Castello di Zumelle a Tiago di Mel, Borgo Valbelluna
Castello di Zumelle - Mel località Tiago, Villa di Villa
Grandissimo fascino, crocevia di storie medioevali, ambiente intatto.
Luogo notevolissimo, a buon motivo si suppone fortificato già in epoca preromana anche se non vi sono prove archeologiche certe di questa teoria.
Un primo torrione, protetto dallo scavo di un grande fossato a trincea sulla viva roccia e da palizzate di legno, potrebbe essere di epoca romana.
Il fortilizio si trovava lungo il transito, tra il Praderadego e lo snodo del Municipium di Feltre, della strada militare romana Claudia Augusta Altinate.
Uno dei percorsi più accreditati per questa strada.
Vennero le incursioni barbariche che si accanirono sulle strutture e sulle strade romane, anni di cui poco o nulla si conosce con certezza.
Leggenda vuole che Gianserico, misterioso personaggio e uomo di fiducia di Amalasunta - regina dei Goti alla morte del padre Teodorico nell'anno 526 - dopo una congiura con Teodato, cugino di Amalasunta, fugga con l'ancella Eudosia.
I due amanti riparano in un luogo inaccessibile della Val Belluna tra le rovine di un castello.
Possiamo immaginare che il castello sia riedificato, la leggenda prosegue con la nascita di due figli gemelli: Goffredo e Ildebrando.
Il castello di Zumelle trae nome da questa leggenda: 'castrum zumellarum' - castello dei gemelli.
Altra leggenda, più accreditata storicamente, fa derivare il nome da 'zamelo' o 'zumelo', ad indicare l'abbinamento con il dirimpettaio Castelvint, sul versante opposto della valle del Terche, a Carve, di cui rimangono solo esili tracce.
In accoppiata controllavano i transiti sulla strada del Praderadego.
Tra storia e leggenda, il castello è conteso tra i potentati di Belluno, Feltre, Ceneda (Vittorio Veneto) e dell'alta Marca trevigiana e subisce numerosi assedi e devastazioni.
E' l'anno 737 quando Liutprando, re longobardo, infeuda la corte di Zumelle, subito contesa da Giovanni conte di Belluno con sanguinose lotte, tanto che nel 750 dovette accorrere Astolfo, re longobardo, per redimere la guerra.
Ottone I di Sassonia, imperatore del Sacro Romano Impero, nel 963 investe i vescovi dei poteri politici affidandogli cariche feudali.
La contea di Zumelle è data ai Vescovi di Belluno.
Nel 1037 il castello passa, per volontà di Corrado II il Salico, al suo protetto il barone Abelfredo che muore senza eredi maschi e lascia i possessi alla figlia Adelaita che prende in marito Valfredo di Colfosco.
La figlia Sofia va in sposa a Guecello da Camino, con conseguente unione dei vasti feudi dell'alto trevigiano e di tutta la Val Belluna.
Testi non attendibili danno Sofia da Camino, contessa di Zumelle, opporsi in armi nientemeno che a Federico Barbarossa nel 1160, accorsa a dar manforte ai Castellani di San Cassiano, assediati da Cristiano da Magonza, vicario dell'Imperatore.
La valorosa Sofia muore nel 1177 a Mareno di Piave e viene sepolta nell'Abbazia di Follina, dove si trova tutt'ora, a conferma degli strettissimi legami tra i feudi dell'alta Marca e la Val Belluna.
E' di questo periodo il massimo splendore del castello.
Potrebbe essere stato dotato di ben quattro cerchie murarie e quattro torrioni, nonché un forte presidio militare.
Il testamento di Sofia è nuovamente motivo per discordie e contese tra Caminesi, Zumellesi, Bellunesi e la contea è suddivisa in due parti.
Contesa risolta a Venezia, allora neutrale, e confermata da Federico Barbarossa il 2 giugno 1177.
Già nel 1192 il patriarca Gottifredo scomunica i trevigiani e nelle discussioni intervengono il Papa Clemente III e l'Imperatore Arrigo IV, che danno delega al Vescovo di Trento di risolvere la contesa.
Il vescovo di Belluno, Gerardo, rientra in possesso della Contea e del Castello di Zumelle e questo è pretesto per scatenare devastazioni di paesi tra le armate trevigiane e padovane, accorse in aiuto al Vescovo per ordine dell'Imperatore.
Il 18 giugno 1193 viene tolta la scomunica ai trevigiani ed emessa la sentenza che affida definitivamente al Vescovo di Belluno tutti i possedimenti di Sofia.
Viene anche stabilito di abbattere il Castello di Zumelle per non dar adito ad ulteriori motivi di contesa.
Ma i trevigiani ricorrono all'imperatore Enrico IV, che annulla la sentenza.
