ciclismo, cicloturismo e mountain bike nei Monti Berici
Monti Berici, monti e non colli nonostante la modesta altezza che arriva a malapena ai 400 metri, è un massiccio calcareo secondario rispetto alla catena prealpina e, in miniatura, ne rispecchia molte caratteristiche.
Tuttavia se ne discosta con caratteristiche proprie molto particolari, questo per la bassa quota e l'isolamento, quasi un'isola tra i depositi alluvionali della grande pianura padana.
Paesaggisticamente i Berici si presentano con numerosi ambienti:
la dorsale Lòngara-Sossano (area sud-est), con la boscaglia molto fitta e molto rigogliosa, con versanti abbastanza ripidi, in particolare verso Lumignano (Longare) dove viene a giorno una ampia scogliera dolomitica con pareti verticali
la dorsale Monte Berico-San Gottardo (area nord-ovest), piuttosto articolata. E' un territorio a ridosso della città ed è molto antropizzato
l'altipiano carsico tra Grancona e Orgiano, probabilmente l'area meno conosciuta del massiccio, poco abitata, a vocazione agricola e con caratteristiche ancora molto integre
le valli paludose di Liona e di Fimon, con il noto lago di Fimon quale ultimo residuo delle grandi alluvioni dell'ultima glaciazione, ma anche profondamente modificate dal lavoro di millenni di insediamenti umani
il piede tutt'attorno alla scarpata del massiccio, fortemente antropizzato, tuttavia sempre molto interessante sia perché mondo di contatto con la cultura della campagna di pianura e sia, vista la bellezza dei luoghi, prezioso scrigno di opere d'arte e ville maestose. Si pensi solamente alla 'Riviera Berica' che inzia con 'la Rotonda' del Palladio per presentare una infilata incredibile di edifici da Longare a Barbarano. Ma pure si pensi all'area di Brendola o di Lonigo.
Il tozzo e basso massiccio è quasi completamente diviso da due profonde valli che penetrano profondamente verso il centro della struttura: la Val Liona e la Valle di Fimon. L'unione è assicurata dalla dorsale tra San Giovanni in Monte e San Gottardo.
In bicicletta i Berici sono un vero paradiso frequentabile in tutte le stagioni, pieno inverno compreso.
Punto di riferimento è, ovviamente, la città di Vicenza, dove la protuberanza di Monte Berico penetra fin nel centro della città.
La 'salita' al sacro monte, la sosta al piazzale panoramico con vista su tutta la catena prealpina veneta e la successiva continuazione sulla dorsale, almeno fino a Fimon, fa parte del repertorio di tutti i ciclisti veneti.
Molto divertenti, appaganti e poco faticosi gli itinerari sulle dorsali, mentre l'aggressione diretta dei versanti relativamente più scoscesi, ma pur sempre percorsi da numerose stradine sia sterrate che asfaltate, offre salite relativamente impegnative e dalle notevoli pendenze.
Sia chiaro, si tratta pur sempre di salitelle brevi e nemmeno lontanamente paragonabili a quelle prealpine o dolomitiche, ma il divertimento e la soddisfazione sono assicurati.
Discorso a sé è l'altopiano carsico a sud di Grancona, è relativamente poco conosciuto, meglio snobbato, perfino dai ciclisti locali eppure merita davvero.
Lo si deve affrontare con a disposizione una cartina stradale dettagliata in quanto percorso da un reticolo di stradelle in cui è facile smarrire il senso della direzione.
Infine, di certo non da ultimi anzi come inizio, gli anelli nei fondovalle di Fimon e di Val Liona, a stretto contatto con le belle campagne dal terreno torboso.
Anelli sicuramente 'turistici' dal punto di vista tecnico, adatti anche per il più pigro e meno allenato dei pedalatori, ma davvero affascinanti paesaggisticamente.
Monti Berici: un labirinto di stradine per tutte le stagioni ciclistiche.
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Storie, miti e leggende di tramvie e ferrotramvie tra l'alto e il basso vicentino