fossa Maestra parte la
pista ciclabile cementata per Legnago (pannelli indicativi di legno malmessi).
La ciclabile è un lunghissimo rettilineo di circa 12 chilometri, tutta in cemento, e corre, facendo da argine, in mezzo a due canali.
Non vi sono uscite e nessun insediamento, non si incrocia nemmeno nessuna strada.
La pedalata è tuttavia abbastanza piacevole (nonostante il fondo in cemento e l'isolamento), il percorso è abbastanza alberato e offre scorci sulle vastissime estensioni agricole delle Valli di Legnago.
Una bella opera, ma non sembra tuttavia molto frequentata da ciclisti.
Alcuni lamentano il fatto che a tratti sia 'emulsionata' da 'ricordini' di pecore o capre che magari fanno il loro buon lavoro nel tenere pulito l'argine dall'erbaccia.
Dopo tanta solitudine, sottopassata la TransPolesana, giungiamo alle prime case di Legnago.
Seguendo sempre il canale e la pista ciclabile, sottopassata la ferrovia, ci troviamo nel bel
Parco Comunale di Legnago, in centro alla cittadina, che con divagazioni turistiche possiamo profiquamente visitare.