passeggiata di primavera in Val Liona e sul monte Lupia ai Casotti di San Germano dei Berici
Grazie alla bella giornata di sole primaverile regalatoci tra tanti giorni invernali e di pioggia, anche quest'anno abbiamo effettuato una bella passeggiata 'di primavera' l'otto aprile 2018.
Presenti una sessantina di fedelissimi delle passeggiate di primavera di TuttoBerici e MagicoVeneto.
Muovendo da Pederiva di Grancona abbiamo visitato il mulino Tessari.
Non era la prima volta a questo bel mulino ad acqua, ma la visita è sempre interessante ed emozionante.
Affascinante vedere la ruota che muove con sordi rumori quando viene incanalata l'acqua, inebriante il girare della macina con la farina che esce pian piano, suggestivo l'ambiente originale del 1400 con tutta la sua polvere di storia e tanti oggetti di una volta, 'dimenticati' alla rifusa.
Lasciato il mulino siamo saliti al monte Faeo-Lupia, una modesta altura dai fianchi ripidi e boscati.
Non vi è una vera e propria cima, ma un ondulato altopiano carsico con numerose grandi doline, un tempo tutto coltivato ed ora generalmente a vigneti e piantagioni di olivi, qualche vasto prato e soprattutto tanta boscaglia.
La cosa più interessante e particolare di questo angolo dei berici sono i cosidetti "Casotti di San Germano dei Berici".
Si tratta di piccole costruzioni di grosse pietre a secco, ai margini dei poderi e spesso addossate ai muri a secco, formate da un unico piccolo vano senza fori di finestre e con un basso ingresso.
Sono considerati un enigma.
Un tempo erano diffusi in tutti i Berici, ora si trovano solamente in questo monticello.
Osservandoli bene si capisce che hanno affinità con i trulli pugliesi e, soprattutto, con costruzioni accessorie ai nuraghi sardi.
Da qui partono ipotesi che spaziano da manufatti recenti, diciamo dell'ottocento, a costruzioni medioevali, come i Trulli, visti anche toponimi e riferimenti ad eremiti e personaggi provenienti dal meridione italiano, ad antichissimi contatti con la civiltà nuragica.
Ed anche preistorici vista la tipologia a capanna o igloo.
Di certo recuperati e restaurati molte volte nel corso dei secoli, particolari per il fatto che il colmo (tetto a pseudocupola) era, ed in parte lo è ancora, ricoperto di terra e vegetazione, specie con fiori di iris.
Rispetto alla loro "destinazione d'uso" il mistero s'infittisce ancor più con numerose ipotesi, probabilmente più d'una convergente.
Potrebbero essere dei semplici ammassi di sassi, raccolti per pulire i campi e accatastati per offrire un piccolo riparo ombroso.
Quindi anche ripari temporanei dalle intemperie durante i lavori agricoli ed anche deposito attrezzi.
Tuttavia le abitazioni rurali non sono molto lontane e ha poco senso intrattenersi in caso di maltempo e ancor meno come riparo invernale.
Più plausibile l'uso come riparo dal sole cocente o dal vento per i pastori che accudivano le greggi di pecore, ma questo contrasta con le attività agricole di certo molto fiorenti nell'ottocento.
Non giustificabili come abitazioni preistoriche in quanto troppo piccoli, e per di più nei Berici vi sono moltissimi "covoli" (grotte) abitati perfino dall'uomo di Neandertal e perfino a fino a cinquant'anni fa.
Interessante e non disprezzabile l'abbinamento con il toponimo Lupia, il monte dove si trovano, e che suggerisce fantasiose ipotesi di "trappoloni" per i lupi che infestavano le campagne per tutti i millenni storici.
Dopo aver visitato alcuni caratteristici "casotti" e ammirato stupendi paesaggi sulla val Liona, siamo scesi nuovamente verso Pederiva per fermarci a visitare il mulino quattrocentesco e il laboratorio "Officinalis".
Quanto agli aspetti tecnici della passeggiata, non vi sono difficoltà particolari, solo un po' di fatica nel risalire il sentiero verso il monte Faeo, il resto sono piacevoli saliscendi.
La cosa più complicata è l'orientamento che, come per tutte le escursioni nei colli Berici e negli Euganei, è davvero molto-molto complesso, molto più delle escursioni nelle Prealpi o in Dolomiti.
Si rischia di perdersi tra i numerosi sentieri, i recinti di poderi, stradine, tracce spesso inboscate.
