San Martino di Lupari (Padova)
Le Motte - età del bronzo XIII secolo a.C.
San Martino di Lupari - Padova
Nonostante strade trafficatissime, case che spuntano come funghi ovunque, orribili capannoni, campagne sempre meno campagna,
il Veneto dell'alta padovana, ogni tanto, offre piccole, interessantissime, sorprese che spalancano baratri su quanto il tempo,
ma soprattutto la nostra inciviltà ha via via eroso e più spesso distrutto.
Nonostante tutto vi sono luoghi che possono donarci intensissime emozioni.
Un terrapieno che si eleva per tre-quattro metri di altezza da una piatta campagna a poca distanza dalla trafficatissima strada Vicenza-Treviso, la forma è un quadrilatero-ovoidale oblungo di circa 300 metri, il bordo dell'elevazione completamente colonizzato da un boschetto, l'interno una conca di campi coltivati ed una vecchia casetta.
Questo è quanto possiamo osservare alle 'Motte'.
Non un luogo qualunque, e non è stata la natura ad accumulare quel terrapieno.
Si tratta di un insediamento umano con almeno trenta secoli di storia.
I più antichi reperti risalgono all'età del bronzo, la forma finale, di cui ora vediamo la traccia, è dovuta ad un accampamento romano.
Era un villaggio fortificato dell'età del ferro.
In mezzo alla pianura alluvionale, sia per scopi difensivi da altre tribù, sia anche per proteggersi da animali selvaggi pericolosi, il sito abitato veniva attorniato da un muro di terrapieno. Nel nostro caso il perimetro, ovoidale, è quasi un chilometro.
Si procedeva scavando il terreno a formare un vallo piuttosto largo che si riempiva naturalmente d'acqua, vista la paludosità del terreno e le risorgive della zona. La terra veniva accumulata all'interno a formare una 'gobba' alta anche quattro metri e spessa dieci-quindici, sulla sommità di cresta veniva eretta una fitta palizzata di tronchi. Anche l'interno veniva rialzato rispetto al piano di campagna in modo da bonificarlo. Probabilmente venivano erette delle torrette di osservazione in legno. Una specie di antesignana 'città-murata' dove all'interno della struttura protettiva si sviluppava un villaggio di capanne di paglia, fango e legno.
I primi insediamenti sono paleo-veneti, popolazioni dedite principalmente all'allevamento di animali, una forma di civiltà già evoluta a cavallo tra l'epoca dei cacciatori e quella dell'agricoltura organizzata. Per finire i romani che fino all'epoca imperiale sfruttarono e rinforzarono la struttura per farne un accampamento per le truppe.
Anche i Longobardi aproffitarono della funzionalità del sito e, poco lontano, a San Martino di Lupari ora capoluogo comunale, fondarono un villaggio stabile e consacrarono la prima chiesa al Santo a loro molto caro.
I riferimenti certi del toponimo risalgono attorno all'anno mille e al nome di San Martino viene associato 'di Lupari' ad indicare luoghi dove il lupo selvatico era animale comune e molto temuto.
Le Motte di San Martino di Lupari
San Martino di Lupari (Padova) si trova lungo la statale Vicenza-Treviso tra Cittadella e Castelfranco Veneto.