Venezia e i sei sestieri - monumenti, musei, palazzi, chiese, basiliche |
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Il ferro di prua delle gondole, detto 'fero da pròra' o 'dolfin', serve a bilanciare il peso del gondoliere. Sotto la lama principale ha una specie di pettine formato da sei denti (rebbi) che hanno il preciso significato di ricordare i 'sestieri' (= sei zone) con cui è suddivisa Venezia. Un dente si protende all'indietro (verso il centro della gondola) ed indica l'isola della Giudecca, separata dall'omonimo canale dalle altre isole di Venezia che formano un nucleo compatto. A volte tra i sei rebbi sono inseriti tre fregi che uniscono a due a due i rebbi, ad indicare i tre ponti sul Canal Grande: ponte degli Scalzi (Santa Lucia), ponte di Rialto e ponte dell'Accademia. Per la festa della Madonna della Salute viene approntato un ponte provvisorio sul Canal Grande, mentre un ponte di barche attraversa il canale della Giudecca in occasione della festa del Redentore. Infine il nuovo, contestato, ponte di Calatrava. |
Sestiere di San Marco |
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Sestiere Castello |
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Sestiere Cannaregio |
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Sestiere di San Polo |
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Sestiere Santa Croce |
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Sestiere Dorsoduro |
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isola della Giudecca e Isola di San Giorgio |
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le isole lagunari |
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chiese, musei e arte a Venezia |
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Le più importanti e prestigiose, con centinaia di soci facoltosi, risiedevano in pregevoli palazzi strutturati con saloni ben definiti, quali la Sala Capitolare (per le assemblee dei votanti) generalmente al piano nobile superiore con lo scalone generalmente a due rampe per salirvi, la sala dell'Albergo (inizialmente per ospitare i forestieri, poi generalmente adibita a sala riunioni della 'giunta' esecutiva), l'Oratorio, il salone per le grandi assemblee. Le scuole grandi sono state realizzate e/o restaurate o rimaneggiate dai più grandi architetti dell'epoca e spiccano per i ricchissimi ornamenti pittorici e scultorei, con opere dei più grandi artisti quali Veronese, Tiepolo, Tintoretto, Tiziano, Carpaccio e molti altri.
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breve storia della Basilica di San Marco e della città di Venezia |
La basilica di San Marco è, ancor oggi, il cuore pulsante di Venezia. Alla costruzione della basilica hanno concorso eventi eccezionali e gli eredi dei profughi di Altino e altre città della terraferma all'incalzare delle violenze di Attila, dei Longobardi, dei Franchi e di numerosi altri popoli che ambivano ad insediarsi nelle terre fertili già sottomesse a Roma. I rifugiati restarono fedeli a Costantinopoli, capitale dell'Impero romano d'Oriente, con Ravenna caposaldo nell'Adriatico. Di Ravenna, dopo la decadenza, ne ereditarono il ruolo di avamposto bizantino verso l'Europa. I venziani conoscevano bene le peculiarità lagunari, nell'810 bloccarono gli sbocchi in Adriatico di Aquileia conquistata dai Franchi, sconfissero re Pipino, figlio di Carlo Magno. Con uno stratagemma attirarono in acque basse la flotta e al calare della marea assaltarono le navi bloccate nei bassi fondali. Questa vittoria segnò l'inizio del ruolo politico internazionale della futura città di Venezia. Nell'827 il Sinodo di Mantova affida a Aquileia il primato religioso sul Golfo di Venezia, primato che si evolverà verso l'Europa centro/orientale. Venezia si troverà per un millennio a far da legante tra la chiesa romana e il patriarcato di Aquileia indirettamente rappresentante dell'imperatore austro-germanico. Alla caduta di Alessandria d'Egitto per mano dei Mussulmani, Rustico da Torcello e Tribuno da Malamocco, un rappresentante del popolo e uno del governo, sono incaricati di trafugare le spoglie di San Marco, che la tradizione