lungo il Sentiero Atestino: Valsanzibio Orbieso Mottolone Arquà monte Piccolo
Il Sentiero Atestino, con partenza (e arrivo) consigliati ad Arquà Petrarca, è veramente un trekking molto interessante, probabilmente quello di più ampio respiro nei Colli Euganei.
Pur non presentando difficoltà di rilievo, è piuttosto lungo e si sviluppa per circa 22 chilometri con 1000 metri di dislivello.
Considerando che i sentieri euganei è preferibile percorrerli nei periodi invernali o in primavera, magari proprio per 'allenamento' ad escursioni più impegnative, è una buona idea suddividere il percorso del Sentiero Atestino in due o tre camminate distinte.
Questo ci permette anche di procedere con maggior tranquillità, di osservare (o fotografare, per gli appassionati) aspetti paesaggistici che in questa stagione possono essere suggestivi, di avere il tempo per visitare alcuni luoghi significativi imperdibili, quali la scenografica Valsanzibio, villa Beatrice d'Este al Gemola e, ovviamente, Arquà Petrarca.
Quest'anello con partenza da Valsanzibio (in questo caso preferibile ad Arquà), compie il periplo del caratteristico e imponenete monte Ventolone (cima non raggiungibile in quanto vi sono installazioni di antenne), ma soprattutto raggiunge i ruderi dell'antico Monastero dell'Orbieso, luogo ricco di storia.
In pratica svolgeremo tutta la prima parte del Sentiero Atestino, nel senso antiorario consigliato, con raccordo nell'ombelico centrale del piazzale del Mottolone.
Luogo panoramico spettacolare con determinate condizioni di luce, come le terse giornate invernali o le ventose giornate primaverili, luogo che offre anche tramonti davvero suggestivi.
Una 'variazione sul tema' rispetto all'altro anello escursionistico descritto nella scheda "
Sentiero Atestino: Valsanzibio, monte Piccolo, monte Ventolone, Mottolone, Calto Callegaro", che ha tratti in comune con questa passeggiata, ma svolto in senso orario in quel caso.
Vale la pena di percorrerli entrambi.
Il Sentiero Atestino è stato recentemente risistemato e ben segnalato dal Cai con una nuova tabellonistica, percorso in senso antiorario l'orientamento diviene abbastanza facile (pur nella sua complessità), anche se si nota la mancanza di qualche segnale in qualche punto.
Situazione ben migliore quindi della maggior parte degli altri sentieri Euganei e Berici, che sono molto-molto impegnativi per l'orientamento, vista la varietà e la mancanza di segnaletica, l'intersecarsi di una infinità di tracce, sentieri, tratturi, strade e stradine.
l'escursione lungo parte del Sentiero Atestino in dettaglio
Possiamo partire da uno dei
parcheggi di Valsanzibio, nei pressi della famosa villa Barbarigo-Ardemanni.
Il più comodo per l'escursione è al Cimitero oppure alla Chiesa di San Lorenzo, ma consiglio di
fare a piedi tutta via Barbarigo e via Sant'Eusebio, sicuramente uno degli scenari più affascinanti dei Colli Euganei, con i suoi numerosi edifici in grave decadenza.
Superata la
chiesa di San Lorenzo e il Cimitero, saliamo per ripido asfalto all'
incrocio di via Sant'Eusebio, dove sulla destra si dirama la sterrata in salita del famosissimo (per i praticanti della mountain bike)
Calto Callegaro.
Sulla sinistra la strada da dove ritorneremo.
Dopo pochi metri di salita, lasciamo il tratturo del Calto Callegaro e prendiamo il sentiero di destra (indicazioni Orbieso e Sentiero Atestino), alla "Casa del Prete".
Il sentiero sale abbastanza tranquillo fino ad una grande
Croce Votiva, poi, rimanendo sempre sul colmo della dorsale boscosa del colle, diviene via via più ripido.
Ad un bivio, caratteristico per una panchina, si dirama e si può scegliere il sentiero di sinistra, più lungo e meno ripido, o quello che sale ripidissimo sulla dorsale.
Vi sono dei tratti ripidissimi, incredibile che qualcuno possa anche solo pensare di scendere in mtb, eppure è una delle discese più ambite (e difficili ovviamente), perciò prestare un minimo di attenzione perché potrebbe apparire d'improvviso qualche biker.
Al termine della durissima rampa sbuchiamo sul colmo del colle dove troviamo i ruderi dell'importante (anche se uno dei tanti... da queste parti)
Monastero dell'Orbieso.
Lasciamo i miseri ruderi dell'Orbieso scendendo per la boscosa stradina principale, tralasciando vari sentieri e diramazioni di stradine (ad un bivio a destra), compresa la pista della Transeguanea.
Preferiamo raggiungere la
strada asfaltata del Roverello, dove troviamo un pannello didattico sulla storia dell'Eremo dell'Orbieso e sui sentieri degli Eremi.
Verso sinistra (verso Arquà) percorriamo in discesa la strada del Roverello per giungere all'articolato incrocio del Fasolo-Faedo, dove continuiamo a sinistra per la strada principale.
Qui lasciamo anche il percorso del Sentiero Atestino, che con un largo anello raggiunge il monte Fasolo, il monte Rusta, villa Beatrice d'Este per scendere sul fondo della valle e risalire (faticosamente) al Mottolone.
Più avanti, sempre verso Arquà, troviamo l'uscita del tratturo del
Calto Callegaro (pannello didattico), probabilmente con ciclisti che arrivano sbuffanti e sudati dopo la bella salita (percorso Transeuganea).
Continuiamo ancora tralasciando la salita (sinistra) verso il Ventolone per giungere al vasto
Pianoro del Mottolone.
