Pregevole la chiesa di San Zenone del XV secolo, posta in posizione dominante sul percorso di una antica strada pre-romana e su una variante locale della strada romana 'Claudia Augusta Altinate', quindi sulla strada per il Primiero fino alla caduta della Serenissima.
Conserva una preziosa tavola dedicata a San Zenone e a San Silvestro e una pala raffigurante la 'Morte di San Giuseppe'.
Una bella via crucis, con 14 capitelli, dal centro dell'angusto paese sale alla chiesa.
Poco oltre la contrà 'Bettola' lungo la stradella che conduce al castello di Schenèr un bel capitello in località 'Tuu'.
Strano toponimo oggetto di dibattito tra linguisti, forse per la presenza di tufo (ma dove, se è tutta una struttura calcarea), la forma monosillabica con vocale ripetuta potrebbe invece riferirsi ad un linguaggio profondamente preistorico.
Castello di Schenèr (tracce)
Il nome Schenèr probabilmente deriva da 'schenaro' termine dialettale indicante l'addetto al trasporto sulla schiena (muli, cavalli e uomini) di merci nell'angusto e pericoloso passo di transito in prossimità della val Rosna, tra aeree balze rocciose e le vertiginose forre del Canale (canyon) del Cismon.
Il castello si trovava a ridosso dell'antica strada di transito tra il Primiero e il Sovramontino, isolato in un luogo infelice per chi doveva abitarci e presiederlo, a picco sulla sottostante gola del Cismon.
Strada, in questo tratto esclusivamente pedonale o al massimo con some condotte a mano, caduta nell'oblio dal 1880, allorquando venne costruita l'ardita strada di fondovalle, ora per buona parte in gallerie e a tutt'oggi ancora soggetta a pesantissimi lavori.
Sul terreno si può osservare solo qualche misero rudere di fondazione, ora digerito dalla folta vegetazione, che non può rendere conto della struttura e delle vicissitudini del 'castello'.
Era a guardia del transito per il Primierotto già nel 1300, ma le sue origini sono forse più antiche.
Nei pressi si trovava pure un castelliere di origine romana, confermato dal ritrovamento di alcune monete.
Il luogo era forse il medesimo dov'era edificato un castello del 1027 quando Corrado il Salico conquistò il Primiero.
Distrutto completamente nel 1509, dalle soldataglie della lega di Cambrai guidata da Massimiliano d'Austria, venne ricostruito nel 1525, più somigliante nell'aspetto ad una casa fortificata, e rimase punto strategico, più che altro quale presidio ed aiuto alla difficile tratta del passo che nell'aspetto militare, della Serenissima fino alla caduta, per opera di Napoleone, nel 1797.
La casa del Dazio (dogana) vera e propria si trovava nell'Osteria Bettola, in paese a Zorzoi.
Luogo ancora esistente, fonte inesauribile di storie e leggende locali.
Il castello, non più interessante strategicamente fin dall'inizio ottocento, trovandosi isolato ed in posizione inospitale per un riciclaggio quale riutilizzo ad abitazione privata, venne abbandonato e gradualmente demolito.
Per uno spaccato storico veramente interessante e notevole della vita corrente nella Conca di Primiero e nel Feltrino, durante il periodo della dominazione veneziana e fino alla seconda metà dell'ottocento, si consiglia di leggere il libro 'La via di Schenèr' di Matteo Melchiorre edizioni Marsilio, Venezia (2016).
Un libro - tra il racconto romanzato e la ricerca storica minuziosa - che ci porta lungo l'antichissima strada di Schenèr, tra il Sovramontino e il Primiero, passaggio obbligato tra due mondi apparentemente di confine, tra i domini della Serenissima e Tirolesi, in realtà tra due comunità che, pur con i loro campanilismi, erano un organismo simbiotico, necessarie l'una all'altra.
Comunità 'divise' tra due 'Stati' eppur accumunate in una 'unica' Diocesi.
Uno spaccato di secoli di storia vissuta dalla gente comune e raccontata dal basso, che ci porta in un mondo dall'insospettata vitalità e vivacità di paesi che nella grande storia appaiono 'sonnolenti' nella 'Pax Veneziana', che tuttavia ha permesso almeno quattro secoli di qualità della vita notevole in quel contesto storico europeo.
Un paradigma che ci fa capire come i territori di confine in realtà non sono mai stati delle 'frontiere', come spesso avviene nella storia contemporanea, ma luoghi osmotici che hanno permesso la 'piccola' grande vivacità della nostra storia.
E' come immergersi in una macchina del tempo per capire, ed anche gustare, quel mondo traumatizzato dalla costruzione della nuova, 'modernissima', strada della Val Cismon, avvenuta nella seconda metà dell'ottocento (e tutt'ora in ultimazione).
Anche questa una metafora che ci porta a discernere i problemi della modernità da quelle che sono le radici culturali, psicologiche e popolari delle popolazioni pedemontane e montane del nord-est della penisola italica.
Un libro che ci fa meditare sulla differenza tra il moderno 'spostarsi' da un luogo all'altro, percorrendo una strada che paradigmaticamente per buona parte scorre in gallerie, e i percorsi di conoscenza di contee, paesi, contrade, luoghi, gente, abitanti, persone, storie di vita.
Capitello "I Tuu", lungo la strada per Schener e Val Rosna
l'impervio impluvio di Val Rosna, passo cruciale sulla strada per il Primiero fin dalla preistoria
L'altopiano Sovramontino si raggiunge per la provinciale che parte da ponte Oltra (al secondo bivio per Lamon), poco oltre Fonzaso sulla strada che conduce a Fiera di Primiero.
Si può salire anche da Feltre per il passo Croce d'Aune.
Dai pressi della chiesa di San Giorgio (San Dordi), si dirama la strada per Zorzoi e Col dei Mich.
A Zorzoi l'unico parcheggio è all'inizio del paese, poi vi sono stradine strettissime e anguste, senza uscita, sconsigliabili in auto per chi non le conosce bene.