città di Padova
Caffè Pedrocchi, il caffè senza porte
Proprio nella centralissima piazza, tra Palazzo Moroni - sede del Comune - ed il Bo' - sede dell'Università -, nell'angolo asimmetrico rimasto dalla demolizione di antichi edifici, Antonio Pedrocchi, figlio di un caffettiere bergamasco, commissiona, nel 1816, al noto architetto Giuseppe Jappelli il nuovo stabilimento inaugurato nel 1831, affiancato dal 1836 dal Pedrocchino, costruzione neogotica destinata ad ospitare la pasticceria.
Il caffè è teatro della vivace vita risorgimentale legata agli intellettuali che frequentano le aule universitarie.
Avvenimenti e nomi sono molto noti: dai moti 'carbonari' del 1848 contro il dominante Austriaco, con inevitabile sparatoria, a ritrovo per scrittori ed artisti quali Nievo, Stendhal, D'Annunzio, Eleonora Duse al futurista Marinetti.
Pregevole l'architettura dell'edificio che rispecchia il clima romantico dell'epoca e l'estro dell'architetto, impegnato anche nella progettazione di raffinati e prestigiosi giardini romantici, quali il Giardino Treves.
E' il modello più felice del filone eclettico, stile che mescola il neoclassico al gotico veneziano, a richiami esotici egizi e cineserie, molto in voga nell'ottocento. Le forme sono leggere e l'insieme molto equilibrato, ben si adatta ad essere teatro nel teatro dei ritrovi studenteschi. Ancora da divenire le linee e gli stucchevoli appesantimenti che degenerano lo stile eclettico nella seconda metà dell'ottocento e perfino nei primi anni del novecento, di cui la città è piena.
All'interno pregevolissima la Sala Napoleonica, dedicata a Gioachino Rossini, un vero teatro dove gli stucchi, i fiocchi dei tendaggi, i lampadari e l'insieme permettono un tuffo a ritroso nel tempo portandoci in pieno ottocento.
Di proprietà del Comune di Padova, ospita tra le prestigiose sale le Gallerie del Pedrocchi ed il Museo del Risorgimento (vedi links alle pagine dei musei del Comune di Padova).