Folgaria Lavarone Luserna Vezzena - altipiani trentini
ex forte di 'Busa Verle' (m.1504) al passo di Vezzena (Trento)
Era uno dei capisaldi della linea austroungarica ed il primo coinvolto nella breve, ma intensissima, 'guerra dei forti'.
Alle 3.55 del 24 maggio 1915 dal dirimpettaio forte Verena fu sparata la prima cannonata che sigilla l'entrata in guerra dell'Italia.
Nelle settimane successive il Verle venne tempestato con oltre 5.000 colpi di granate anche da 305 degli obici piazzati tra i boschi, ma riuscì a sparare, con i suoi 4 obici da 105 sulle cupole girevoli in acciaio e i 6 cannoni in casamatta, circa 20.000 colpi.
Dovette resistere anche a numerosi, insensati, assalti della fanteria, tutti facilmente respinti dalla fitta rete di reticolati, sembra sia stata estesa in larghezza per circa 2 chilometri, sotto il costante tiro delle 20 mitragliatrici della fortezza.
Dopo questa prima 'esplosiva' e pirotecnica fase della guerra, durata appena qualche mese, le fortezze, sia austroungariche che l'italiano 'Verena' (l'unico ad aver svolto un ruolo determinante) sono in gravissimo stato di distruzione.
Il Verle, in particolare, era pressoché raso al suolo, con gravi perdite tra i 300 uomini altamente specializzati in servizio alla fortezza.
Per il breve spazio di qualche giorno, criticissimo per il fronte austroungarico, il forte venne pure sgomberato ed abbandonato.
Dopo questo disastro, e anche per il rigoroso inverno, i cannoni tacquero, ma nel frattempo quasi tutte le fortezze, tranne lo Spitz Verle, vennero ricostruite e riattivate per essere pronte alla successiva primavera, del 1916,
dove non ebbero un grande ruolo nell'offensiva della Strafexpedition che portò molto più in avanti il fronte assestandosi infine sulle linee dell'Ortigara, del Zebio e, in altri settori, nel Pasubio e nel Grappa.
Altri furono a questo punto gli sviluppi e le metodologie di guerra, si passò alla guerra di massacro di massa sulle trincee.
Il forte si raggiunge facilmente con una tranquilla passeggiata di 15 minuti, su stradina asfaltata, partendo dal passo Vezzena (m.1402), importante valico tra Asiago e gli altipiani trentini di Lavarone-Folgaria.
I guerra mondiale nel triveneto - fortezze austroungariche negli altipiani trentini
Tranne il forte Belvedere a Oseli di Lavarone (Trento), miracolosamente rimasto pressoché intatto e successivamente accuratamente restaurato e adattato a museo (un nuovo resturo è stato eseguito recentemente), i forti austroungarici, tutti sugli altipiani trentini, sono in grave stato di distruzione e di alcuni rimangono solamente tracce ed ammassi di cemento.
Ciò è dovuto alla tipologia costruttiva degli stessi, edificati con tecniche 'moderne' impiegando abbondantemente il cemento armato con putrelle, travi e cavi di ferro.
Perciò negli anni '30 sono stati sistematicamente fatti saltare per recuperare il ferro.
Oggi è quindi molto difficile farsi una precisa idea di queste strutture, l'unico punto di riferimento, in questo senso, resta la consigliabile visita al forte Belvedere di Lavarone.
Le fortezze italiane, invece, sono costruite con un maggior spessore di cemento, ma senza armature in ferro e questo le ha preservate dalla totale distruzione.
I danni, in questo caso, per la maggior parte sono quelli originali delle guarnigioni in ritirata di fronte all'avanzata austroungarica, oltre che, naturalmente, del tempo.
In ogni caso si sconsiglia di avventurarsi incautamente tra le macerie.