Vignui di Feltre e Valle di San Martino, Vette Feltrine, Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Una tranquilla passeggiata sul fondo della valle di San Martino a Vignui, in comune di Feltre, per visitare l'antica chiesetta di San Martin e godere attimi di tranquillità accarezzata dalla spumeggiante musica del torrente Stien.
Sul fondo della valle, località Fornace, si trova una grande Calchera.
E' solamente un preludio per ispezionare dove partono gli impegnativi sentieri verso le Vette, una scusa per dare un'occhiata a Vignui e al suo piccolo altopiano affacciato sulla fantastica conca feltrina.
Luoghi appartati, ricchissimi di storia e di arte, straordinari dal punto di ambientale e naturalistico, intatti e genuini, lontanissimi dalla montagna 'di plastica' delle località turisticizzate.
In poche parole: da collocare tra i luoghi più belli che si possano immaginare.
Una bellezza non esibita, profondissima, che ti entra nel cuore un po' alla volta, mano a mano che approfondisci la faticosa ricerca.
Per questa turistica passeggiata possiamo partire dal paesetto di
Vignui, caratteristico per la chiesa sopra il colle, quasi un castello.
Si segue la stradina forestale per la Val di San Martino, strettissima e quasi subito sterrata, che si dirama verso nord dalla strada per Pedavena appena fuori del paese.
La strada è aperta al traffico, ma le auto in transito, dirette al parcheggio nel fondovalle, sono rare e non creano problemi.
La stradina scende leggermente verso la valle inoltrandosi nel bosco, successivamente risale lungamente la valle.
La prima tappa è all'antica
chiesetta di San Martino in Valle.
Vi si può giungere anche in auto ed iniziare da qui la passeggiata.
Superata la chiesetta si prosegue lungamente in leggera salita avvicinandosi più volte al torrente Stien (tributario del Caorame) fino a giungere al piccolo parcheggio da dove la strada è chiusa al traffico automobilistico.
Generalmente, nei pochi spazi disponibili, parcheggiano i (rari) escursionisti diretti alle dure salite verso le Vette di Feltre.
Da qui si entra nel
Parco Nazionale Dolomiti Bellunsi (cartelli didattici).
Proseguendo ancora si attraversano i luoghi naturalistici più interessanti, la valle diviene una specie di forra con pareti rocciose ai lati e poco dopo vi è la bella
cappella a capanna aperta tutta di legno, costruita dagli alpini.
Un luogo di silenzio straordinario per meditare, una chiesa che è prima di tutto un riparo, un tetto, ma che per pareti ha quest'angolo intatto di natura.
Più avanti ancora si trova una grande, bellissima,
calchera perfettamente restaurata, il luogo non a caso si chiama Fornace.
Le calchere, famose quelle della val Canzoi e della valle di San Martin, servivano per la produzione della calce viva.
In questo tino fatto di massi posati a secco, vero capolavoro di arte edile, si cuocevano a temperatura altissima per circa una settimana le pietre di dolomia.
Vedi scheda approfondimento
calchere per la produzione della calce viva.
Poco oltre termina la stradina e questa facile passeggiata ad una tavola in legno con panchine, luogo molto adatto per uno spuntino al sacco.
Da qui iniziano alcuni straordinari sentieri diretti alla Busa delle Vette Grandi e a rifugio G. Dal Piaz, alla Busa del Diaol (buca del diavolo), alle casere di Ramezza e forcella Scarnia.
Tutti itinerari molto impegnativi, lunghissimi e dal forte dislivello, solo per escursionisti molto esperti.
I sentieri Cai sono tre:
- n. 812 'Scalon delle Vette' per il rifugio Giorgio dal Piaz, dislivello 1.400 metri, 4 o 5 ore per la salita
- n. 816 per passo Pietena e raccordo con Altavia n.2, per il rifugio Dal Piaz, dislivello 1.600 metri, 5 o 6 ore per la salita, con possibilità di raggiungere la Busa del Diaol
- n. 803 per il ricovero Ramezza Alta forcella Scarnia e il monte Ramezza, con raccordo sul sentiero dell'Altavia n.2, dislivello 1.600 metri, 5 o 6 ore di salita
Da ricordare anche che una volta raggunto il sentiero 801 - passo Finestra / rif. Dal Piaz (Altavia n.2) - bisogna camminare ancora... per raggiungere l'unico luogo di riparo, vale a dire l'accogliente rifugio Giorgio Dal Piaz.
