Monselice, comune della provincia di Padova nei Colli Euganei
Città antichissima, già in epoca altomedioevale era cinta da un sistema fortificato e sede della sculdascia longobarda del padovano.
La Rocca sul colle è stata voluta da Federico II nel 1239.
La vera e propria cinta murata, in parte conservata, è stata eretta dai Carraresi nel XIV secolo.
'Mons Silicis' ci ricorda l'antichissima frequentazione preistorica, in felicissima posizione tra questi colli che si protendono nella pianura alluvionale all'epoca paludosa.
Il luogo è sempre stato strategico, non lontano dall'antico alveo dell'Adige, a poca distanza da Este la 'capitale' dei Veneti antichi, via di congiunzione tra le culture padano-emiliane, euganeo-atestine e l'alta pianura centrale veneta.
Per i era romani il 'Monte della via Selciata' (con allusione alla via Annia), e fin dal I sec a.C., ne fecero importante luogo di controllo, praticamente alla 'periferia' di Padova, città alleata.
A Padova, e alla stessa Roma, l'accomuna la leggenda della fondazione dovuta all'eroe troiano Ossicella, il compagno di Antenore il mitico 'fondatore' di Padova.
Complessa e articolata la vicenda storica medioevale.
Scampata alla prima invasione longobarda di Alboino (569) rimase per altri vent'anni, assieme a Padova, sotto il dominio dell'Esarcato Bizantino di Ravenna.
I longobardi di Alboino si ripresentarono nel 589, l'anno della devastante alluvione che spostò il corso dei grandi fiumi veneti, dal Brenta al Bacchiglione, all'Adige che si spostò da Este e allagò le Valli Grandi Veronesi e il Polesine.
Furono anni terribili nei quali Padova venne rasa al suolo e da terza città dell'impero, con circa 200.000 abitanti, si ritrovò insignificante paese di macerie abitata da 2.000 profughi.
Monselice, con perno sulla favorevole posizione della Rocca, fu eletta 'Judiciaria' della Sculdascia longobarda di Montagnana, per mano di Agilulfo (602) che si accanì nella distruzione di Padova.
Nella successiva conquista da parte dei Franchi fu sede del 'Comitatus'.
Dal 1000 è feudo dei marchesi d'Este ed elevata a 'Civitas' con il potenziamento del sistema difensivo con perno nella Rocca.
E' con il dominio imperiale di Federico II che la cittadina si riorganizza a vera e propria città murata.
Sulla Rocca venne innalzato il potente Mastio detto di Federico II ed erette ben cinque cortine murarie concentriche, la prima sul colmo della Rocca la più esterna a cingere il borgo medioevale ai piedi del colle.
Venne costruito il castello poi riorganizzato dai Carraresi (ora Castello Cini), la Torre Civica a dominio della piazza e importanti edifici religiosi.
E' la svolta della turbolenta fase medioevale, assediata e presa dall'Ezzelino, considerata avamposto strategico per l'assedio di Padova.
Successivamente è oggetto di occupazioni e battaglie da parte degli Scaligeri, degli Estensi e naturalmente dei Carraresi, signori di Padova e originari proprio dei dintorni (Carrara San Giorgio e Santo Stefano), fino alla disfatta carrarese da parte dei Veneziani.
La fine dei Carraresi è la svolta nella storia veneta che prelude al dominio veneziano di terraferma, che inizia a concretizzarsi con le 'donazioni' alla Serenissima, con effetto 'domino', fin dal 1404.
Il contado di Monselice è al centro dello Stato Veneto da Tera e decade da ogni importanza militare, ma diviene terra di contesa tra la nobiltà lagunare che si affaccia al dominio di queste ricchissime proprietà terriere.
L'invasione nobiliare conduce ad una 'esplosione' dell'architettura civile e religiosa, con la costruzione di numerose importanti ville.
Monselice, il castello, le mura e la rocca
Castello Cini
Articolato edificio composto da ben quattro nuclei diversi le cui strutture originali sono state edificate tra l'XI e il XVI secolo.
Si tratta del 'Castelletto', della 'Casa Romanica' e della 'Torre di Ezzelino' del XIII secolo finalizzata al potenziamento militare sulla seconda cerchia delle mura cittadine.
Nel XIV secolo tutta la struttura, assieme alla città, passò ai Carraresi che ristrutturarono il Castelletto, realizzando la Sala del Consiglio, costruendo anche i tre monumentali e suggestivi camini, come ancora possiamo vedere con le insegne e i colori originali.
Alle tre strutture medioevali venne aggiunto il 'Palazzo Marcello' a fare da collegamento tra gli edifici più antichi e la Torre.
Struttura del XV secolo allor quando il castello perse la funzione militare e divenne villa patrizia a seguito delle dismissioni della Serenissima.
Per tre secoli rimase nobile residenza privata dei Marcello, che s'impegnarono in interventi di restauro e abbellimento, la creazione di una prestigiosa biblioteca, la sistemazione 'alla veneziana' del cortile interno e l'edificazione di una Cappella privata.
Con la caduta della Serenissima e i salassi finanziari a spese delle famiglie più nobili, l'intera proprietà passa a facoltosi locali per finire in eredità alla famiglia Cini.
Venne requisito per scopi militari durante la Grande Guerra, e venne restituito ai Cini completamente devastato nel 1919.
Negli anni '30 del novecento il conte Vittorio Cini realizza un radicale restauro per adibire la nobile struttura a prestigioso luogo di rappresentanza per la sua attività imprenditoriale nel nascente polo industriale di Marghera.
I lavori furono diretti dall'architetto Nino Barbantini e si protraggono partire dal 1935 fino al 1942.
Oltre al ripristino delle strutture murarie vennero arredate tutte le sale con mobili, arredi, arazzi, quadri, con pezzi d'antiquariato originali in linea con i vari ambienti di epoche diverse.
Fortunatamente il 'Castello' (Cini) non subì devastazioni della Seconda Guerra Mondiale e l'attenta conservazione si protrasse fino al 1981, quando il castello venne ceduto alla Regione del Veneto.
E' aperto per la visita del pubblico da marzo a novembre.
Duomo Vecchio
E' della metà del XIII secolo, edificato in sostituzione della Pieve di Santa Giustina, rasa al suolo durante le guerre Ezzeliniane.
In stile romanico-gotico, con il frontale con lesene, due bifore e un grande rosone.
Aggiunte sono state fatte nel Quattrocento.
All'interno affreschi e tele, non ben conservati, e le tracce dell'ossario romano del I secolo.
Santuario delle Sette Chiesette
Villa Duodo
Nota anche per la Cappella Gentilizia privata che, secondo tradizione locale, contiene le spoglie di San Valentino, proprio quello dei fidanzati...
Santo conteso e rivendicato anche da altri santuari sparsi per l'Italia.
Probabilmente i San Valentino sono più di uno oppure, come capita molto spesso per i santi medioevali, si tratta di santi 'riciclati' da tradizioni ben più antiche e pre-cristiane 'incarnatisi' in figure locali che vissero in santità.
nei dintorni di Monselice
- Due Carrare, loc. Terradura: Castello di San Pelagio, Museo dell'Aria e dello Spazio
- Due Carrare, Santo Stefano: Abbazia e Chiesa di Santo Stefano
nelle foto (in ordine sparso)
Piazza centrale, Castello Cini, Duomo Vecchio, salita delle Sette Chiese, villa Duodo, Rocca e torre Federiciana, panoramiche dal monte Ricco, panoramiche dal monte Cecilia a Baone.