Sentiero naturalistico 'Madonna della neve' tra Priabona, Xotta e Campipiani
Una piacevole passeggiata, breve, facile, pregevole, che ci permette di scoprire angoli collinari suggestivi e particolarmente tranquilli, addirittura solitari, lontani, lontanissimi eppur vicini, a pochi chilometri, da rumori, da strade trafficatissime, giostre di rotonde e tangenziali, caos di traffico e fiumi, laghi, di sterminati capannoni e zone industriali.
I monti di Malo sono colline accerchiate dalla valle dell'Agno e dalla pianura di Malo, nell'alto vicentino, dove il tumultuoso sviluppo industriale ha devastato duramente.
Eppure salendo in quota di poche centinaia di metri e abbandonando le strade principali, possiamo scoprire luoghi meravigliosi.
La dorsale collinare tra il Sengio Alto (Pasubio-Piccole Dolomiti) e la periferia di Vicenza, è molto particolare dal punto di vista geologico.
Conosciuta anche come 'prima fascia dei basalti vicentini', è un groviglio di sovrapposizioni geologiche.
Rocce calcaree e sedimenti marini, intrusioni di basalti, eruzioni e condotte vulcaniche formatesi a partire da 70 milioni di anni fa, terminate con l'emersione ed il corrugamento di 5 milioni di anni fa.
I luoghi più noti ai geologi sono il particolarissimo
monte Civillina e Priabona, noto per aver dato il nome ad un 'orizzonte' geologico (linea di riferimento per la datazione), il
Priaboniano (Eocene Superiore, 35/40 mil. anni fa).
Gli strati di Priabona sono residui di depositi di marne-calcaree (sabbie cementate del fondo marino), accumulatisi con la grande eruzione/esplosione vulcanica, avvenuta 45 milioni di anni fa, che ha riempito il vallone dell'Agno.
Il toponimo Campipiani è estremamente indicativo.
Ci fa capire che si tratta di una bella conca fertile, adattissima alla coltivazione, un tempo dominata dal
Castelbrusado.
Tuttavia il termine riferisce della struttura geologica degli apparati carsici, qui complicata da 'Neck' (condotte magmatiche sottomarine) vulcanici.
Si tratta di una depressione tettonica a faglie di strati calcarei, meglio conosciuta come
Polje o, per l'appunto,
Campi Piani, priva di apparati idrici superficiali, persi in numerosi inghiottitoi, attorniata da ripide scarpate rocciose, in questo caso ricoperte da boscaglia di bassa quota.
la passeggiata in dettaglio
Partiamo dalla piazza di Priabona (m.255), scendiamo verso Castelgomberto (sud) lungo la strada provinciale per qualche centinaio di metri, fino ad arrivare ad un gruppo di edifici commerciali ed una piazzetta e da dove si dirama sulla destra la strada per il cimitero e la strada in ripidissima salita che sale direttamente a Campipiani (indicazione).
Possiamo salire direttamente a Campipiani per la stradina asfaltata con alcuni ripidi tornanti (15%), oppure seguire l'itinerarario originale, leggermente più lungo ma più interessante, seguendo la stradina del cimitero.
Superato il cimitero proseguiamo fino a giungere all'interessante gruppetto di case di Xotta (m.300).
Saliamo per la stradina alla volta di Campipiani, abbastanza ripida e asfaltata, poco prima del paesino vi è una grande fontana-lavatoio, purtroppo senz'acqua.
In breve giungiamo alla chiesetta di Campipiani di Sotto (m.350)(circa 2 km. dalla partenza), attorniata da alcune case.
Vi è un grande pannello didattico con carta escursionistica del percorso e indicazioni di curiosità varie.
Torniamo indietro verso Xotta per poche decine di metri, fin dopo la muretta della casa sulla destra, dove troviamo un bel sentiero che sale a Campipiani di Sopra (m.370)(si può salire anche per la strada asfaltata, ma meno interessante).
Troviamo all'incrocio tra le case di Campipiani di Sopra un capitello, dove svoltiamo a destra in discesa.
Dopo poche centinaia di metri in discesa sull'asfalto, ad un curvone verso destra si dirama a sinistra una buona mulattiera antica, la 'Strada delle Nogàre'.
Vicino possiamo eventualmente fermarci ad un piccolo parco giochi con panchine, per uno spuntino al sacco.
Prendiamo la mulattiera delle Nogàre che sale moderatamente, il fondo è un po' sconnesso, ma non vi sono difficoltà, alla volta del piccolo gruppo di case di Barbari (m.420), dove arriviamo nei pressi di un rudere.
Andiamo sul sentierino di sinistra, che aggira il rudere, anziché scendere per la stradina dei Barbari.
Dopo un breve tratto di sentiero pianeggiante nel fittobosco (ad un bivio continuare verso destra, senza salire verso sinistra), sbuchiamo al secondo tornante della strada sterrata Campipiani-Faedo (2 km. da Campipiani di Sotto), sulla destra della Valle Faeda.
Nei pressi, sul fondo della valletta, vi è una 'grotta soffiante', il Buso de Lucio, pur indicato nelle descrizioni e tabellonistica, non vale la pena di arrivarci in quanto è opportunamente tappato dagli speleo e non c'è nulla da vedere.
Scendiamo i due tornanti della stradina e continuiamo in discesa fin dove si apre la valletta di Campipiani di Sotto, che vediamo ma non raggiungiamo.
Sulla sinistra si dirama un sentiero, la 'strada Campagnola' (nessuna indicazione), che scende poi in maniera più ripida e sconnessa alla volta di Priabona (2 km. dai tornanti della stradina di Faedo).
Raggiunte la campagna e le case, in breve siamo nuovamente a Priabona.
Naturale conclusione della passeggiata è la visita al museo geologico Priaboniano, se aperto.
L'apertura dovrebbe avvenire solamente il pomeriggio della prima domenica del mese, o su appuntamento per gruppi.
Eventualmente informarsi al
www.museialtovicentino.it,
Rete Museale Alto Vicentino.
Molto consigliabile, specie se non si conosce la zona, la visita all'ingresso del famosissimo
'Buso della Rana', un grandioso portale roccioso, sbocco di sifoni carsici, dove si diramano grotte (riservate esclusivamente agli speleo provetti) esplorate per una quarantina di chilometri.
Si trova sulla strada tra Priabona e Monte di Malo, ad un paio di chilometri da Priabona.
approfondimenti