Palmanova, la Gran Fortezza
Palmanova, l'ideale di città fortificata.
Stella a nove punte, città dell'utopia.
Il cinquecentesco baluardo difensivo dei confini orientali di Venezia.
Fu voluta a seguito delle numerose scorribande (almeno sette, tra il 1400 e il 1500) dei Turchi Ottomani che dalla Serbia giunsero fino a Treviso e Serravalle (Vittorio Veneto), impensierendo le difese veneziane e devastando la pianura friulana.
Geometricamente perfetta, è basata sul concetto razionalistico numerico rinascimentale.
Tutto il complesso fortificato è ribassato rispetto al piano di campagna, tanto da risultare invisibile fino a brevissima distanza.
- una stella a nove punte
- tre cerchie murarie
- il perimetro delle mura principali è di sette chilometri
- la costruzione è modulare e si sviluppa in poligoni di 200 passi veneti (circa 340 metri) ciascuno
- il raggio della prima cerchia muraria, dal centro focale di Piazza Grande, è di 300 passi veneti (510 metri)
- nei progetti originali al centro della Piazza Grande il punto focale era costituito da una torre circolare, con accanto un fortino poi demoliti
- all'interno dei bastioni la città si sviluppa su sei strade radiali, ciascuna della sezione di 1/5 del modulo base (14 metri)
- ogni strada è presidiata da due statue momumentali
- quattro i circuiti stradali radiali interni con sei piazzette nella seconda intersezione radiale
- tre porte d'accesso: Cividale, Udine e Aquileia (detta anche porta marittima)
- piazza centrale, la Piazza Granda, esagonale con un raggio di 52 passi veneti (90 metri) e ogni lato pure di 52 passi veneti
- al centro della piazza un grande basamento esagonale regge l'antenna dello stendardo
- il perimetro della piazza è racchiuso da una canaletta d'acqua (ora asciutta), dall'alto valore simbolico
- la guarnigione ideale per difendere la fortezza doveva essere composta da 1000 uomini in armi, ma la città era predisposta per ospitare fino a 20.000 abitanti (con le esigenze di quei tempi..., e comunque mai raggiunti)
Leonardo da Vinci fece una ricognizione sul luogo (era a Venezia nel marzo 1500) con l'incarico di progettare una serie di opere difensive tra l'Isonzo, Vipacco e il Tagliamento, contro la minaccia turca, ma rifiutò la commissione, tuttavia si ipotizza una sua idea concettuale del complesso difensivo.
Esisteva l'antico borgo di Palmata (o Palmada) che fu completamente trasformato e nominato Palma (Nuova) dal primo Provveditore Generale Marc'Antonio Barbaro.
Palma come simbolo cristiano beneaugurante.
Emblema della città-fortezza è il Leone di San Marco che riposa tranquillo sotto una palma.
E in effetti la fortezza prosperò inoperosa e inviolata per 200 anni, fino all'arrivo dell'armata napoleonica.
Il progetto fu di Giulio Savorgnan (generale di artiglieria e soprintendente all'Ufficio delle fortificazioni della Serenissima) e Marcantonio Martinengo, decisione presa da cinque autorevoli provveditori e il 7 ottobre 1593 venne posta la prima pietra.
Era la festa di Santa Giustina, acclamata patrona della città, e l'anniversario della vittoria di Lepanto sui Turchi (1571).
La prima cerchia muraria con i bastioni e le porte venne realizzata a partire dal 1593 e le strutture principali erano finite già nel 1599.
Le tre porte monumentali sono attribuite allo Scamozzi, ed edificate nel 1605.
I lavori di completamento e lo scavo dei fossati si protraggono fino al 1623.
La seconda cerchia fortificata, con terrapieni, fossati e rivellini, venne realizzata tra il 1658 e il 1690.
La terza cerchia di opere difensive esterne fu realizzata durante la dominazione francese a partire dal 1806 per volere di Napoleone, per far fronte alla sempre maggiore gittata delle armi da fuoco.
La città rimase piazzaforte militare, sottoposta a vincoli demaniali, anche dopo l'Unità d'Italia.
Questo uno dei motivi per i quali non si sviluppò mai una vera comunità civile, essendo interdette anche tutte le attività commerciali private.