E' un ampio parcheggio e un bellissimo balcone panoramico sui sottostanti "Vegri" (dorsali aride) e la cerchia di colli attorno ad Arquà Petrarca e Baone.
Inconfondibili nelle loro sagome, quali il monte Cero, il Gemola con l'evidente struttura di Villa Beatrice d'Este, il monte Rusta e il grande panettone del monte Venda.
Sullo sfondo la piatta pianura e l'esile profilo degli Appennini Romagnoli.
Veramente un posto fantastico nelle giornate limpide.
Recuperiamo nuovamente le indicazioni del Sentiero Atestino, che arriva dal sentiero 'staccionato' e proseguiamo lungo la strada asfaltata (
via Scalette) con tratti di forte discesa (sempre ciclisti sbuffanti).
Troviamo la diramazione (cartelli Cai) che scende per
via Marlunghe, che scendiamo fino ad una coltivazione di rosmarino, dove lasciamo la strada (cartelli) e scendiamo a sinistra per un sentiero che zigzaga poi su boscaglia rinselvatichita fino a sbucare sul fondo della valletta di
via Valleselle.
Risaliamo la via, che diviene asfaltata, passiamo proprio sotto alla
Casa del Petrarca per giungere alla piazzetta di
Arquà Petrarca, dove possiamo divagare tra gli edifici storici e il portico della
Loggia dei Vicari.
Riprendiamo a salire la strada principale (
via Fontanelle) che punta verso il monte Ventolone, poco dopo l'albergo Belvedere troviamo la diramazione di
via Monte Piccolo, dove inizia il Sentiero Atestino, come testimoniato dalle lapidi del Cai di Este.
Percorriamo la strada asfaltata fino a che diviene un tratturo sterrato, dove continuiamo il leggera salita aggirando il soprastante monte Piccolo.
Nella boscaglia, dopo le piantagioni di olivi e i vigneti, il sentiero diviene più ripido e troviamo un bivio.
Possiamo proseguire sulla destra, tratto originale del Sentiero Atestino, oppure salire la ripida rampa di sinistra.
In questo secondo caso seguiamo il sentiero che sale ripido direttamente fin quasi al colmo del
monte Piccolo, quindi svolta a tornante verso sinistra e compie una lunga traversata praticamente pianeggiante aggirando tutto il colmo del monte per sbucare nei pressi dell'
avvallamento tra il monte Piccolo e il Ventolone.
Pochi metri a sinistra (verso il Ventolone) e quindi verso destra (nord-est, prestare attenzione a non sbagliare) a scendere per un tratturo nel bosco.
Poche decine di metri di discesa e troviamo un bivio (da dove proviene il Sentiero Atestino originale) dove svoltiamo a sinistra (sempre attenzione a non sbagliare, non vi sono indicazioni in questi due bivi).
Ora un lungo tratto di sentiero boscoso "single track" (qualche mtb) che
aggira alto tutto il versante est e nord del monte Ventolone per trovare l'evidente pista della Transeuganea.
Se proseguiamo dopo poche centinaia di metri sbuchiamo nella strada asfaltata del Roverello (dove eravamo passati all'andata), svoltiamo invece
a destra a scendere per una ripidissima rampa verso il fondo della valletta (è una delle discese più difficili della Transeguanea).
Continuiamo sempre in discesa, tralasciando altre mulattiere, fino a giungere al fondo della valle dove troviamo alcune case.
Ora a sinistra per l'asfalto di
via Biasiole, che poi lasciamo per salire un tratturo sulla sinistra che facilmente ci conduce all'asfalto di via Sant'Eusebio.
Ancora pochi metri di salita verso sinistra e troviamo i'incrocio delle
case di Sant'Eusebio, dove inizia la mulattiera del Calto Callegaro e dove eravamo passati all'andata.
Ora discesa verso il Cimitero e la Chiesa di San Lorenzo, la lunga camminata volge al termine.
antico monastero sul monte Orbieso a Valsanzibio di Galzignano Terme (Colli Euganei)
Monastero del monte Orbieso
Rimangono alcuni ruderi, invasi oramai dalla vegetazione, di questo importante luogo monastico a 300 metri di quota.
Il monastero sull'Orbieso sorse attorno al 1230 come modesto romitorio, ingrandito dai Benedettini passò ai Camaldolesi.
Nel 1458 dipendeva dal monastero di San Michele di Murano, ma fu soppresso, come molti altri, nel 1770 con le riforme della Serenissima che miravano a raggruppare i monaci in grandi complessi monastici.
L'edificio, con il territorio a coltivo circostante, fu venduto a privati e divenne una grossa fattoria agricola, abbandonata nel corso del '900.
I terreni circostanti, come molti altri, non più minuziosamente coltivati sono rinselvatichiti.
Nel periodo di massimo splendore, attorno al XV secolo, il gruppo di fabbricati era molto ampio e complesso, chiuso da un grande muro di cinta.
Vi era una zona dedicata alla clausura, una piccola chiesa, la foresteria e vari locali con stalle e portici funzionali alla corte agricola.
Si trova lungo una delle principali mulattiere, un tempo Strada Fonda, che congiungeva i vari monasteri disseminati negli euganei, sentieri raggruppati nella Via degli Eremi, Ruderi e Castelli, itinerario tematico poco valorizzato.
All'inizio della salita si trovava un monastero dipendente dall'Abbazia di Praglia, che fu la primitiva Pieve della valle di Valsanzibio.
Sul monte a poca distanza vi era il monastero di Steogarda e, oltre il valico Roverello, l'importante monastero Olivetani al Venda e il Camaldolese al monte Rua, l'unico ancora attivo.