escursione alla Chiesetta di San Silvestro dal passo della Gobbera
La chiesetta di San Silvestro s'individua in maniera netta allor quando, percorrendo la moderna strada proveniente dal feltrino, dopo il lago Schener e le ultime gallerie sbuchiamo nella nel Primiero che si apre ad ampia conca.
Si trova sopra un'alta rupe rocciosa che si stacca dall'imponente struttura del monte Totoga.
E' da sempre un fondamentale punto di riferimento per la comunità del Primiero e per quella del Vanoi, e si raggiungeva da Masi di Imer con un sentiero, un tempo quasi una stradina, variante della importante Strada Imperiale, con la quale poi si ricongiungeva nei pressi del passo della Gobbera.
Il passo era un importante valico per queste vallate, separate dal contado del Principe Vescovo di Trento da articolate catene montuose e paurose gole a canyon.
La facile passeggiata per raggiungere la chiesetta di San Silvestro, partendo dal passo della Gobbera, è occasione per scoprire interessanti scorci di storie locali, anch'esse tassello della Nostra Storia che conosciamo in maniera superficiale e più spesso stravolta, banalizzata, scarnata, grazie anche a libri di storia fin troppo sintetizzati se non addirittura piegati ad altri scopi.
Ed anche per causa nostra che alla calma e all'approfondimento preferiamo il correre veloce, il divertimento dei caroselli, i mezzi di trasporto che ci portano lontani a fare i 'turisti per caso' di luoghi luccicanti di lustrini, facendoci perdere i contatti con le nostre radici storiche.
La chiesetta di San Silvestro è documentata fin dal XIII secolo.
Si trattava di un piccolo capitello probabilmente evoluzione di più antiche strutture forse addirittura pagane o romane, come moltissimi piccoli edifici religiosi delle nostre regioni sparsi in luoghi particolari o significativi.
Era strategia consolidata infatti, nei primi secoli della cristianizzazione (III/VIII secolo), riutilizzare e dedicare a santi (in alcuni casi solo virtuali oppure 'riciclati') gli antichi altari molto legati alle tradizioni o ad avvenimenti locali.
La posizione di San Silvestro è davvero particolare.
Si trova sopra una altissima rupe rocciosa che domina, inespugnabile, l'accesso alla ridente conca di Primiero dopo le profonde forre impraticabili del Cismon e l'
antichissima strada che da Zorzoi metteva in comunicazione il Sovramontino (e quindi uno dei rami della Claudia Augusta Altinate) con il Primiero, la strada dello Schener con castello (nei pressi anche le tracce di un castelliere e il ritrovamento di monete romane) che segnava gli antichi confini fino alla caduta della Serenissima, strada comunque difficoltosa e a mezzacosta di quegli spaventosi dirupi.
Facile supporre quindi che la rupe di San Silvestro sia stata frequentata e presidiata fin dalla più profonda preistoria, anche se non sono emerse prove archeologiche, come per il vicino sito di Val Rosna.
Come facile supporre l'utilizzo come vedetta militare in epoca romana, in collegamento ottico con altri siti a formare una vera e propria 'rete di trasmissione dati'.
Si veda, come esempio ancora osservabile in loco, il grande bracere scavato nella roccia (ora utilizzato come pozza d'acqua) al
Santuario di Santa Susanna a Facen di Pedavena.
Con il dominio del Principe Vescovo di Trento, e fin anche a fine ottocento, la chiesetta di San Silvestro era sito di pellegrinaggio molto sentito dalle comunità di Primiero e del Vanoi.
A livello popolare la chiesetta di San Silvestro forma la "Crosera" o "Croce del Primiero" con le altre tre chiese:
San Giovanni Falasorni monte Cordognè, Santa Romina (pochi ruderi) sul monte Bedolè e
San Vittore a Tonadico.
Più volte la chiesina è stata ingrandita e riorganizzata per acccogliere i sempre più numerosi fedeli.
Nel seicento venne presidiata da un Eremita, tale Cristoforo da Vigolo Vattaro, con i valligiani obbligati dal Vescovo a provvedere al suo sostentamento.
Di quell'epoca anche il campanile e la piccola casupola all'ingresso del sagrato.
La rupe di San Silvestro è una costola rocciosa alla base delle altissime strutture del monte Totoga.
Si tratta di un massiccio compatto separato dal resto della piattaforma prealpina veneta dai due profondissimi canyon del torrente Vanoi e del torrente Cismon che si uniscono determinando l'altissima isolata struttura a forma di cuneo che appare quasi un imponente castello roccioso, defilato e quasi nascosto.
Verso nord la larga depressione del passo della Gobbera separa il Totoga dalla catena sud-orientale del Lagorai, che fa da sponda alla conca di Primiero.
Tuttavia il Totoga è una struttura geologica completamente diversa dal Lagorai.
Il passo infatti è interessato dalla grande faglia della Valsugana, che separa le calcaree prealpi venete dal massiccio porfirico-granitico del Lagorai Cima d'Asta.
E' una grande montagna calcarea simile al vicino monte Coppolo, a sua volta separato dal Lagorai all'importante passo del Brocon, sempre sulla linea della faglia della Valsugana che si protende anche verso il passo Cereda separando le dolomie delle Pale di San Martino dalle prealpine Vette e Dolomiti di Feltre.
Dal punto di vista ambientale, e di conseguenza antropologico, questa situazione determina interessantissimi aspetti, sia naturalistici e paesaggistici che riguardo agli insediamenti umani volti a sfruttare le variegate risorse che vanno dalle miniere, ai boschi, alle aie carbonili, alle calchere, ai pascoli, ad appezzamenti agricoli e a tutte le varie attività artigianali, come anche alle attività legate ai trasporti.