Nulla di pericoloso o irrisolvibile, tutte le vallette sono abitate e attraversate da strade, ma si rischia di perdere la meta dell'escursione e ritrovarsi un po' lontani da dove si รจ partiti.
Mai come in questi luoghi è consigliabile avere un gps per l'escursionismo e seguire tracce affidabili (come quelle scaricabili qui sotto).
L'escursione che abbiamo effettuato ha un percorso leggermente diverso dal "Sentiero dei Casotti", con partenza-arrivo a San Germano dei Berici. (Sentiero n.53)
la passeggiata in dettaglio
Partiamo dall'incrocio principale di Pederiva e dirigiamo verso i campi sportivi (nei pressi alcuni parcheggi).
Saliamo sull'argine del torrente Liona e (verso destra) scendiamo verso valle, attraversiamo il ponticello pedonale e proseguiamo fino a raggiungere il mulino Tessari.
Se è aperto, o si rintraccia il proprietario nei dintorni, è davvero una esperienza molto gratificante visitare l'opificio.
Un grazie davvero sentito al gentile e sempre disponibilissimo proprietario.
Dopo il mulino proseguiamo per la stradina fino al primo incrocio dove prendiamo a sinistra a salire via Pianezze, all'inizio asfaltata.
Dall'ultima casa in alto si dirama un sentiero che sale con moderata e costante pendenza in mezzo alla boscaglia aggirando verso nord tutta la scarpata del monte Faeo.
Usciamo nei pressi di un gruppo di case (fontana Casalini)(case Valli), con una decisa svolta a destra saliamo un ripido sentiero sulla dorsale collinare.
Giungiamo così ad una ampia dolina, che attraversiamo per visitare un primo casotto in basso sotto un vigneto.
Ritornati alla dolina saliamo fin quasi al colmo del monte Faeo (m.280 max altezza dell'escursione), dove si trova un altro bel casotto.
Proseguiamo per il tratturo lungo la dorsale del monte, il panorama si apre spettacolare su Grancona e la val Liona, poco sotto in mezzo ai vigneti un altro bel casotto più grande.
Seguiamo tratturi e tracce di sentiero restando sempre sulla panoramica dorsale, raggiungiamo una stradina sterrata nei pressi delle case Beggioni (dove si trova anche il capitello di Sant'Antonio), un po' sotto (breve deviazione) si può raggiungere un bel Capitello con Madonnina.
La Madoneta del monte Lupia (del 1936).
Proseguiamo ancora per la stradina e per sentieri fino a raggiungere la Croce dove si trova il decollo per parapendii.
La vista è molto spettacolare sulla val Liona.
Seguiamo la stradina in leggera discesa, un incrocio e poi un'altra stradina, sempre sterrata, per le case Strenghe.
Quindi raggiungiamo la strada asfaltata che sale da San Germano dei Berici verso il Pozzolo.
Attraversata la strada prendiamo il sentiero (segnaletica Cai) che scende verso lo scaranto Curii (scaranto = sasso, scoglio - più in generale si tratta di una profonda valletta rocciosa che incide i fianchi collinari, spesso umida e percorsa da un torrentello), dove sul fondo troviamo una sorgente (Marcolin).
Ancora un un po' di discesa quindi risaliamo il bosco per una mulattiera per sbucare a dei vigneti dove troviamo un altro piccolo casotto.
Verso destra per il tratturo, raggiungiamo una casa abbandonata e per sentieri (un po' di difficoltà di orientamento) raggiungiamo il grande e bello casotto "Graziotto" con il colmo invaso da fiori di Iris.
Proseguiamo per la stradina, passati a fianco di una casa isolata ancora lieve salitella ed infine, stradina sterrata, raggiungiamo l'asfalto e le case Ghenzo, sulla strada SanGermano-Pozzolo.
Per l'asfalto, verso nord, senza scendere verso Pozzolo, in breve al bivio di case Brustolà, dove lasciamo l'asfalto e proseguiamo per la sterrata fino alle case Brustolà.
A fianco della stradina si dirama un sentiero nel bosco che scende attraversando tutto il versante nord-est del Faeo per sbucare ad una radura poco lontano da alcune case (case Casalini), poco alti sulla valletta di Calto.
In breve siamo al fondo della valle di Calto, sulla sinistra un sentiero gira ai piedi del Faeo per raggiungere lo stabilimento Officinalis (erboristeria e mangimi biologici per animali).
Proseguendo sul sentiero dell'argine della Liona siamo nuovamente agli impianti sportivi di Pederiva.