Fu nel 1888 che il Governo Italiano decretò il disarmo totale della fortezza, il ritiro della guarnigione, dichiarandola città aperta priva di importanza strategica.
Durante la prima guerra mondiale i militari tornarono in città che venne utilizzata come centro logistico e deposito.
Con la ritirata di Caporetto, per distruggere materiali e munizioni, venne acceso un grande rogo nella piazza provocando ingentissimi danni riparati solamente negli anni '20.
Dal 1960 Palmanova è 'Monumento Nazionale'.
passeggiata, giro attorno alle mura della fortezza di Palmanova
Una passeggiata molto bella, rilassante, molto interessante per capire la struttura di questa grande macchina militare sei-settecentesca.
Atmosfere decandenti, segni geometrici, scorci fotograficamente notevoli, questi i motivi per percorrere il giro attorno alle mura di Palmanova.
Da fine 2011 la cittadina, e soprattutto le strutture esterne della fortezza, sono interessante da un programma di recupero e valorizzazione, per diverso tempo può essere che alcuni sentieri siano inaccessibili, tuttavia vi sono numerose tracce un po' dappertutto e tutte offrono scorci interessanti.
Il percorso è praticabile tutto l'anno, probabilmente la primavera è il periodo migliore pensando ai grandi prati dei terrapieni erbosi e alle fioriture di campo.
L'unico problema, almeno adesso prima di eventuali lavori di sistemazione, può essere che vi siano tratti un po' fangosi nei periodi umidi o piovosi.
Il percorso è particolarmente adatto, e abbastanza frequentato dai locali, per la pratica del jogging e nordic walking.
In questo senso potrebbe essere una meta molto interessante anche per praticanti provenienti da più lontano, abbinando l'amato sport agli aspetti culturali ed eno-gastronomici.
L'avvio (e/o il termine) della passeggiata può essere dalla piazza centrale, la Piazza Grande (un po' trascurata a dire il vero, ma si stanno facendo lavori di maquillage), per dirigere verso porta Cividale, dove si trova l'interessante Museo Storico Militare.
Da visitare.
Conviene fare subito un giretto sopra il bastione del museo e sopra la Porta in modo da avere una visione panoramica un po' dall'alto e cogliere il fatto che tutta la cittadina-fortezza si trova in una depressione artificiale rispetto al piano di campagna, praticamente invisibile dall'esterno fino a brevissima distanza dai bastioni.
L'intera fortezza è molto complessa ed è difficile capire pienamente il disegno e le varie opere di difesa, una specie di labirinto pieno di 'trappole' per eventuali assalitori, otticamente mascherate e invisibili.
Più esaustive le foto aeree che mostrano chiaramente la magnifica simmetria del disegno.
Ridiscendiamo verso l'interno e attraversiamo la porta Cividale.
All'esterno della porta, verso sinistra, iniziamo il giro delle mura in senso antiorario percorrendo inizialmente il fondo del trincerone, attorniati dalle grandiose muraglie in pietra bianca e mattoni rossi delle scarpate.
I sentierini sono numerosi, cerchiamo di spostarci nei luoghi più significativi in modo da rendere più interessante la passeggiata e cogliere gli aspetti salienti.
Verso nord, già ben restaurata, la punta della Lunetta Napoleonica che merita un accurato approfondimento.
Proseguiamo verso porta Udine, dove si trova il bellissimo ponte dell'acquedotto veneziano, già restaurato.
Raccomandabile anche la visita al cortile interno della porta con le grandi ruote dei macchinari della porta stessa.
Proseguiamo all'esterno alla volta di porta Aquileia, a sud, sempre seguendo senza preoccupazioni di tracciato uno dei diversi sentieri nei vari risalti dei terrapieni.
Anche porta Aquileia è interessante e monumentale.
Saliamo al monticello del terrapieno di difesa della porta che offre interessanti scorci e la luce più adatta per sfogarci fotograficamente.
Ora l'ultimo terzo di percorso alla volta di porta Cividale.
Se non visitato prima, andiamo a visitare il Museo Storico Militare, per poi ritornare alla Piazza Grande.