Abano Terme, Torreglia, Montegrotto Terme, Galzignano Terme, Battaglia Terme Abano, la capitale dei Colli Euganei e dell'area termale euganea
Aponus, il Dio locale protettore delle acque calde, era venerato sin dai tempi degli Euganei, a partire dal X sec. a.C.
Ora Abano Terme e le cittadine termali che le fanno da corona sono il più importante comprensorio termale d'Italia.
Già dal I secolo d.C., come attestano ritrovamenti archeologici, sul colle Montirone esisteva un tempietto votivo dedicato al dio Aponus e un laboratorio che produceva il vasellame utilizzato per l'acqua curativa e statuine votive.
La frequentazione termale, e votiva, si protrae quasi sicuramente fino al V secolo d.C., fino cioè alle prime ondate barbariche e al declino delle pratiche romane.
Non vi sono notizie certe circa i bui anni delle invasioni barbariche, ma certamente Abano seguì le sorti della vicina Padova e di Monselice e subì devastazioni e abbandoni da parte della popolazione.
Le prime notizie certe risalgono al X secolo e testimoniano la lenta rinascita della cittadina con la costruzione di un prima chiesa dedicata a San Lorenzo, attuale duomo.
Dell'XI secolo l'insediamento dei monaci benedettini, del capitolo di Praglia, nel colle di San Daniele.
La cittadina dà i natali all'illustre medico e filosofo Pietro d'Abano, 1257-1315, condannato e riabilitato per eresia.
Delle sue gesta è testimone un affresco dell'enigmatica serie nel Palazzo della Ragione di Padova.
Nei contrasti tra signoria Carrarese, padovana, e Scaligera, veronese, anche Abano ne fa le spese sotto la furia di Cangrande della Scala nel 1314.
Dal 1405 anche Abano, come tutto il territorio padovano, passa alla Repubblica di Venezia.
Saranno quattrocento anni di sonnolenta 'Pax Venenezia', nei quali la vita cittadina scorre tranquilla.
Nel 1428 sorge il complesso monastico di Monteortone, a seguito all'apparizione della Vergine che annunciò la fine di una delle molte pestilenze.
Con la caduta di Venezia nel 1797 anche Abano e Montegrotto Terme caddero sotto il dominio francese, assoggettate allo straniero fino al 1866 anno in cui tutto il Veneto, causa il plebiscito, venne annesso al Regno d'Italia.
Da allora la fama e il prestigio delle due stazioni di cura termale sono cresciute ininterrottamente.
Abano e Montegrotto Terme sono oggi due delle più famose e attrezzate stazioni di cura termale d'Italia.
I due centri principali e i vicini Galzignano e Battaglia sorgono a pochi chilometri da Padova, nella pianura orientale antistante il Monte Ceva che fa parte dei Colli Euganei.
Le loro origini, benché non documentate da ritrovamenti archeologici, sono assai remote e si fanno risalire a molti secoli prima di Cristo quando la pianura era abitata dagli Euganei.
All'arrivo dei Veneti, nel IX-VIII sec. a.C., quei primi abitatori furono costretti a fuggire trovando riparo nelle aspre colline prospicienti.
Nel 49 a.C., seguendo le stesse sorti della vicina Padova, i due siti ottennero la cittadinanza romana e da allora diventarono zone molto famose e frequentate proprio per la presenza delle benefiche acque termali, già allora conosciute: "Aponus", il dio locale protettore delle acque calde, era venerato sin dai tempi degli Euganei, a partire dal X sec. a.C.
I secoli bui delle invasioni barbariche portarono ad un completo decadimento delle stazioni termali: le devastazioni e i saccheggi cominciarono a partire dal 452 con gli Unni, che costrinsero gli abitanti della zona ad abbandonare le due cittadine poi definitivamente rase al suolo all'arrivo dei Longobardi.
Bisognerà attendere addirittura l'avvento della dominazione veneziana perché i centri di cura vengano riattivati.
Neppure durante la signoria dei Carraresi, infatti, tra il 1318 e il 1405, si riuscì a ripristinare le terme.
