Recoaro Terme la Conca di Smeraldo e le Piccole Dolomiti
'Passare le acque', tipica espressione della Belle Epoque, nell'immaginario collettivo Veneto (e non solo) richiama alla mente le vacanze termali in quel di Recoaro.
Ora, più che per le eleganti vacanze d'un tempo, Recoaro è ancora molto nota per l'acqua, quella imbottigliata però.
L'acqua 'miracolosa' di Recoaro, o meglio le numerose varietà d'acqua principalmente ferruginose, fu 'scoperta' nel 1689 dal Conte Lelio Piovene e nel 1752 dichiarata 'bene pubblico' dalla Serenisima Republica Veneta.
Fu soprattutto nel corso dell'ottocento che la cittadina divenne stazione curativa e idrotermale tra le più rinomate d'Italia, frequentata dell'aristocrazia e da esponenti e personaggi illustri della cultura e della politica,
tra i quali Friedrich Nietzsche nel 1881, Giusepper Verdi, Amilcare Ponchielli, Giacomo Zanella, il generale Lamarmora, il feldmaresciallo Radetzscky, molti membri della casa imperiale d'Asburgo e la Regina d'Italia Margherita di Savoia nel 1879.
Recoaro in questi ultimi decenni soffre non poco per il declino turistico.
La vacanza termale è demodè, il paese stesso, con molte strutture decadenti e cadenti, non è più 'in' tono.
Decadenza iniziata a seguito della Grande Guerra, con una breve stagione di gloria negli anni sessanta e settanta del novecento.
Ma, come qualcuno ha scritto, i
Conti non tornano più.
Per il turista 'moderno' e iperattivo non vi sono grandi attrattive sciistiche, l'escursionismo nelle 'Piccole' Dolomiti non intacca quello blasonato, sponsorizzato, foraggiato delle 'grandi' Dolomiti.
Si aggiungano le comunicazioni stradali verso Valdagno, Vicenza e la pianura veneta, problematiche e demoralizzanti principalmente a causa dell'inteso traffico e della giungla di incroci e rotonde stradali, e l'arrivo nella cittadina che di certo non offre uno spettacolo un minimo affascinante in quanto compromesso dall'area industriale e dai capannoni.
Eppure, proprio per questo e per il fatto di essere alle spalle isolata grazie dal grande paravento delle Piccole Dolomiti e dalla catena del Sengio Alto, definita con il suggestivo nome di Conca di Smeraldo,
Recoaro Terme offre spunti che al visitatore attento regalano aspetti davvero molto interessanti e di notevole 'qualità' sia culturale e sia sportivo-ricreativa 'alternativa' ai grandi e devastanti flussi delle aree molto più 'valorizzate'.
Chiudendo un occhio sulla parte bassa della valle, tutto il resto è davvero una piccola-grandissima miniera per il cultore dell'etnografia: le contrade sparse per tutta la montagna circostante sono ancora luoghi autentici e vivi.
Ricchissima è la cultura e l'epopea cimbra.
Il cultore del paesaggio, e il fotografo, hanno a disposizione scorci fantastici.
L'escursionista, persino l'alpinista, e l'appassionato di mountain bike troveranno percorsi molto appaganti ed anche poco frequentati, perfino sorprendenti per chi non conosce quest'area e dovrà ammettere che di 'piccole' queste Dolomiti hanno solamente il nome.
Riassumendo, è questa una montagna da 'riscoprire', molto adatta alla persona intelligente e moderna, che detesta i vuoti assembramenti alla moda e cerca itinerari 'trasversali' che amalgano arte, storia, cultura, etnografia, escursione, bicicletta e fotografia.
Recoaro è area di lingua e cultura 'Cimbra', isoltata dalle comunità cimbre degli altipiani e della Lessinia centrale
alcune contrade della conca di Recoaro
- contrada Parlati
- contrada Pretti
- contrada Luna
- contrada Ulbe
- contrada Ceola
- contrada Righi
- contrada Prenaro
- contrade Santagiuliana
- contrada Merendaore
- contrada Asnicar
- contrada Ronchi
- contrada Bisso
- contrada Ongaro
- contrada Marchi
- Peserico è il nome cumulativo delle contrade sul costo a nord/est dello Spitz di Recoaro
- Fongara è località isolata sulla strada che sale da San Quirico a Recoaro Mille
- Rovegliana è la più grande ed estesa delle contrade, un paese vero e proprio con numerose altre borgate minori, come la Camonda, Sigismondi, ecc...
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escursioni zona Recoaro Mille e Colle della Gazza
escursioni zona Alpe di Campogrosso, Sengio Alto
escursioni zona passo Xon, Civillina, passo Zovo
la leggenda dell'acqua miracolosa di Recoaro
Nell'anno 1689, in uno sperduto paesello appartenente alle terre della Repubblica di Venezia, accadeva un fatto che avrebbe segnato la storia di tutta quella valle per molte generazioni a venire.
Un nobile locale, Conte Lelio Piovene, passava di là con il suo destriero, cercando notizie su un rivolo d'acqua che scendeva dalle pendici del monte Spitz.
Si trattava dell'Acqua Miracolosa di Sant'Antonio, ben nota ai rudi abitanti cimbri del vicino borgo chiamato Recoaro, piccolo agglomerato di case distese nella conca sottostante.
Il Conte non rimase tradito nelle sue aspettative, trovò quel rossastro ruscello.
Qualcuno sussurra che il cavallo del nobile fosse in cattiva salute e che l'acqua in questione lo abbia risollevato, stimolando la curiosità del Conte, persona attenta alle cose come ogni buon naturalista.
Resta il fatto che il Piovene ne prelevò alcuni campioni e portò a Vicenza le sue fiaschette d'acqua, dallo speziale cui affidare le dovute analisi, scoprendo che l'acqua in questione, pur non essendo propriamente miracolosa, aveva pur sempre delle qualità notevoli e poteva giovare non poco nella cura di molte malattie.
Da allora Recoaro legò il suo nome in modo indissolubile a quello delle acque minerali e, a partire dal secolo successivo, la sua fama crebbe e si diffuse in tutta Italia e oltre le frontiere del Regno.
Le fonti centrali e il parco delle terme a Recoaro