escursione passo Giau, Mondeval, Lastoi de Formin
Il luogo delle meraviglie delle Dolomiti
Tra i magri pascoli del Mondeval, luogo frequentato fin dalla preistoria, nella riserva naturale regionale del Pelmo-Mondeval.
Luogo bellissimo, affascinante, a cavallo tra la val Fiorentina e la valle del Boite, al cospetto dell'imponente Pelmo.
In quest'area, dai pressi di forcella Giau, si estende la Riserva Naturale Integrale del Pelmo-Mondeval-Giau.
L'area è un biotopo della Regione del Veneto con l'intento di proteggere un ambiente dalle straordinarie valenze ambientali e naturalistiche della grande prateria di quota con estese torbiere che contrasta con le glabre cime dei Lastoi di Formin.
E' stato il 'regno' di Vittorino Cazzetta di Selva di Cadore, lo 'scopritore' delle Orme di dinosauro al Pelmetto e della sepoltura dell'Uomo di Mondeval.
Lastoi è il termine Ladino, italianizzato in Lastoni (di Formin) ed anche storpiato in Lastroni.
Comunque sia rende davvero bene la forma e le dimensioni di questo grandioso castello roccioso.
Per chi non ha mai scarpinato un minimo seriamente tra le Dolomiti quest'itinerario potrebbe essere un primo compito da svolgere.
Non solo si guadagna una importante cima, escursionisticamente facile, relativamente poco frequentata e di certo non alla moda, ma si resterà sicuramente travolti dalla magia delle Dolomiti, tra scorci paesaggistici tra i più strordinari nel mondo intero, aspetti naturalistici di flora e fauna, tracce dell'uomo preistorico e dell'uomo moderno.
Naturalmente, all'occhio attento, non sfugge l'interesse per gli aspetti geologici e non solo per le particolari forme delle strutture di dolomia e i grandiosi macereti di enormi massi,
siamo nel cuore delle Dolomiti tutto ha un profilo inconfondibile, ma per dettagli complessi e strani quali l'inspiegabile e indecifrabile monte Cernera, per tutti quei massi strani che troveremo nel vallone nord del Cernera che attraverseremo,
per i neri pendii prativi del Mondeval (e dei non lontani monte Pore e Col di Lana), per quella fascia di rocce dalle forme monumentali sul sassoso pendio del Formin e, ovviamente, le differenze tra la dolomia di scogliera e la dolomia 'principale' stratificata.
Sostanzialmente un Rosario di emozioni, fascino, bellezza pura, gioia, commozione, scoperte interessanti, da non riuscire nemmeno a quantificarle, descriverle compiutamente, registrarle tutte nella nostra mente, ma che ci lasceranno quel... mal di Dolomiti, inestirpabile ragione di vita per tanti appassionati.
in dettaglio
Dal passo Giau (m.2240) seguiamo il sentiero Cai n.436 dell'altavia n.1 delle Dolomiti che parte accanto alla caratteristica Cappellina del passo.
Percorriamo facilmente il sentiero su pendii erbosi per giungere con poco sforzo il valico di Col Piombin (m.2240), tra la poco significativa cima del Piombin stesso e l'articolato monte Cernera.
Lo sguardo è già sensazionale.
Inquadrate tra le balze dei due monti su di un versante ammiriamo maestosa e lontana la Marmolada, sull'altro l'imponente e arcigna parete dei Lastoi.
Scendiamo nello scuro e freddo vallone nord del Cernera, con qualche passo tra roccette non difficili, oltre la depressione ci aspettano i 200 metri di ripida salita, da affrontare con calma, per guadagnare forcella Giau (m.2360)(da non confondere con il passo -automobilistico- di Giau).
Siamo ai piedi della prora della grande struttura obliqua dei Lastoni e le verticali pareti, alte oltre 300 metri, sono segnate da numerose vie alpinistiche classiche.
Davanti a noi si apre il meraviglioso mondo del Mondeval.
Ci aspetta una lunga, leggera, discesa alla volta di forcella Ambrizzola, tra labirinti di enormi massi ai piedi della muraglia rocciosa dei Lastoni, dolci e amene visioni sui prati di Mondeval con sfondo gli inconfondibili profili del Pelmo e della Civetta.
Una breve digressione permette, eventualmente, di raggiungere il grande masso dove è stata trovata la sepoltura dell'Uomo di Mondeval, ora custodita nel
museo 'Vittorino Cazzetta' a Selva di Cadore.
Giunti al fondo del vallone che scende dalla forcella Rossa, inizia una nuova salita e, prima di giungere alla più nota forcella Ambrizzola, saliamo verso sinistra per tracce di ripido sentiero ed infine zigzagando con fatica nel ghiaione giungiamo alla forcella Rossa dei Lastoni (m.2462).
Lo scenario cambia nuovamente e completamente.
Siamo già in un lunare altopiano roccioso, sotto le pareti ovest della Croda da Lago, tuttavia ci attrae quella desolazione di rocce e piani obliqui tra i quali s'individua appena la cima del Formin, nostra meta.
In condizioni di visibilità ottima l'orientamento è facile e il percorso non obbligato, tuttavia conviene seguire la sequenza di ometti di pietre.
In caso di nebbia è più saggio desistere.
L'enorme e vasta piattaforma rocciosa sarebbe indecifrabile, le tracce di sentiero evanescenti, tutt'attorno tre quarti del perimetro s'inabissa in verticali pareti rocciose ed anche la parte più interna riserva 'trappole' e crepacci rocciosi.
A metà della salita si attraversano due fasce di rocce particolari, sabbie arenarie, che si disgregano in massi molto simili a statue di un artista moderno.
Molte di esse sono state radrizzate in maniera monumentale.
Ormai siamo verso la cima e la salita si fa più ripida e ci costringe a zigzagare tra facili gradinate rocciose.
Ed eccoci sulla cima del Formin e, a quasi 2700 metri di altezza, lo sguardo spazia a 360 gradi senza ostacoli e senza confini.
E' il momento della gioia più pura e della commozione.
Per il ritorno seguiamo all'incontrario i sentieri già percorsi all'andata, risparmiando un po' di energie per le varie contropendenze.
Volendo scendere al ponte di Rutorto (o Ru Curto), lungo la strada del Giau (da Cortina), bisogna prevedere una soluzione logistica di recupero.
Si può anche facilmente (in un paio d'ore di camminata) raggiungere il rifugio Palmieri alla Croda da Lago, oppure il rifugio Città di Fiume al Pelmo.