indica quale primo evangelizzatore cristiano di Aquileia. Le spoglie di San Marco diverranno il simbolo della nuova città e la sua forza coagulante. Tra l'828 e l'832 la potente famiglia dei Partecipazio realizza la primitiva basilica di San Marco, sul terreno del Convento delle suore di San Zaccaria, tra il palazzo del Doge e la chiesa di San Teodoro, primo patrono di Venezia. Via via s'impone una politica di affrancamento da Costantinopoli-Bisanzio, da fedelissimi sudditi a fedelissimi alleati a città autonoma seppur formalmente non indipendente. Con Bisanzio vennero stipulati numerosi trattati commerciali, tra tutti il più importante fu la Bolla d'Oro del 991. La Pala d'oro della Basilica è un dono dei principi bizantini. Venezia divenne ponte tra l'Europa e l'oriente. Ricchi veneziani sposano principesse bizantine e si avventurano in viaggi di conquiste commerciali sempre più verso l'Estremo Oriente, come quello famosissimo di Marco Polo. Il processo di aggregazione della città sia fisicamente, con l'edificazione del nucleo abitato attorno all'ansa del Rivo Alto (Canal Grande) togliendo importanza alle isole di Torcello e Malamocco, sia politicamente con la nomina dei Dogi, non fu tuttavia indolore. Alcuni Dogi, sostenuti da ricchissime e potenti famiglie, tentarono più volte di trasformare l'autonomia repubblicana da Bisanzio in monarchia. Candiano IV fu pugnalato all'uscita dalla chiesa di San Marco nel 976, dopo aver appiccato il fuoco alla basilica. Il nuovo doge, Pietro Orseolo I, ricostruisce a sue spese la chiesa in tre anni e nel 978 fugge in un convento dei Pirenei, dove si fece monaco. E' la terza ricostruzione di San Marco, il nucleo centrale dell'attuale basilica, poi ampliata dal portico (attuale ingresso) verso la piazza fino a diventarne la facciata che vediamo. Nel frattempo vi furono due terremoti e più incendi che danneggiarono gravemente anche la basilica di San Marco che venne prontamente restaurata e arricchita da fregi gotici, nicchie, mosaici, statue come i famosissimi Cavalli del terrazzo principale. La piazza di fronte alla chiesa venne ampliata sul terreno al di là di un canale (il rio Batario) che venne interrato. Il Doge Sebastiano Ziani la completa con il lungo fabbricato delle procuratorie vecchie sul lato di tramontana. La forza politica di Venezia si conferma a livello internazionale con il "Pactum Venetum", la pace di Venezia del 1177, sancito tra papa Alessandro III e Federico Barbarossa nell'atrio della chiesa, dove il Papa attese e perdonò l'imperatore tedesco. Le Crociate in Terrasanta, le prime tre anche in modo ufficiale, vedono la città sempre coinvolta sia come base logistica che, soprattutto, come vettore di crociati (e pellegrini) che la raggiungono da ogni parte d'Europa. Nel 1204, con la quarta Crociata, s'impone come erede dell'ormai decadente impero bizantino. Venezia dirottò i crociati imbarcati sulle proprie navi su Bisanzio e la spedizione si concluse con il 'Sacco di Costantinopoli' e la città divenne protettorato veneziano. Ne reggerà le sorti fino al 1261, sotto gli assalti dei Turchi. In quegli anni, e solo per pochi voti, il Maggior Consiglio respinge una proposta di portare la capitale della Repubblica da Venezia a Costantinopoli. Nel 1205 il Doge Enrico Dandolo, condottiero della quarta Crociata, muore a Costantinopoli e sepolto nella chiesa di Santa Sofia. Con la 'Serrata' del Maggior Consiglio del 1297, Venezia diventa anche formalmente una repubblica aristocratica, dove i nobili hanno diritto di voto e rappresentanza. Nei primi decenni del 1400 Bernardo da Siena, visitando Venezia la definisce la città più santa e meglio organizzata nella sua struttura sociale. E' il momento dell'aggregazione dello Stato da Tera, quando le città della terraferma veneta, e successivamente friulana e lombarda, si 'donano' a Venezia stipulando patti e statuti da rinnovarsi annualmente, che rimarranno in vigore fino all'arrivo di Napoleone. L'oligarchica Veneta Serenisima Republica è uno stato forte, non solo politicamente e commercialmente, ma anche territorialmente, con uno Stato da Mar comprendente buona parte della