A noi, amanti del grande cicloturismo e della gita in bicicletta, interessa pedalare, non aspettare... le piste ciclabili, col rischio che la vecchiaia faccia il suo corso!
Inevitabile che si percorrano dei tratti a traffico promiscuo.
La situazione sulle strade principali è drammatica e ciclisticamente compromessa.
Almeno cerchiamo di percorrere le strade nella campagna o gli argini dei fiumi, auspicando che enti ed associazioni locali risolvano qualche passaggio critico e diano indicazioni e consigli.
Possibilmente con un'ottica di più ampio respiro del campanilismo e con una logica di 'rete di itinerari'.
Non può che essere questa la 'strada' per il futuro del turismo, turismo che dovrà essere alternativo-ecologico-impegnato.
piste ciclabili, mobilità ciclistica, segnaletica e normativa per il cicloturismo
Non esiste una normativa specifica per i percorsi da compiersi in bicicletta.
La bicicletta è un veicolo integralmente soggetto alle regole imposte dal Codice della strada.
Riguardo alle strade l'unica distinzione è la 'Pista Ciclabile' e la 'Corsia Ciclabile', definizioni con le quali la normativa identifica strutture adeguatamente protette e riservate esclusivamente al transito ciclistico.
Altre diciture quali 'itinerario ciclabile', 'ciclo-pedonale', 'strada a basso traffico' (o simili), 'percorso adatto alle biciclette', 'ciclostrada', pur essendo spesso citate sono prive di riferimenti normativi, pertanto rientrano nella categoria 'strade' prevista dal Codice della strada.
Praticamente il ciclista può correre su tutte le 'strade' tranne quelle specificamente vietate (quattro corsie con guard-raid nel mezzo) e tranne le strade private, ovviamente le Autostrade, ma anche strade non aperte al pubblico e, in diversi casi, anche demaniali quali argini, ex ferrovie, ecc.
In questi due ultimi casi specifici, pur per esempio essendo tollerato il transito ciclo-pedonale, non essendo la transitabilià 'messa in sicurezza' e 'responsabilizzata' ad enti specifici o Comuni, non può evidentemente essere promossa, pubblicizzata o frequentata con manifestazioni 'pubbliche'.
Non esiste neppure uno specifico standard per i segnali stradali riguardanti le biciclette (al di fuori di quelli previsti dal Codice della strada), anche se è in corso una campagna da parte della Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) per il riconoscimento e la standardizzazione della segnaletica per biciclette.
Le attuali segnalazioni praticamente sono dei 'segnali turistici' vari, non del tutto a norma con il Codice della strada.
In altre parole, correre in bicicletta (escludendo l'attività agonistica), fare turismo in bicicletta, muoversi in bicicletta, è attività potenzialmente pericolosa e chi la svolge la fa a proprio rischio e pericolo ed è soggetto alla disciplina del codice della strada.
A Venezia, in tutta la città, è vietato circolare in bicicletta e anche a piedi spingendo la bici a mano.
Non ha senso quindi trasportare la bicicletta in città.
Le corse di linea dei vaporetti 'urbani' generalmente non possono trasportare mezzi quali le biciclette, mentre le biciclette vengono regolarmente trasportate nei traghetti 'extraurbani' che portano alle isole, quali Lido, isole di Pellestrina e Chioggia.