Colli e boschi a sud di Asiago: la Barenthal e la Strada delle Malghe di Caltrano
Altopiano Asiago Sette Comuni con la mountain bike
Nel cuore verde dell'altipiano.
Uno spettacolare itinerario tra i fitti boschi dei contrafforti a sud-ovest di Asiago e la strada panoramica sulla sconfinata pianura vicentina.
Si tratta di un ampio anello, di circa 35 chilometri e 550 metri di dislivello complessivamente, adatto anche ai neofiti della mountain bike, senza particolari difficoltà tecniche, solo qualche rampa e qualche breve tratto di sterrato sconnesso, ma senza vere e proprie salite impegnative.
Permette una prima scoperta dell'interessante e boscosissimo settore sud dell'altopiano di Asiago con l'emozionante balcone sulla pianura.
E' un assaggio dei vari ambienti e dei vari percorsi in mountain bike frequentabili sugli altipiani, molto indicato come prima uscita per chi esplora per la prima volta l'altopiano con la bicicletta.
Comunque una escursione interessante, molto molto varia con tratti di pedalata perfino entusiasmanti, freschissima anche nel pieno dell'estate in quanto il bosco la fa sempre da padrone.
Bisogna dire che nel pieno dell'estate e con il gran caldo l'area Barenthal e Monte Corno sono molto frequentate da turisti per il pic-nic data la vicinanza con l'alta pianura vicentina.
E' un percorso molto affascinante nel tardo autunno, quando si potranno godere silenzi e solitudini tipiche di questi boschi.
L'orientamento non è facilissimo per chi si avvicina per la prima volta a questi luoghi, per il fatto che è un labirinto di stradine, si raccomanda di leggere attentamente il dettaglio del percorso.
Male che vada si esce senza rimpianti da qualche parte, basta solo non prendere le strade che scendono con decisione verso la pianura...
il percorso principale, in dettaglio
Partiamo dal
centro di Asiago (m.1.000) e dirigiamo per la provinciale verso Bassano del Grappa.
Tra le ultime case del paese giungiamo all'incrocio per il Pennar, da dove eventualmente possiamo percorrere la prima variante (1), iniziamo la dolce salita seguendo la provinciale (strada della Fratellanza), superando l'Ospedale Civile e il Prunno per giungere ad un incrocio sulla destra (eventuale variante 2) con varie indicazioni per Monte Corno e Granezza.
Lasciamo la provinciale e seguiamo la strada per Monte Corno, che poco dopo arriva al
bivio Lucca o Luca, dove andiamo verso destra.
La strada, sempre fresca e ombreggiata in mezzo al bosco, percorre il fondo della Barenthal (toponimo Cimbro = valle dell'Orso), alternando tratti di asfalto a buon sterrato.
Giungiamo al ben tenuto
Cimitero Militare Inglese di Barenthal (Barenthal British Cemetery), dopo una breve sosta proseguiamo per giungere ad un evidente bivio con una casettina sulla sinistra.
E' il 'rifugio'
Pria dell'Acqua.
Da ricordare che lungo questo genere di stradine troveremo numerosi di questi ricoveri forestali denominati rifugio e indicati anche nelle carte escursionistiche, in realtà sono modesti monolocali (con cisterna d'acqua piovana) un tempo, anche nel settecento e ottocento, utilizzati dai boscaioli in caso di necessità.
Svoltiamo a sinistra, strada asfaltata (da destra scenderemo al ritorno), e iniziamo la salita ora più decisa, comunque un po' discontinua che concede tratti di respiro.
Sbuchiamo ad una bellissima radura con sulla sinistra il gruppo di edifici di Malga Pecca, ora Colonia diocesana e Casa esercizi spirituali.
Ancora qualche rampa, più pedalabile delle prime, e giungiamo alla vasta
conca di Granezza, con un monumento al Partigiano, un grande Rifugio/Bar/Ristorante e una malga Agriturismo poco oltre.
Proseguendo quasi in piano in breve giungiamo alla
bocchetta Granezza o Monte Corno (m.1.270), bar, ristorante e rifugio, centro sci fondo in inverno.
