Cibiana, il paese che dipinge la sua storia
I primi insediamenti abitativi risalgono probabilmente all'epoca del buio medioevo quando le popolazioni delle località venete più facilmente raggiungibili ed appetibili, non più protette dall'Impero Romano, fuggono terrorizzate dalle incessanti incursioni barbariche.
Poi la vita scorre tranquilla per molti secoli nell'isolato paese.
Questo crea le condizioni per una 'cultura' molto particolare e localizzata, influenzata solamente dai contatti con i vicini paesi del cadorino.
Era una economia di sopravvivenza che sfruttava in modo sistematico, ma con una integrazione ed un rispetto perfetti, le risorse che la montagna metteva a disposizione.
Si lavorava il bosco per il legname da costruzione, la legna da ardere e la produzione di carbone; si allevavano gli animali, sia da cortile che mucche e pecore al pascolo; si lavoravano i prodotti che gli animali al pascolo producevano, quindi formaggio ma anche lana.
Qualche piccolo appezzamento di terreno e qualche orto producevano cibo, particolarmente patate, mais e fagioli, per le necessità familiari.
Alcuni si specializzarono in attività artigianali funzionali alle necessità del resto degli abitanti del paese.
Solitamente mantenevano in maniera ridotta (più spesso perché più poveri) anche le attività primarie.
Era normale che il mugnaio, od il calzolaio, od il fornaciaio, avessero qualche mucca ed un appezzamento di terreno.
Fu attorno al 1300 che ci si accorse delle risorse minerarie concentrate soprattutto in Val Inferna e di Ronzei, e nelle vicine valli di Zoldo.
Questo portò ad una piccola rivoluzione nel secolare stile di vita.
Sorsero tutta una serie di lavori funzionali all'estrazione, fusione e lavorazione del ferro.
Con essa anche artigiani capaci di produrre macchinari e tutta una serie di attività di indotto.
I valligiani Zoldani si specializzarono nella fabbricazione di chiavi e serrature, i Cibianesi nella produzione di chiodi, attività continuata fino ai nostri giorni in una moderna fabbrica.
L'unico fatto storico che coinvolge direttamente il paese è del I marzo 1508.
Fatto d'armi che riempirà le bianche pagine di storia locale.
Le truppe della Serenissima, capitanate da Bartolomeo d'Alviano, con un furbesco percorso di aggiramento risalgono la Val di Zoldo e attraverso il passo di Cibiana calano verso il Cadore, sistemandosi strategicamente a Cibiana, attaccano e scofiggono l'Imperatore Massimiliano I d'Austria che tentava, alla guida della Lega di Cambrai, la conquista e distruzione di Venezia.
Il 'povero' Massimiliano, oltre a questo marginale episodio locale, è il protagonista in quegli anni di tutta una serie di storie e leggende legate alla guerra con Venezia.
Lo ritroviamo in numerosissimi episodi che riguardano le contrade venete, dalla Valsugana dove ebbe a che fare anche con gli 'ostici' Valsuganotti a Padova, dove i suoi archibugi e le sue bombarde si infransero nella nuovissima cerchia muraria.
Furono momenti drammatici per Venezia che si trovò ad un soffio dalla distruzione, ma furono pure momenti che permisero una sorta di aggregazione e coscenza di unità statale di tutto il territorio Veneto, presupposto per tre secoli di pace e prosperità sotto la 'dominante' Veneziana, fino allo sconvogimento socio-politico dell'arrivo Napoleonico.
Infine, per tutto l'800 ed anche '900, la perdita di importanza delle attività minerarie ed il cambiamento storico-sociale portò i Cibianesi, come pure gran parte della popolazione Cadorina, ad esperienze di emigrazione verso tutto il mondo.