La rabbia del Vescovo si abbatte su tutti i castelli occupati dai trevigiani in terra bellunese.
Il 6 aprile 1196 assedia il castello e, dopo un sanguinario assalto, lo conquista, lo incendia e distrugge.
Stessa fine fanno altri castelli famosi: Castel Mirabello di Sedico, Castel Landredo, Castel d'Ardo (Trichiana), la Tagliata di Quero, la torre-fortezza al Praderadego.
La vendetta trevigiana non si fa attendere e, guidate da Valperto da Onigo, truppe trevigiane entrano nel bellunese scavalcando il Praderadego.
Il vescovo è ferito, fatto prigioniero e condotto a morte tra atroci sofferenze, Valperto rimane ucciso in battaglia sul campo.
Papa Innocenzo III scomunica i trevigiani e la città subisce un pesante 'embargo'.
Il nostro castello è abbandonato e la sterpaglia cresce sul sangue versato.
Rizzardo da Camino, vicario imperiale, si riappropria nel 1311 del castello e lo riedifica nelle forme attuali lasciandovi un piccolo presidio militare.
Ma la grande epopea feudale è terminata e la decadenza politica e militare matura pian piano.
Un'ultima fiammata, nel senso letterale del termine, avviene con il saccheggio, da parte delle truppe imperiali associate alla Lega di Cambrai, nel 1510.
Il castello nonché tutta la conca Feltrina, Feltre in particolare, vengono messi a ferro e fuoco.
Zumelle è prontamente ristrutturato, ma il complesso diviene più che altro dimora di campagna e riparo per contadini, con la lunga e sonnolenta 'pax' veneziana e la dismissione da ruoli militari di tutte le strutture medioevali con l'abbattimento di molti castelli.
Proprietari per tre secoli i conti Zorzi, signori di Mel, passa poi alla ricca famiglia veneziana dei Gritti e quindi, alla caduta di Venezia, confiscato dai nuovi padroni austriaci.
All'interno del castello, oltre ad interessanti manufatti ed il caratteristico Mastio del XIII secolo, si trova una cappella dedicata a San Donato vescovo di Arezzo - molto venerato dai Longobardi - di edificazione altomedioevale, probabilmente dell'VIII-IX secolo.
L'altare di legno è del XVII secolo e la pregevole pala del 1715.
Pesantemente restaurata ad inizio 1900, per accogliere una statua della Madonna di Lourdes, da allora è anche chiamata Madonna della Grotta.
Nel 1872 è stato acquistato dal Comune di Mel (ora Borgo Valbelluna), tuttora proprietario, e concesso in gestione a privati o associazioni.
Il tempo ce l'ha consegnato come il meglio conservato del bellunese.
Immerso in un ambiente naturale splendido e perfettamente integro, è luogo di grandissimo fascino.
raggiungere il castello di Zumelle a Tiago di Mel (Borgo Valbelluna)
Si trova nel Comune di Borgo Valbelluna a Mel sulla strada 'sinistra Piave' tra Belluno e Feltre.
E' posto sopra una propaggine erbosa/boschiva che scende dal Praderadego tra due profondi valloni, in panoramica posizione sulla Val Belluna.
- Provenendo dalla pianura, lungo la Valle del Piave, al grande bivio prima del ponte di Busche si svolta a destra, indicazioni Belluno, a proseguire per la statale 'Sinistra Piave'.
Poco oltre l'abitato di Lentiai un cartello indica, verso destra, la località di Villa di Villa ed il Castello di Zumelle.
Dopo Villa si prosegue per la stradina che diviene sempre più stretta e ripida fino alla sommità di un colle, oltre il quale si scende ripidamente per la stradina di sinistra nel profondo vallone.
Già da quà, in alto sulla sinistra, si ha uno spettacolare scorcio del castello.
Dove la stradina riprende a salire ripidissima per aggirare il colle, vi è un piccolo parcheggio dove eventualmente si può intraprendere una breve passeggiata nel bosco per raggiungere il castello, proseguendo per la ripidissima salita si arriva da un bivio presso una piccola chiesetta, si svolta a sinistra e si scende brevemente al grande parcheggio nel prato sotto il colmo del colle sul quale è costruito il castello.
Il colpo d'occhio appena si intravede il castello è davvero spettacolare.
- Provenendo da Belluno si percorre la sinistra Piave fino alla cittadina di Mel dove un cartello indicatore guida, verso sinistra, a Villa di Villa e quindi per il medesimo itinerario al castello.
- In alternativa si può salire al paese di Carve, si svolta verso destra in direzione del Praderadego quindi, appena attraversato il ponte sul fondovalle (ponte di Valmaor), sulla destra si dirama una stradina sterrata (senza problemi) che con un lungo, e molto panoramico, giro conduce alla chiesetta all'imbocco dell'accesso al castello.