escursione sul Venda ai ruderi ex Monastero degli Olivetani per il sentiero G.G. Lorenzoni
Il monte Venda con i suoi 601 metri è la cima più alta dei Colli Euganei, il gruppo collinare che emerge isolato nella pianura alluvionale poco a sud-ovest di Padova.
Il Venda è caratteristico per la sua forma regolare, una grande gobba oblunga chiaramente individuabile da quasi tutta la pianura veneta e soprattutto noto per la grande antenna televisiva e le installazioni dell'aereonautica militare.
Questo il motivo per il quale la cima vera e propria non è praticabile.
Fortunatamente i ruderi dell'ex Monastero Olivetani si trovano proprio ai margini dell'area interdetta e le enormi antenne, poco sotto la cima sull'assolato e caldo versante sud.
Gli affascinanti resti di quel che fu uno dei più importanti tra i monasteri ed eremi che sorgevano tra questi un tempo silenziosi ed appartati colli è ancora luogo molto meditativo e bellissimo, e dall'alto dei suoi 600 metri domina tutte le alture dell'area sud degli Euganei.
Con buona visibitità si può vedere la pianura fino alla laguna Veneta e all'appennino bolognese.
I dolci colli non a caso furono scelti quale ultima dimora del Petrarca.
Dei numerosi monasteri ancora esistono l'Abbazia di Praglia, l'eremo Camaldolese di monte Rua, il monastero di San Daniele, il Santuario Monte Madonna e numerose chiese e chiesupole sparse.
L'ex monastero Olivetani è raggiungibile solamente a piedi frequentando il Sentiero Naturalistico G.G. Lorenzoni, curato dall'Ente Parco Regionale Colli Euganei.
E' una delle più belle passeggiate dei Colli Euganei.
Il sentiero, escursionistico e facilmente praticabile nonostante qualche brevissima rampa ripida, compie un ampio anello tutt'attorno e a mezzacosta della grande gobba del Venda, quasi completamente nel bosco e nella boscaglia, rimanendo (ovviamente) appena sotto l'area recintata.
Si snoda sia sul caldo (o caldissimo d'estate) versante sud come sull'umido, fresco e più rigoglioso versante nord, permettendo di attraversare una buona varietà di ambienti tipici dei colli.
E permette di raggiungere i ruderi del monastero.
L'anello a mezzacosta del monte si raggiunge con alcuni sentieri di collegamento.
Nel versante sud, lungo la stradina Sottovenda a poca distanza da Casa Marina, centro informazioni del Parco, parte il sentiero più diretto e più ripido che mira al soprastante monastero che s'individua con la torre campanaria.
Poco dopo le prime rampe e l’antica Fontana Olivato, si può optare per il sentiero che continua diritto e che conduce sul versante est verso il passo del Roccolo.
In alternativa si può partire dal passo del Roccolo e innestarsi sul sentiero precedente e sull'anello Lorenzoni.
Altro posto d'accesso è dalla strada del Venda, la strada militare asfaltata che parte da Castelnuovo di Teolo, e raccordarsi all'insellatura tra il Venda e il Baiamonte, oppure anche dai pressi di case Brombolina, più oltre la strada è chiusa da un cancello.
L'escursione più interessante, ed anche più lunga, è quella che parte dal Bosco dei Maronari.
Si può partire dalla moderna (e non particolarmente bella...) Chiesetta degli Alpini, sulla strada tra il Roverello e il Roccolo, oppure da Casa Marina oppure ancora parcheggiare al termine della stradina Sottovenda dove inizia il
sentiero del bosco dei Maronari, stradina adatta per un lungo tratto anche ai disabili in carrozzina (vedi scheda).
Percorriamo quindi la stradina Sottovenda, che offre suggestive vedute sui colli sottostanti, la chiesa di Faedo e il monte Fasolo, ed arriviamo al bosco dei Maronari.
Vi è una ampia area attrezzata con panchine, con nei pressi una cava riciclata ad uso didattico, e tutt'attorno molti alberi di castagni centenari.
Il luogo è suggestivo, ed anche frequentatissimo in tutte le stagioni da tanti turisti e passeggiatori.
Lasciato il bosco Maronari si prosegue per la stradina forestale, si supera l'incrocio di sentieri per il vicino monte Vendevolo e si gira verso il più freddo versante nord del Venda.
Dopo un'altra ex area di cava e un incrocio di sentieri (tabelle e segnali del sentiero Lorenzoni risolvono ogni minimo dubbio), inizia la salita più decisa fino ad un bivio di sentieri, dove si chiude l'anello attorno al Venda.
Verso sinistra le case Bromboline, che percorreremo al ritorno, svoltiamo invece verso destra in moderata salita e riaggirando nuovamente il colle raggiungiamo il Corno del Venda, la dorsale ovest, dove ci riaffacciamo sul caldo versante Sud.
Ora affrontiamo una ripida rampa fin quasi sotto la recinzione e in vista della grande antenna Rai, per poi proseguire lungamente in falsopiano, infine una ripida discesa per innestarci sul sentiero che sale direttamente da sud.