Le ingenti opere di bonifica avviate dalla Serenissima iniziarono invece alla metà del Cinquecento con la costruzione di strade e canali e con la deviazione di fiumi.
Rientrò nel programma della Serenissima anche il restauro e il ripristino delle stazioni termali e i nobili padovani e veneziani ne approfittarono per costruire le loro lussuose ville nei dintorni, riportando nuovamente in voga la moda dei bagni termali.
A partire dal 1760 sono iniziati gli scavi archeologici nella cittadina di Montegrotto.
In quell'anno è stata scoperta una statua in marmo raffigurante l'imperatore Adriano nelle vesti della divinità.
Il reperto si trova oggi al Museo Archeologico di Venezia insieme a numerosi altri oggetti quali anfore, vasi fittili, anelli e statuine.
Da allora e per tutto l'ottocento si sono susseguiti numerosi ritrovamenti, fino al 1931 quando sono apparsi quattro preziosi pavimenti lavorati a mosaico appartenenti ad una grande abitazione romana, forse lo stabilimento termale, del I sec. d.C. Al sito archeologico di Montegrotto appartengono anche i resti del teatro romano e l'antico impianto termale che mostra un'interessante canalizzazione dell'acqua fatta affluire in enormi vasche.
Fino al 1924 era denominata Abano Bagni.
Dal VI secolo a.C. e in epoca romana fu rinomata stazione termale del vicino Municipium di Padova, le "Aquae Patavinorum", documentata dagli scavi archeologici nei pressi di Montegrotto, cantata nelle opere di Tito Livio, probabilmente nato da queste parti, e Plinio il Vecchio.
Con la fine dell'Impero le terme persero d'importanza e furono dimenticate.
Già dal cinquecento, con la villeggiatura di campagna della nobiltà veneziana, l'area, all'epoca ancora paludosa nonostante le bonifiche benedettine, fu nuovamente rivalutata anche nell'aspetto termale.
Di quel periodo la costruzione di numerose ville signorili, anche nei vari borghi sparsi dei dintorni, quale villa Bembo Scalfo Monzino, detta “la Bembiana”, villa Mocenigo Mainardi, villa Savioli e altre.
Con la caduta della Serenissima e con la dominazione austriaca e ancor più nel periodo della Belle Epoque, si diffuse la moda delle cure termali, soprattutto tra la borghesia ebrea padovana e la nobiltà austriaca e tedesca.
Consistenti investimenti finanziari portarono a condurre studi sulle proprietà terapeutiche delle acque e furono edificati numerosi stabilimenti termali.
Emblema è l'elegante Grand Hotel Orologio, proprio al centro dell'area termale cittadina.
Il nucleo originale risale al XVIII secolo, voluto dai nobili Orologio, dai quali deriva il nome.
E' stato ampliato nell'ottocento con l'aggiunta della facciata neoclassica dovuta a Giuseppe Jappelli, che nell'occasione sistemò il giardino storico che circonda l'albergo.
Durante la Grande Guerra vi soggiornò il generale Armando Diaz, con il Comando Supremo insediato nel vicino Hotel Trieste.
Il vero salto di qualità, in termini di presenze e cure, si ebbe dopo la seconda Guerra Mondiale con il boom economico, divenendo il distretto termale il più grande d'Italia.
La chiesa più antica della cittadina è il Duomo di San Lorenzo Diacono e Martire, risale all'XI secolo.
Distrutto più volte, fu riedificato nelle forme attuali sul finire del XVIII secolo dall'architetto Domenico Cerato e riconsacrato nel 1935.
Sono inoltre da ricordare i giardini pubblici del Kursaal, il Colle di Montirone con la Pinacoteca civica, il Parco Termale e il Museo Internazionale della Maschera “Amleto e Donato Sartori”.
Abano e la contigua Montegrotto ben si prestano a tranquille passeggiate turistiche, con numerose manifestazioni, locali di ritrovo, attrattive per lo shopping e mercatini.