costa e isole della Dalmazia e le isole dell'Egeo e del Mediterraneo orientale, e uno Stato da Tera, comprendente la ricchissima pianura veneto-friulana, la penisola d'Istria e la Lombardia 'Veneta'. L'unità e la forza politica si basano in un fortissimo patto 'federalista', che lascia amplissime autonomie alle comunità locali con propri Statuti e Regole. Lo stato centrale si occupa di politica internazionale e militare, di giustizia 'superiore', di grandi opere pubbliche sovralocali, gestite da potentissimi Magistrati (oggi si chiamano ministeri). Tra essi spicca il Magistrato alle Acque che realizzò opere immense, stupefacenti ancor oggi, come la deviazione di grandi fiumi (Po, Adige, Brenta, Sile, Piave) che furono portati a sfociare in mare fuori della laguna. Questo a scopi militari, per non far interrare la laguna e tenerla in un delicato equilibrio semi-paludoso. Ai primi del cinquecento la potenza e l'egemonia, anche a livello internazionale, fa scattare un processo di aggregazione antiveneziana tra stati europei e il Papato che si concretizza con la Lega di Cambrai con l'evidente scopo di ridimensionare la Serenissima. Dopo un paio di decenni di guerre e calate di truppe nei territori della terraferma, si assiste al trionfo della strategia militare veneta che concentra la difesa nei 'parafulmini' delle mura di Padova e Treviso (lontane dalla laguna), nella sentita lotta 'di liberazione' e 'per San Marco' da parte della popolazione contadina e, soprattutto, nella straordinaria politica diplomatica che converte alla causa veneta il Papato e la Spagna. In basilica gli ultimi atti della sua storia architettonica si concludono con la realizzazione della sacrestia, ricca dello stupendo soffitto del Perugino, ultimo mosaico della scuola tradizionale. Nel 1496 conclusi i lavori in Basilica inizia l'erezione della torre dell'orologio. Nel 1504 venne chiusa la porta sud della basilica, detta "da mar" riservata agli onori a condottieri e naviganti degni figli della Repubblica. Nel 1513 la ricostruzione del campanile di San Marco. Nel 1517 si riedificano le procuratorie vecchie e nel 1587 si concludono quelle nuove che, con le prime, abbracciano sul lato opposto della basilica la chiesa di San Geminiano del Sansovino. Nell'ottobre 1571 due mondi si trovano contrapposti: l'Europa cristiana e il mondo musulmano. Sarà l'ultimo grandissimo momento glorioso della vita militare di Venezia con la vittoria di Lepanto. Non è solamente una battaglia tra la "Lega Santa" del Papato, di Venezia, della Spagna di Filippo II, di Genova e dei Savoia contro i Turchi di Selim II, ma tra due fedi. Al veneziano Sebastiano Venier va attribuito il maggior merito di quella vittoria, determinante per l'assetto politico e religioso dell'Europa nei secoli futuri fino ad oggi. Ma fu Venezia che pagò il maggior scotto. Già dall'anno successivo, sconfitta dai Turchi, inizia la decadenza militare sul Mediterraneo orientale e sull'Adriatico. Venezia cede a Selim l'amatissima isola di Cipro e paga 300.000 ducati come indennità di guerra. Negli ultimi secoli la Serenissima s'impone come capitale mondiale dell'arte e della cultura. Non è, di certo, una città frolla e decadente o una Repubblica morta, come ostinatamente si vuol far credere a tutt'oggi. Sono i secoli dal Tiziano al Veronese al Tiepolo, dal Canaletto al Guardi, gli anni di Vivaldi e dei Marcello, di Aldo Manuzio e della sua stamperia. Quando il 12 maggio 1797 il Maggior Consiglio consegna a Napoleone la città, navigavano oltre 3.000 navi commerciali di armatori privati. Il doge Manin firmò saggiamente l'imposizione di resa, vista la strapotenza francese, per non sottoporre la città e tutto il territorio della Repubblica a sofferenze ben maggiori. Nonostante questo Napoleone non esitò ad accanirsi contro la Serenissima. Probabilmente quello di Napoleone fu il più grande saccheggio di opere d'arte della storia. Decine di migliaia di carri pieni di ogni sorta di beni di valore partirono da Venezia e da tutto il Veneto verso Parigi, per non fare più ritorno e per essere poi smenbrati verso i musei di tutto il mondo. Le navi veneziane giunte