Il passo della Gobbera è da sempre importante luogo di transito, certamente molto importante con l'affermarsi del Contado Vescovile di Trento.
Non vi erano molte alternative per raggiungere facilmente la lontana Trento, se non sconfinare nel feltrino, territorio della Serenissima.
In tempi recenti, parliamo degli avvenimenti riguardanti la Grande Guerra, anche i militari italiani videro negli inespugnabili, altissimi, meandri rocciosi del Totoga un presidio strategico alle spalle della linea di fronte sulla catena del Lagorai, dopo la (sconsiderata) avanzata delle prime fasi della guerra.
Sul Totoga venne costruita una arditissima stradina carrozzabile che raggiunge gli 'Stoli' (gallerie-caverne con postazioni in roccia) e la cima partendo dalla profondissima val Cortela.
Pur inutile e per fini guerreschi è una pregevole opera di ingegneria stradale.
La stradina può essere percorsa con un impegnativo tour in mountain bike, parte di essa si percorre per visitare gli Stoli e salire alla cima con una lunga escursione dal passo della Gobbera.
la passeggiata dal passo della Gobbera alla chiesetta di San Silvestro in dettaglio
La passeggiata è molto facile e il percorso evidente e semplice.
Dobbiamo solo decidere se percorrere l'andata-ritorno per la stradina diretta alla chiesetta oppure l'anello più lungo di mezzo chilometro, ma sostanzialmente con le stesse difficoltà, giusto per variare un po'.
Noi percorriamo l'anello con l'andata per la stradina forestale del Totoga.
Raggiunta la chiesa parrocchiale di Gobbera, sul colmo dell'omonimo passo lungo la strada provinciale 'stradon' (m.985), in corrispondenza dell'abside posteriore troviamo due piccole stradine che volgono verso sud.
Una più bassa, proprio davanti ad un garage e una casa, scende verso valle, è lo sbocco dell'antica "Strada Imperiale" che percorreremo al ritorno e che conduce direttamente alla chiesetta (cartello indicativo).
Prendiamo invece la stradina che sale dietro l'abside della chiesa e che s'inoltra sempre in leggera salita tra alcune case.
Superiamo un'ultima caratteristica casa e c'inoltriamo verso il bosco.
La vista si apre sulla sottostante valletta e, più in lontananza, sulla conca di Primiero e il Vederna mentre circa alla nostra altezza possiamo vedere anche lo sperone roccioso con la chiesetta di San Silvestro, la meta della nostra passeggiata.
Dopo alcune centinaia di metri di sentiero in leggera salita sbuchiamo ad una stradina forestale incrocio di sentieri, dove si dirama pure il sentiero diretto per la cima del monte Totoga (m.1.705).
Percorriamo ora, verso sinistra, la stradina forestale quasi pianeggiante che passa sotto le imponenti strutture del Totoga, che da qui sembra un castello roccioso inespugnabile.
Qualche bella visione panoramica verso la conca di Primiero e giungiamo al punto più vicino allo sperone roccioso di San Silvestro, senza tuttavia vedere la chiesetta.
Continuiamo ancora lungo la stradina, che gira leggermente verso destra per qualche centinaio di metri, fino a trovare il sentiero che scende a sinistra verso la ripidissima scarpata rocciosa.
Attenzione: assolutamente non prendere altre tracce o scendere a caso, la traccia del sentiero è evidente e appena sotto possiamo vedere le corde d'acciaio del parapetto, non vi sono altre possibilità mentre vi sono invece salti di roccia.
Scendiamo quindi per il sentiero di collegamento, vi sono tratti molto esposti ma che non dobbiamo temere e che non creano difficoltà in quanto ben protetti da un robusto parapetto di cavi d'acciaio.
La discesa è abbastanza ripida, alcuni tratti sono anche scivolosi a causa delle radici e dell'umidità e coperti da foglie, ma il tutto si risolve in poche centinaia di metri quando sbuchiamo nella selletta dove passa il grande elettrodotto e dove troviamo un grande pilone.
Qui termina anche la stradina diretta che proviene dal paese.
Seguiamo verso destra la stradina che diventa largo sentiero e che aggira lo sperone roccioso-boscoso.
Il sentiero è un po' più impervio rispetto alla larga stradina e presenta alcuni gradini e parapetti di tronchi di legno.
Siamo ormai nei pressi della chiesetta che ci appare d'improvviso e che raggiungiamo con una breve discesa a gradini. (circa 45 min)
Il luogo è molto suggestivo, tutto il sagrato è circondato da un muro di contenimento che permette di affacciarsi in sicurezza sui precipizi laterali, nonché ammirare l'ampio panorama aperto soprattutto verso la conca di Primiero e le Pale di San Martino.
Possiamo anche individuare facilmente il Pavion e il Vederne e il sottostante lago di Val Schener.
Dal cancello del sagrato si dirama anche l'antico sentiero storico che scende verso Masi di Imer.
La visita dell'interno della chiesetta di San Silvestro è molto interessante, ma possibile solo quando aperta.
Dopo la sosta alla bella chiesetta prendiamo la via del ritorno, salendo gli scalini ed il sentiero percorso all'andata, fino a raggiungere la selletta con il pilone dell'elettrodotto.
Ora ci aspetta la piacevolissima stradina forestale che in leggera discesa dapprima e poi in leggera salita ci conduce verso la Gobbera.
Poco prima di giungere alle case del paesino troviamo un bellissimo capitello, all'incrocio con l'antichissima via storica di transito del passo, conosciuta come Strada Imperiale.
Ancora qualche centinaio di metri, in leggera salita, e siamo di nuovo alla chiesa di Gobbera da dove eravamo partiti. (circa 30 min)