Aquileja: storia antica, epoca romana, mosaici e Basilica medioevale, scavi romani
Aquileia, incrocio di strade preistoriche, colonizzata dai romani, snodo di campagne militari romane e invasioni barbare, fondamentale patriarcato paleo-cristiano, è uno dei più affascinanti ed interessanti luoghi d'Europa.
Alcuni spunti, utili solo a suscitare la curiosità, di questi che sono gli spettacolari resti della famosa città di epoca romana.
Lo studio della storia e dell'arte romana, la visita ad Aquileia e alla sua fantastica basilica medioevale, non sono cose facoltative, è faccenda
obbligatoria.
l'antica Aquileja
Aquileja, Altino, Padova, Adria, furono città dei
Veneti Antichi con origini addirittura nella preistoria della via dell'Ambra, importanti e fiorenti quando si allearono con Roma.
Roma non colonizzò un territorio 'vuoto e selvaggio', bensì si alleò con i popoli veneti molto ricchi ed evoluti nell'agricoltura e nell'artigianato, comprendenti oltre un milione e mezzo di abitanti.
Le posizione di Aquileja era felicissima, praticamente l'ombelico dell'Europa preistorica, in prossimità del mare ma riparata e vi confluivano e s'incrociavano le maggiori
strade preistoriche e venete antiche.
Quelle che poi furono le 'romane' via Postuma, l'Annia, la Gemina, la Julia Augusta, già esistevano da secoli.
L'Aquileja di epoca romana era una città immensa, con oltre 200.000 abitanti e si estendeva da Palmanova a Grado (la laguna era molto meno estesa di ora) con immense 'baraccopoli' (un po' come le grandi metropoli attuali).
La 'Deduzione a colonia a diritto latino' fu un insediamento concesso ai militari romani (un po' come una base Nato attuale per fare un esempio)
nel 181 a.C., decisa dal Senato romano nel 183 a.C. avvenne non senza mugugni popolari (come al giorno d'oggi nulla di nuovo...),
sul porto fluviale del Natisone-Torre per il controllo marittimo dell'alto Adriatico, facilmente raggiungibile dal mare e protesa verso la terraferma.
Baluardo strategico per la difesa, già allora delicatissima, dei confini orientali e al tempo stesso, nelle intenzioni romane, base logistico-militare per la conquista dell'Europa centro-orientale.
Ed anche (o forse soprattutto...) per i ricchissimi giacimenti di minerali del ferro della Carinzia.
Tuttavia le opere di fortificazione e difesa militari non furono all'inizio soddisfacenti se già nel 171 a.C. vi furono rimostranze verso Roma e nel 169 a.C. si provvide con un 'supplementum' sia di mezzi finanziari che di uomini (coloni).
Nel 90 a.C. lo status della città venne trasformato da Colonia a Municipium, con riconosciuta la piena cittadinanza e il diritto romano ed anche il riconoscimento dell'autonomia locale con proprie leggi e la salvaguardia di lingua e cultura.
Aquileja più volte (58-50 a.C.) vide Giulio Cesare 'svernare' di ritorno dalle difficili campagne militari verso il Norico (Illiria, Slovenia) e la Retia (area danubiana), con migliaia di persone tra soldati e seguito (vario...) anche non organizzato.
All'epoca di Cesare Ottaviano Augusto (27 a.C. / 14 d.C.) il massimo splendore della città divenendo, di fatto, la capitale ('caput') della
Regio X Venethia et Histia,
definizione in discussione per il fatto che la X Regio non aveva competenze militari e nemmeno amministrative, ma probabilmente si tratta di una definizione 'di comodo' per individuare un vasto territorio della penisola italica.
La fortuna della città, grazie anche ai privilegi militari e alla felicissima posizione strategica, anche commercialmente prosperò per oltre sei secoli facendone una delle città più ricche ed importanti dell'impero.