dai viaggi non trovano dove collocare la merce, i fallimenti si susseguivano: le imbarcazioni venivano bruciate nelle barene della laguna, la povertà dilagava. Venezia, città di mare e di naviganti, era ridotta senza lavoro e senza futuro. Con trattati di dubbia legalità il 'ricco' territorio veneto e il 'forziere' Venezia passano di mano a Francesi, Austriaci e Piemontesi, tutti famelici predatori allo scopo di risanare i propri bilanci statali dissanguati dalle guerre di conquista. Nel 1848 l'ultimo glorioso sprazzo di storia veneta: l'autogoverno provvisorio della Nuova Repubblica Veneta di Daniele Manin e Niccolò Tommaseo, che si contrapponeva agli Austriaci ed anche ai Francesi e alla nascente Italia Mazziniana-Garibaldina. Saranno gli anni della fame, della miseria, della pellagra, delle emigrazioni della seconda metà dell'ottocento, quando la storia di Venezia e del Veneto è ormai indigesta storia dell'Unità d'Italia (o 'fusione' come affermavano i Savoia). Seguiranno gli anni della grande guerra, combattuta sempre sui territori della millenaria repubblica. Ed infine il dopoguerra, con il sistematico denigrare, smantellare, oscurare, obliare la storia e la cultura Veneta. |
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informazioni e numeri utili in città a Venezia
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bibliografia città di Venezia e laguna veneta | ||
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titolo | autore | edizione |
I misteri di Venezia | Alberto Toso Fei | 2022 - Editoriale Programma |
Alla scoperta di Paolo Veronese nelle Chiese veneziane | F.Boaga, G.Pengo | 2019 - Editorale Programma |
La riviera del Brenta. Guida in barca e in bici | P.Casetta | 2018 - Tracciati |
Storia di Venezia | P.Scandaletti | 2013 - Biblioteca Immagine |
Enciclopedia Storica di Venezia | G. Di Stefano | 2011 - Supernova Editore |
Venezia in guerra - Quattordici secoli di storia, politica e battaglie | Federico Moro www.federicomoro.it | 2011 - Studio LT2 |
Jacopo Tintoretto e la Scuola Grande di San Rocco | F.Valcanover | 2010 - Storti Edizioni Venezia |
I segreti del Canal Grande. Misteri, aneddoti, curiosità sulla più bella strada del mondo | A. Toso Fei | 2010 - Studio LT2 |
Scuole a Venezia - Storia e Attualità | autori vari | 2008 - Scuole Venezia |
Venezia e la terraferma | I.Cacciavillani | 2008 - Panda Edizioni |
L'olimpo sul soffitto - I due Tiepolo tra Venezia e l'Europa | Alvise Zorzi | 2006 - Mondadori |
UnaVitaPerVenezia | Fulvio Roiter | 2006 - SiZ Editore |
La Scuola Grande di San Giovanni Evangelista | C.Vazzoler | 2005 - Marsilio |
Arte & Architettura - Venezia | Kaminski | 2005 - Konemann Editore |
Venezia - Gallerie dell'Accademia | Lucia Impelluso | 2005 - Mondadori Electa |
Marco Polo | Alvise Zorzi | 2002 - Fabbri Editori |
Torcello. Storia di una città scomparsa | E. Crouzet-Pavan | 2001 |
San Marco per sempre | Alvise Zorzi | 1998 - Oscar Mondadori Storia |
Testimonianze archeologiche nella laguna di Venezia | E.Canal | 1998 |
Giambattista Tiepolo 1696-1996 | Autori Vari | 1996 - Skira |
Venezia XIV-XVI secolo: la repubblica aristocratica | P.Morachiello, G.Scarabello | 1994 - Fenice 2000 Milano |
Venezia e il suo estuario - Guida storico-artistica | G.Lorenzetti | 1994 - Lint Editoriale |
I Tiepolo e il Settecento Vicentino | Autori Vari | 1990 - Electa |
A Venezia nel '500 - il secolo di Tiziano | Alvise Zorzi | 1990 - Bur Fabbri Rizzoli |
I dogi. Storia e segreti | Claudio Rendina | 1984 - Newton Storia |
Una città, una repubblica, un impero. Venezia 697-1797 | Alvise Zorzi | 1980 - Mondadori |
Venezia, le origini: fondamenti, ipotesi, metodi | W.Dorigo | 1983 |
La grande guida dei Monumenti di Venezia | M.Brusegan | Newton Compton |
Palazzi e Chiese lungo il Canal Grande a Venezia | U.Franzoi | Storti Edizioni Venezia |
Lo splendore di Venezia | autori vari | Storti Edizioni Venezia |
Storia della Chiesa di Venezia - 10 vol. | autori vari | |
Le origini di Venezia | A.Carile, G.Fedalto |
altre risorse, video, films e documenti nel web riguardanti Venezia | ||
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