Dalla grande calchera, al termine della stradina forestale, l'unica prosecuzione facilmente praticabile, comunque escursinistica e non turistica, è l'
anello etnografico-naturalistico del Pian dei Violini che porta a visitare luoghi abbandonati di casere e fienagione.
Si prosegue per il sentiero di sinistra (indicazioni) attraversando lo spumeggiante torrente Stien con una grande passarella di legno, la salita si fa subito ripida.
Dopo un po' si aprono meravigliosi squarci su bellissime cascatelle e marmitte giganti. Il torrente è sempre molto ricco di acque.
Ancora un po' di salita ripida ed arriviamo ad un ripiano immerso nel bosco, con un bivio di sentieri dove sulla destra vediamo una panchina.
Possiamo proseguire ancora per poco sul sentiero principale di sinistra, fino al bivio con cartelli che indica 'Pian dei Violini' e i sentieri dello Scalon per il rifugio Dal Piaz e per passo Pietena.
Salendo di qualche centinaio di metri sulla destra, sentiero 816 Pietena, troviamo alcuni ruderi di stalle e fienili.
Salutiamo i faticosi sentieri e torniamo indietro fino alla panchina vista in precedenza, dove attraversiamo il greto del torrentello generalmente in secca.
In breve giungiamo ad un altro gruppetto di ruderi di vecchie casere e stalle immerse in una fantastica pineta.
Dovrebbero essere dei primi decenni del novecento, probabilmente su costruzioni ben più antiche, ad occhio abbandonate subito dopo la seconda guerra mondiale.
E' un luogo davvero misterioso, magico e affascinante il
Pian dei Violini, non stentiamo a credere che sia popolato di folletti e anguane.
Ci inebria la musicalità dell'acqua, poco più sopra infatti vi è la grande
sorgente dello Stien che restituisce il prodotto delle innumerevoli cavità carsiche delle Vette, prima fra tutte la grandiosa Busa del Diaol, mille metri più sopra tra le rocce.
Traversando dal Pian dei Violini ci si può raccordare sul sentiero n. 803 di Ramezza e ridiscendere alla grande calchera.
Per l'andata e ritorno, da Vignui oppure a seconda di dove si parte e se si effettua il giro per il Pian dei Violini, ci vogliono dalle due alle quattro ore di tranquillissima passeggiata.
Il dislivello è al massimo di 400 metri, il percorso turistico è adatto a tutti, quasi completamente immerso nel bosco.
Nota importante: dai ruderi di Pian dei Violini la traccia per la sorgente e il raccordo col sentiero 803 sono difficilmente praticabili, a causa dei numerosi tronchi di pino maciullati da slavine e tempeste.
Da evidenziare anche il fatto che la traversata del Pian dei Violini non è segnalata e non vi sono bolli di vernice, prestare quindi attenzione a non smarrire la traccia di sentiero.
La val di San Martino, ora solitaria, è stata una importante via di transito per le attività legate alla montagna.
Dalle mandrie dirette alle casere in quota, ai greggi di pecore, ai malgari e pastori, ai contadini, ai boscaioli, ai lavoratori delle calcare con i loro carri di pericolosa calce viva e, per tutto l'ottocento e fino ai primi del novecento, ai cavatori di ghiaccio che trasportavano a Pedavena (fabbrica di birra), ma anche nelle città di pianura, i blocchi di ghiaccio estratti soprattutto dalla profonda voragine del Bus del Diaol.
Val San Martin a Vignui di Feltre: 2007 2015 2022 e altre volte
Alcuni quadri descrittivi sono fotografie tratte dai pannelli didattici lungo il percorso, curati dall'
Ente Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.