La religione cristiana, oltre che verso Roma, s'indirizzò verso Aquileja da dove, qualche secolo dopo, partì l'evangelizzazione dei popoli Slavi e della Russia.
Del primo secolo si suppone la presenza, tra Aquileja e
Julia Concordia (Concordia Sagittaria), dell'evangelisa Marco (
loc. Pineta San Marco ai margini della laguna e casa del Centurione a Concordia, dove si suppone San Marco sia andato a far visita al soldato che trafisse Cristo sulla croce).
Il San Marco di Venezia si deve ai veneziani, secoli dopo, quando recuperarono i resti dell'Evangelista ad Alessandria d'Egitto.
Ma questa strategica posizione fu anche concausa della decadenza, se non delle varie rovine.
Fu il 'parafulmine' dove si abbatterono tutte le devastanti ondate di invasioni 'barbariche' (barbaro=straniero, non rozzo-ignorante - e sarebbe più corretto parlare di immigrazioni anziché invasioni...)
e i romani ne erano perfettamente consapevoli da secoli, infatti nonostante l'immenso impegno militare non riuscirono mai a sottomettere definitivamente le tribù germaniche e mongole
dell'Europa centrale che da secoli premevano sul delicatissimo confine.
Già nel 167, nel massimo splendore dell'imperatore Augusto, vi fu il tremendo scacco dell'incursione dei Marcomanni e Quadi con la devastazione di Aquileja e Oderzo. Seguirono Goti, Sarmati, Alemanni e Franchi.
Nel 296 l'imperatore Diocleziano è ad Aquileja.
Durante le varie ondate migratorie barbare la popolazione Aquileiese, soprattutto la nobiltà dirigenziale, si rifugiò nelle isole lagunari di Grado, come del resto gli abitanti delle altre città quali Altino, Oderzo, Treviso e Padova, che trovarono rifugio nelle isole lagunari di Caorle, Torcello, Malamocco e Chioggia.
Tuttavia la città non crollò mai definitivamente e fu uno dei cardini della chiesa paleo-cristiana.
Il vescovo Teodoro partecipa al Concilio di Arles (314).
Nel IV secolo il primo monastero, dove l'attuale sobborgo di Monastero, leggende non confermate lo indicano fondato da San Martino (di Tours) eremita slavo (Pannonia-Ungheria) stanziatosi ad Aquileja prima di proseguire per la Francia.
Questo è molto plausibile e sicuramente il grande monaco-vescovo ebbe contatti diretti con le chiese patriarcali di Aquileja, Milano e Treviri.
Tuttavia la festa di San Martino, molto sentita in tutta la zona, potrebbe benissimo essere uno dei tanti 'riciclaggi' medioevali, l'11 novembre è infatti il capodanno celtico oltre che capodanno agrario.
Nel 381 il Concilio di Aquileja, proseguimento e completamento del Concilio di Nicea, con la sanzione dell'eresia Ariana che negava la natura divina di Gesù, vi partecipò anche il vescovo Ambrogio, patriarca di Milano.
Il 16 giugno 391, da Aquileja, dove si era recato per ordinare l'ampliamento della Basilica, l'imperatore Teodosio proclama la proibizione di sacrifici cruenti in tutto l'impero.
Il cristianesimo è la religione ufficiale dello stato.
Teodosio sconfigge (394) a Vipacco, non lontano da Aquileja, Eugenio, imperatore romano d'occidente.
Fu la cosiddetta "battaglia della bora", avvenuta durante l'infuriare della tempesta con l'esercito di Teodosio astutamente schierato a favore di vento.
Segnò la fine dell'unità imperiale, con le conseguenze della frammentazione della parte occidentale e uno dei fondamenti della storia medioevale.
Invasione dei Visigoti nel 401. Saccheggio di Aquileja da parte di Alarico che successivamente dirigerà a saccheggiare Roma.
E' del 452 la spaventosa scorribanda degli Unni guidati da Attila, probabile culmine di tutte le orde di violenza e sangue.