Il colpo d'occhio è davvero sensazionale, dopo tanto bosco ed aria fresca d'un colpo ci affacciamo ad ammirare l'immensa pianura vicentina da una altezza di 1.300 metri.
Nelle giornate terse possiamo osservare la laguna Veneta, i colli Euganei, Vicenza e i monti Berici, la conca di Thiene, il monte Summano, le colline di Marostica e Bassano, i fiumi Brenta e Astico e, perfino, l'Appennino bolognese in condizioni di visibilità speciale.
Ora percorreremo la
Strada delle Malghe di Caltrano.
Prendiamo la strada asfaltata sulla destra, rispetto all'arrivo a bocchetta Monte Corno, quella più verso la pianura, non quella che sale decisa e poi sterrata (variante 3).
La pedalata entusiasmante, in leggerissima discesa, attornia sul versante sud il colle e passa accanto ad una osteria con spettacolare pulpito panoramico, sotto di noi malghe (malga Mazze) e mucche al pascolo.
Giungiamo ad un bivio, prestare attenzione, dobbiamo prendere la strada di destra, indicazioni malghe Serona, Fondi, Foraoro e Sunio, la strada di sinistra invece scende decisa verso Lugo ed è molto ambita dai ciclisti stradisti.
Ora percorriamo un lungo tratto in piano, quasi tutto asfaltato, le vedute su malghe, mucche e paesaggio grandioso sono sempre notevoli.
Tralasciamo i vari bivi con stradine che raggiungono le malghe, anche quello per malga Fondi (eventuale variante 4), e continuiamo sempre sulla strada pianeggiante panoramica fino a giungere a
bocchetta Sunio (m.1.370) dove troviamo alcune panchine e una vasca-abbeveratoio.
Ora affrontiamo una bella discesa su strada sterrata per giungere all'ampia radura di malga Carriola e bocchetta Paù.
Una breve digressione verso sinistra, leggera salita, e raggiungiamo il monumento di
bocchetta Paù (m.1.290).
Il panorama è spettacolare sull'imbocco della Valdastico, su tutto il Costo, il dirimpettaio
monte Summano, sul Novegno, sul
monte Cengio.
Il luogo merita una sosta meditativa.
Ritornati alla stradina principale proseguiamo aggirando, strada pianeggiante di buon sterrato, tutta la grande conca di malga Carriola fino a giungere al bivio per Magnaboschi (Cesuna), dove saliamo i ripidi tornantini di asfalto e in breve giungiamo al
Bar Alpino Pozza del Favaro (m.1.270).
Da qui, oltre al percorso principale, abbiamo anche altre alternative per tornare ad Asiago (vedi varianti 5).
Scendiamo per la strada alla sinistra del Capitello.
E' una discesa a tratti molto ripida e a tratti con il fondo sterrato abbastanza sconnesso, i principianti avranno qualche minima difficoltà ma basta procedere con prudenza.
Superata con entusiasmo la difficoltà, allietata anche dal bellissimo bosco, giungiamo al grande incrocio di cinque strade al
ricovero Rifugio Boscon (m.1.103)(vedi anche varianti 5), il nome evidentemente è tutto un programma, il bosco è infatti bellissimo.
Prendiamo la stradina di destra, quella accanto al rifugetto.
La strada inizia gradualmente a salire e via via la salita diventa più impegnativa, con il fondo sterrato a tratti sconnesso.
A mitigare la fatica l'aria freschissima del fittissimo bosco.
Sulla sinistra si dirama una stradina in discesa per Kaberlaba (variante 6), ma noi proseguiamo diritti.
Ancora un breve tratto di salita e scolliniamo a
Langabisa (m.1.245)(in Cimbro = prato lungo) per riguadagnare la Barenthal.
Ci aspetta una lunga, ma facile, discesa su sterrato.
Teniamo sempre la stradina principale in discesa sulla Barenthal, tralasciando alcuni bivi e passando ad un altro ricovero, fino a giungere alla Pria dell'Acqua (m.1.150), dove eravamo passati all'andata.
