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Farra di Soligo, Collagù, Torri del Credazzo

Farra di Soligo

Soligo, chiesetta San GalloChiesetta Santuario di San Gallo - Soligo (colli del prosecco)

Partendo dal piazzale della chiesa parrocchiale di Soligo (comune di Farra di Soligo), si possono compiere alcune semplici ed affascinanti passeggiate che in ogni stagione dell'anno offrono scorci e dettagli spettacolari.

E' l'occasione per ammirare il grandioso lavoro di terrazzamento e coltivazione a vigneto di questi colli, dedicati alla produzione del Prosecco.

L'autunno per i colori, le foglie morte sui vigneti, i giochi di nebbia. L'inverno per le suggestioni grafiche della neve sui filari di vigneti e per l'immobilità della natura. La primavera per i risveglio della natura, per le fioriture.


Le mete più indicate sono la salita al santuario del Col San Gallo ed il proseguimento (stradina verso nord-ovest dalla sella del Col del Fer) per il santuario di Collagù. Da qui si può proseguire fino alle Torri del Credazzo oppure scendere verso Farra di Soligo.

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Soligo, chiesetta San GalloEremo e chiesetta di San Gallo

Si trova sulla sommità dell'omonimo colle alle spalle e dominante il paese di Soligo.

Il luogo è stato frequentato fin dall'età del bronzo e sulla sommità del panoramicissimo colle fu eretto un Castelliere.
Probabilmente il manufatto venne utilizzato anche in epoca romana e fino alle distruzioni barbariche.
Poi passò ai Da Camino che avevano vastissimi possedimenti nell'alto trevigiano.

Leggenda vuole fondata la chiesetta, nel 1430, dall'eremita Egidio di Lombardia che la intitolò a San Gallo, estasiato da questo stupendo posto cosparso di rovine del Castello della potente famiglia dei Da Camino, distrutto nel 1378 da Rambaldo da Collalto nelle fratricide lotte tra le due famiglie dominanti il trevigiano.
Una prima attestazione certa dell'oratorio risale, però, al 1354 in un documento che identifica la chiesetta di "Sancti Gali de Solico", tenuta da alcuni eremiti.
Probabile quindi un primo insediamento sui ruderi del castello e poi una fase di abbandono o di declino e quindi un restauro o ampliamento o un insediamento più stabile nei primi decenni del quattrocento, attestato dagli affreschi interni.

Il santuario divenne meta di pellegrinaggi soprattutto indicati per chi soffriva d'insonnia. Si toglieva una scheggia dalla grande croce di legno e la si poneva sotto il cuscino. Si andava per "cior la son" (prendere il sonno).

San Gallo è rappresentato in un bellissimo affresco del 1442.
Importanti restauri ed ampliamenti vennero effettuati a metà del settecento, con l'aggiunta del campanile.
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