passeggiate, nordic walking, escursioni, trekking nel feltrino e Dolomiti Bellunesi
Ai fini escursionistici l'area feltrina si caratterizza in tre tipologie nettamente distinte.
- Il fondovalle e le colline adiacenti Feltre e le colline allo zoccolo delle Dolomiti Bellunesi.
Possiamo includervi la visita alla città e alle contrade circostanti, la visita al Santuario dei Santi Vittore e Corona
con la consigliabile prosecuzione per il 'Sentiero Natura', la visita all'oasi naturalistica del 'Vincheto di Celarda',
puntate sulla collina di Cart, inanellata di splendide ville, e qualche puntata in luoghi ricchi di fascino quali la valle di Lamen e la Val Canzoi.
Dal punto di vista naturalistico sono imperdibili pure la visita al laghetto e Certosa di Vedana,
le cascate del Soffia e i Cadini del Brenton in Val del Mis.
Sono tutte escursioni a carattere 'turistico', ricche di fascino e storia,
senza alcuna pretesa dal punto di vista strettamente escursionistico-sportivo.
Probabilmente, ma sono gusti miei e quindi opinabili, il tutto si presta più per essere scoperto in sella alla bicicletta.
Però può anche essere un buon motivo per riscoprire il gusto del passeggio tranquillo,
dove è più impegnato l'occhio a percepire angoli splendidi e piccole cose dal sapore antico.
Un escursionismo più minimalista in altre parole.
- Le strutture prealpine del monte Avena, monte Coppolo, Col Perer, monte Grappa, monte Cesen.
Una rete fittissima di sentieri, alcuni frequentati, altri ormai trascurati,
percorrono facilmente tutte queste vaste montagne un tempo densamente antropizzate.
Si tratta di percorsi senza particolari difficoltà tecniche e dove serve un minimo di allenamento all'escursionismo impegnato.
L'ambiente è quello tipico prealpino, prevalentemente a bosco misto.
- Le Dolomiti Bellunesi, vera università dell'escursionismo.
Sempre itinerari di altissimo livello, sia per le difficoltà che per la soddisfazione.
Culmine massimo sono i 'sentieri' (diciamo pure improponibili) dei Monti del Sole.
Qui il confine tra escursionismo ed alpinismo è abbondantemente superato,
servono allenamento e gambe da campione del camminare e tecnica nei continui tratti scabrosissimi,
dalle difficoltà alpinistiche non elevate in gradi, ma sempre senza alcuna protezione e con passaggi delicatissimi,
da superare dopo sfiancanti tratti di durissima salita.
Caratteristica comune sui sentieri delle Dolomiti Bellunesi sono i grandissimi dislivelli superati spesso 'tutto d'un fiato',
ovvio quindi che siano tutti sentieri molto ripidi, sostenuti e faticosi.
Si parte sempre da quote molto modeste e più di 1.000 metri di dislivello sono il limite minimo per arrivare da qualche parte...
Le dolomiti feltrine, Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, parenti 'povere' delle 'grandi dolomiti', viste sotto l'ottica escursionistica sono oltremodo selvagge e molto difficili con le poche eccezioni dei percorsi più classici, frequentati e conosciuti (che in genere sono comunque impegnativi e certamente non sovraffollati).
Avventurarsi oltre questi itinerari diventa, aimè (perché sono posti di bellezza assoluta e di grandi emozioni), una faccenda da lasciare a persone veramente preparate.
Spiz de Mesdì, Tamer S.Sebastiano, Schiara e Zime de Zità, gli improponibili Monti del Sole, Pizzoc e Piani Eterni, Vette e Dolomiti Feltrine sono i nomi di questi incomparabili gioielli che non concedono compromessi alla cultura del consumismo.
Qui si può veramente parlare di alpinismo esplorativo, non solo per il cammino impegnativo e solitario, ma anche e soprattutto, perché è una esplorazione all'interno di noi stessi, una avventura per recuperare le nostre origini e la nostra identità, che obbliga davvero alla riflessione e tempera il carattere.
Perché non provare a fare una settimana da soli, senza incontrare realmente nessuno, senza nessun collegamento con la civiltà (telefonino... no grazie!).
Abbandonando sicurezze e averi, in compagnia solo delle nostre fragili gambe, del nostro misero e povero corpo, del nostro piccolo e leggero zaino e, naturalmente, dei nostri grandi e pesanti pensieri.
In balia degli agenti atmosferici e della natura selvaggia, prepotente e austera, sempre bellissima.
E' indubbiamente una esperienza molto dura, specie quando scendono improvvise, ma desiderate e temute, le prime ombre della sera.
E poi la notte buia, misteriosa, dalla quale emergono le paure e le emozioni ancestrali dei nostri antenati preistorici, distanti solo un soffio dell'abissale infinito, popolata di orsi e di lupi, con il gelo che si accumula nelle ossa di ora in ora in bivacchi all'addiaccio, ma dalla quale si recuperano i valori più grandi dell'animo, facendoti capire quale preziosissimo dono è l'abbraccio e il calore di una persona cara e i significati dell'avventura umana.
Ed infine l'alba, con i primi raggi del sole, tiepidi, pieni di gioia, linfa vitale per i muscoli, speranze di un nuovo giorno e di una nuova vita, supremo miracolo.
E' una esperienza che nella vita va di tanto in tanto fatta e le Dolomiti Bellunesi, fortunatamente, sono un 'santuario' sicuro.
Gianni