Ora scendiamo verso il Cimitero Inglese e continuiamo ancora per un chilometro dove sulla sinistra (attenzione poco evidente) si dirama una stradina sterrata, con cartelli indicatori del percorso di nordic walking, che dirige verso il Lazzaretto.
La sterrata all'inizio sembra salire con decisione, invece si rivela una rampetta da poco e in breve siamo ad una piccola radura dove proseguiamo a sinistra in discesa e arriviamo alla
Chiesetta di San Sisto.
Tutta l'area era destinata a
Lazzaretto durante le pestilenze del 1500 e 1600.
Dopo la breve sosta continuiamo la discesa con più decisione, tralasciamo una stradina verso sinistra e continuiamo la discesa decisa, ma non difficile, verso destra per sbucare ad un altro bivio dove la vista si apre spettacolare sulla conca di Asiago.
Scendiamo la rampa verso destra e attraversiamo lo
Scoglio delle Ave e la località Le Ave.
Siamo già alla periferia di Asiago che raggiungiamo per strade urbane.
varianti e digressioni
- dal Capitello all'incrocio Pennar al Prunno attraverso contrada Clama
Dal Capitello prendiamo la stradina che corre parallela alla provinciale e attraversa le case di Clama. Poco dopo una bella rampa, poi verso destra, bellissimo, raggiungiamo la radura del Prunno da dove risaliamo sulla provinciale.
- dalla rotonda del Turcio per la valle di Granezza e Monte Corno
E' indubbiamente la variante più interessante, magari da riservare per un'altra uscita.
Anziché prendere la Barenthal, proseguiamo per la provinciale fino a scollinare al Turcio (rotonda stradale), poco oltre, dove inizia la discesa verso Bassano, sulla destra prendiamo una stradina sterrata (generalmente sbarra e deposito tronchi di abete).
Ora percorriamo tutta la valle Granezza di Gallio (da non confondere con l'altra Granezza).
La salita è bellissima e fresca, alcuni tratti sono abbastanza ripidi e sconnessi, attraversiamo una ampia radura, poi la salita si fa più ripida e a tornanti per giungere a malga Monte Corno, nei pressi del grande Monumento.
Scendiamo la stradina principale per arrivare al rifugio Monte Corno.
- da Monte Corno a Pozza del Favero per la dorsale di Cima Fonti
Si tratta di una variante più impegnativa, con rampe ripide e sterrato difficoltoso che sale sulla dorsale di Cima Fonti.
- dal bivio di malga Fondi per malga Fondi e Pozza del Favero
E' praticamente una scorciatoia (decisamente meno interessante) per evitare bocchetta Paù.
Dalla strada panoramica saliamo a malga Fondi, la strada parzialmente asfaltata sale ancora per scollinare la dorsale e con qualche altro saliscendi arriva alla Pozza del Favero.
- Dal Bar Alpino Pozza del Favaro, il rientro ad Asiago può essere effettuato anche collegandosi alla 'Strada del vecchio trenino'.
Abbiamo tre alternative per raggiungere la ciclabile.
- dal Bar Alpino ridiscendere i tornantini asfaltati fatti in salita e (destra in discesa) prendere la stradina che scavalca il colmo di Magnaboschi e poi scende a lunghi tornanti, per buona parte strada sterrata, a Cesuna, dove s'interseca la pista ciclabile
- dal Bar Alpino scendere per la stradina di sinistra, accanto al Capitello, fino al bivio Rifugio Boscon, stradina in ripida discesa con tratti molto sconnessi, da qui si prende la seconda stradina di sinistra (non la prima che sale al monte Lemerle) che tutta pianeggiante, sterrato molto buono, arriva a Cesuna
- come al precendete fino al Boscon, poi prendere la terza stradina da sinistra, indicazioni Cimitero Inglese, che scende passando accanto al cimitero, sterrato abbastanza buono, per intersecare la ciclabile del Trenino tra Cesuna e Canove
- dal colmo di Langabisa a Kaberlaba e Asiago
E' un'altra scorciatoia (anche questa meno interessante) per evitare la discesa della Barenthal e scendere direttamente ad Asiago.
vedi anche gli itinerari
approfondimenti