Poi venne la volta dei Longobardi, una invasione di popolo, sicuri di insediarsi nelle fertili e ricche terre della grande pianura padano-veneta.
Tra il 557 e il 669 avviene lo Scisma dei 'Tre Capitoli'.
Disputa teologico-religiosa (abbastanza oscura nella sua formulazione) tra l'imperatore d'oriente Giustiniano ed il Papato, con effetti soprattutto nell'area gravitante sul patriarcato di Aquileja.
Una commistione tra religione e politica che, quali effetti collaterali, produce numerosi movimenti 'scismatici' in tutta l'area Veneto-Friulana, con nomine vescovili incerte e appoggi che guardano all'imperatore di Germania.
Sia pure subdolamente è il cordone ombelicale con gli imperatori germanici, e con la cultura mittle-europea in genere, e una presa di distanze dalla chiesa romana e bizantina.
Tra questi elementi si deve cercare anche l'evangelizzazione dei popoli Slavi e la fondazione del patriarcato di Mosca.
E' una faccenda storicamente poco nota e, ancor più, poco frequentata, ma di estremo interesse per ulteriori approfondimenti e di non secondaria importanza nella storia del territorio Veneto e Friulano.
E' di questo periodo la profonda frattura con la chiesa di Grado che orbita, e viene successivamente assorbita, nella sfera Bizantina della Serenisima Republica di Venezia.
Il patriarcato di Aquileia verrà definitivamente soppresso nel 1751 su proposta del Papa e trattative tra Venezia e Maria Teresa d'Austria.
i reperti archeologici di Aquileia
Della città romana, dalla tipica dislocazione sugli assi della centuria, rimangono una vasta zona portuale e le grandi strutture pubbliche dei Templi e del Foro, ora devastate dall'intersecare della strada principale.
Sparsi un po' ovunque reperti vari e splendidi mosaici pavimentali, mura e la necropoli.
Una cosa che impressiona molto il visitatore, la prima volta che vi giunge, sono i numerosissimi vasi funerari sparsi un po' ovunque anche alla rinfusa (specie al museo archeologico) ed anche le immense fila di 'sassi' lavorati accatastati lungo i tratturi di campagna, intralci alle coltivazioni agricole.
Il Foro, del II sec. d.C., si trova all'incrocio tra il cardo della via Julia Augusta e il decumano della via Gemina.
la Basilica di Aquileia
Costruita sui resti di antichi edifici romani è famosa per il preziosissimo pavimento a mosaico del IV secolo, voluto dal vescovo Teodoro.
Soprattutto nel IX secolo, ad opera del patriarca Massenzio, venne arricchita la primitiva basilica e furono edificati importanti complessi monastici.
Nell'XI secolo la basilica venne pesantemente manomessa ed ingrandita, vi furono apportate numerose opere importanti quali il Santo Sepolcro.
Il patriarca Poppone fece erigere il grandioso campanile nel 1031.
Alto oltre 70 metri veniva profiquamente usato come torre di avvistamento.
Tradizione, facilmente coniugabile con pragmatica praticità, lo vuole costruito con materiale riciclato dall'anfiteatro romano.
Gli affreschi della cripta massenziana sono del XII secolo.
Le arcate gotiche vennero erette per tamponare gli ingenti danni dovuti al terremoto del 1348.
La città, ancora una volta, si trovò crocevia commerciale e luogo di transito di pellegrini 'romei' in marcia verso Roma, Santiago de Compostela e, via mare, verso Costantinopoli e Gerusalemme.
Mantenne fino al XV secolo lo status di città patriarcale, contendendo il primato ad Altino-Venezia e alla stessa Costantinopoli.
Museo Archeologico Nazionale di Aquileia
via Roma
Museo Paleocristiano di Aquileia
loc.Monastero, piazza Pirano
Ufficio Informazioni Accoglienza Turistica di Aquileia
piazza Capitolo
Comune di Aquileia
33051 - piazza Garibaldi, 7
www.comune.aquileia.ud.it