Ancora ripidissime rampe, fortunatamente brevi, per l'incrocio di sentieri con il raccordo verso il monastero, ormai vicino, che raggiungiamo con un sentiero curato con gradini e traverse di legno.
Costeggiando la recinzione in breve ci appare la grande torre campanaria e le cortine murarie della chiesa.
I ruderi sono sempre aperti e visitabili.
Con gli interventi di restauro di qualche anno fa sono stati ben ripuliti, grazie anche alla cura di un gruppo di volontari locali, ed è stata risistemata la torre campanaria posizionandovi una campana e recuperata la Cripta della chiesa.
Generalmente la domenica, ma a volte anche in qualche giorno infrasettimanale, alcuni volontari presidiano il monumento e aprono i cancelli della chiesa e permettono di visitare la suggestiva Cripta, consacrata a cerimonie religiose.
Di quella che fu una grande chiesa monastica, ad una sola navata, rimangono solamente le cortine murarie senza il tetto e davvero fantastico è il colpo d'occhio sull'abside che presenta una ampia breccia che lascia ammirare stupefatti il dolce panorama collinare e l'infinita pianura.
E' senz'altro una delle immagini più belle che una chiesa possa restituirci, ruderi vissuti aperti verso la vita che si stende ai suoi piedi, inondati dalla luce abbagliante del sole.
Dopo la prolungata sosta meditativa e l'appagante seduta fotografica possiamo riprendere il cammino scendendo al primo bivio di sentieri.
Svoltiamo verso sinistra e in moderata discesa raggiungiamo un ulteriore bivio, dove si raccorda anche il sentiero che sale dal passo del Roccolo, svoltiamo verso sinistra (sempre indicazioni case Brombolina) e lungamente nel fitto bosco scendiamo fino a raggiungere la strada asfaltata del Venda al "Ponte" (valico) con il Baiamonte.
Ancora verso sinistra per l'asfalto fino a raggiungere le "case Brombolina", la fattoria più alta dei Colli Euganei, dove un sentiero scende e procede nel bosco fino a raggiungere il bivio che avevamo lasciato all'andata.
Ora percorriamo i sentieri già fatti all'andata per raggiungere nuovamente il bosco dei Maronari, luogo adatto anche per un bel pic-nic.
Il sentiero Lorenzoni è molto adatto per una passeggiata nelle fredde giornate invernali, specie quando la pianura è sepolta tra le nebbie.
Con questa situazione meteo non è raro trovarsi sopra un mare di nuvole con i cocuzzoli dei colli che emergono come isolette e con un sole accecante che ci riscalda anche l'animo.
Davvero bellissima situazione.
I sentieri del Venda meritano di essere percorsi più volte nei vari sensi e varianti ed anche nelle varie stagioni.
ex Monastero degli Olivetani al Monte Venda - Galzignano Terme (Padova)
Le origini del monastero risalgono alla seconda metà del 1100, una prima costruzione era opera di un eremita, cosa non rara a quel tempo, tale Adamo da Torreglia che si era ritirato (o obbligato...) lassù con un suo fedele servitore e che inizialmente occupava una grotta sulla cima.
Nel 1207 alcuni monaci benedettini, della basilica di Santa Giustina di Padova, eleggono il luogo a ritiro spirituale in cerca di pace e solitudine.
Qualche anno dopo vengono edificate due piccole chiesupole, iniziano così i lavori di fondazione di un monastero.
Dal 1229 divene un articolato monastero, con i lavori patrocinati e finanziati anche dai Maltraversi, nobile famiglia di Castelnuovo di Teolo, e successivamente dai Carraresi e diretti dal priore di Santa Giustina.
Viene edificata una nuova grande chiesa ad onore di San Giovanni Battista al servizio del monastero che s'impone la Regola Benedettina.
Con la crisi dell'ordine alla fine del 1300 il monastero corre il pericolo di un grave decadimento, perciò il Vescovo di Padova ne affida al potente ordine aristocratico degli Olivetani la cura, alla quale non è ininfluente la protezione dei Carraresi, signori di Padova.
E' questo un nuovo periodo di splendore e fervono lavori di abbellimento ed ingrandimento.
La vita monastica scorre serena fino al 1771 quando la Serenissima lo sopprime, trasferisce i monaci, e disperde le proprietà cedendole a privati del luogo.
Inizia la lenta e lunga agonia culminata con il quasi totale degrado del complesso.
Tra le visite illustri si ricorda quella del poeta inglese Percy B. Shelley, durante il classico 'Tour' in Italia di romantica memoria, avvenuta nel 1818.
Egli rimase affascinato assistendo da quassù all'alba e scrisse versi dedicati al paesaggio degli euganei descritti come "isole fiorite che donano conforto nel mare della vasta angoscia dell'animo umano".
Fortunatamente una recente opera di restauro e salvaguardia ha salvato i ruderi da sicuro oblio e devastazione totale.